Per evitare il greenwashing serve piú chiarezza sugli standard di rendicontazione Esg
Aula Bussolati della Liuc al completo per l'incontro sulla direttiva europea CSRD (Corporate sustainability reporting standard directive)
Aula Bussolati al completo per il convegno dedicato al tema Esg ( Environment, Social, Governance) organizzato dall’università Liuc di Castellanza, in collaborazione con Kpmg, e promosso dal professor Alessandro Cortesi. Un’iniziativa che rientra tra quelle di formazione e aggiornamento dei commercialisti del territorio.
Nell’Aula Magna della Liuc erano presenti molti imprenditori, professionisti e naturalmente studenti, a testimonianza del fatto che su questo tema c’è bisogno di chiarezza. L’evento aveva infatti l’obiettivo di chiarire, con l’intervento di relatori “informati”, tra cui imprenditori e manager, cosa significa per l’azienda questo cambiamento epocale che impatta su strategia, processi e conseguentemente misurazioni d’azienda con rischi ed opportunità per la continuità aziendale e la customer base.
Tra i relatori anche Pier Mario Barzaghi di Kpmg, una vera autorità in materia in quanto rappresentante per l’Italia nel comitato Efrag (L’European Financial Reporting Advisory è un ente di natura tecnica. Si occupa dei principi contabili a livello internazionale), che conta solo 22 membri per tutta l’Unione Europea che ha stilato per conto della Commissione Europea gli Standard ESG di rendicontazione e la direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Standard Directive), temi che interessano direttamente per obbligo o indirettamente per richieste sempre più stringenti dai clienti e dal mondo finanziario tutte le società. Insieme a Barzaghi, anche Paolo Rota di Kpmg coordinatore di Lombardia ESG Assurance.
È un tema complicato perché è complesso il contesto – ha spiegato Barzaghi -. Il legislatore ha fatto una direttiva in poche pagine e poi ha aggiunto i regolamenti europei. Però, mentre la direttiva deve essere recepita dagli stati membri, i regolamenti sono immediatamente applicabili. Quindi se quello che facevi era già in linea con le direttiva europea, puoi continuare a farlo, altrimenti sorge un problema».
Tra i temi importanti c’è quello della comparabilità delle informazioni, in quanto per il momento non esiste ancora uno standard. Fare chiarezza sugli standard Esg, spesso in conflitto tra loro, significa, per esempio, aiutare gli investitori a confrontare efficacemente gli investimenti commercializzati come sostenibili, ed evitare al contempo il rischio greenwashing, ovvero l’ecologismo di facciata.
«Ci stiamo lavorando da due anni. Gli standard usciranno nell’agosto del 2023 accompagnati dalle linee guida» ha detto Barzaghi che subito dopo ha aggiunto: «Dimenticatevi il vecchio bilancio sostenibile, perché ci sarà un grande data-base per la comparabilità delle informazioni».
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