Processo Mensa dei Poveri, la pm verso una richiesta di condanna per Gorrasi e Palumbo
L'ex-coordinatore cittadino di Forza Italia è accusato di aver fatto transitare attraverso la società di calcio, di cui era direttore, 10 mila euro che sarebbero serviti a finanziare la campagna elettorale di Angelo Palumbo nel 2018
Il processo Mensa dei Poveri si avvia alla conclusione con le requisitorie dei pm Silvia Bonardi e Stefano Civardi a cui faranno seguito le conclusioni del plotone di avvocati chiamati a difendere la settantina di imputati rimasti nel processo che si sta svolgendo davanti alla settima sezione penale del Tribunale di Milano.
Il sostituto procuratore Silvia Bonardi ha parlato per 7 ore oggi, lunedì, e ha passato in rassegna tutti i reati del filone milanese della maxi-inchiesta che nel 2019 portò all’arresto di decine di politici, imprenditori e professionisti legati da quella che la procura definisce un intreccio di interessi e favori alimentati dalla corruzione.
Per quanto riguarda il filone varesotto sono state analizzate le posizioni dell’ex-consigliere regionale di Forza Italia, Angelo Palumbo, e quella dell’ex-coordinatore provinciale di Forza Italia Carmine Gorrasi. La pm ha fatto chiaramente capire che per loro (e per Daniele D’Alfonso, imprenditore a capo della Ecol Service) chiederà la condanna per una presunta fattura falsa da 10 mila euro alla società dilettantistica di calcio Busto 81 della quale era direttore sportivo Gorrasi.
Secondo la Bonardi la Ecol Service avrebbe pagato 10 mila euro alla società per una falsa sponsorizzazione della squadra che sarebbe servita, invece, a finanziare la campagna elettorale di Palumbo. Il pubblico ministero ha sottolineato che Palumbo aveva un ruolo importante nella strategia di Caianiello poichè alle elezioni regionali del 2018 era il suo candidato.
All’imprenditore milanese D’Alfonso, accusato di numerose dazioni danaro e utilità verso politici (tra questi Pietro Tatarella e Fabio Altitonante) avrebbe pagato perché voleva partecipare (e vincerle) alle gare sulla rete idrica e fognaria in provincia di Varese. La pm cita la gara di Alfa da 1,3 mln euro per la manutenzione delle reti fognarie alla quale, tuttavia, la Ecol Service non avrebbe fatto in tempo a partecipare ma secondo la difesa partecipó e arrivó penultima.
Sempre presente nelle ricostruzioni la figura di Nino Caianiello (all’epoca capo indiscusso di Forza Italia in provincia di Varese9 che ha raccontato nelle sue testimonianze la necessità di aiutare D’Alfonso, presentatogli da Tatarella. La conclusione dell’accusa è che il trio Caianiello-Gorrasi-Pedroni aveva come obiettivo quello di aiutare Ecol Service ad avvicinarsi alle gare di Alfa.
La pm parla di riscontri documentali che, però, non sembrerebbero ricostruire con assoluta certezza la retrocessione di alcune migliaia di euro che sarebbero usciti dalle casse della società calcistica bustocca verso Caianiello e Palumbo. Vi sarebbero, però, delle intercettazioni che proverebbero questo passaggio.
Nella prossima udienza di lunedì 15 maggio il pm Stefano Civardi affronterà, invece, tutta la parte gallaratese del processo e cioè quella che vede imputato l’imprenditore Paolo Orrigoni per la costruzione di un supermercato a Gallarate, il sindaco Andrea Cassani per una turbativa d’asta e l’eurodeputata di Forza Italia, Lara Comi per la truffa all’Unione Europea.
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