Gazzada Schianno

Quei preti che collaborarono con la Resistenza, Giannantoni a Villa Cagnola di Gazzada

Sabato 13 maggio alle ore 15 incontro con il giornalista, scrittore e storico per la presentazione del suo ultimo libro “La tonaca e il fucile”

13 Maggio 2023

A chiusure le iniziative per la ricorrenza del 25 aprile, Festa della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista, l’Amministrazione Comunale di Gazzada Schianno in collaborazione con la locale Biblioteca e l’Amministrazione di Villa Cagnola organizza presso Villa Cagnola sabato 13 maggio alle ore 15  un incontro con il giornalista, scrittore e storico della resistenza varesina Franco Giannantoni  per la presentazione del suo ultimo lavoro editorale “La tonaca e il fucile” . L’autore sarà intervistato da Cesare Chiericati.

Due volumi dedicati alla narrazione del contributo fornito dal “basso clero” del varesotto alla lotta contro il nazi-fascismo nella nostra provincia. I volumi raccolgono le voci e le storie dei sacerdoti partigiani. Una ricostruzione storica molto precisa e dettagliata basata sulle informazioni riportate nei liber chronicus delle parrocchie e nell’archivio diocesano di Milano, dove sono custodite le lettere con le richieste che i parroci della provincia di Varese indirizzarono al cardinale Ildefonso Schuster.

«Con questo libro – racconta Giannantoni – ho sentito il dovere di sanare un debito che avevo con la storia resistenziale. Accanto ai partigiani dei vari schieramenti ci furono anche i preti, o meglio, il basso clero». Erano preti di confine, di montagna e di periferia.

«Una minoranza generosa ed eroica – sottolinea ancora Giannantoni – capace di combattere anche sul piano militare. Religiosi che avevano scelto di schierarsi dalla parte giusta. Attivi soprattutto nelle nostre zone di confine dove aiutavano gli ebrei e i perseguitati politici a espatriare per sfuggire alla deportazione nei campi di sterminio».
Quasi in ogni pagina della ricerca ci si imbatte in personaggi, per lo più rimasti in ombra, che hanno assunto rischi gravissimi per se stessi e per le proprie famiglie in una Varese capillarmente presidiata da tedeschi e fascisti della RSI.

Religiosi che avevano scelto di schierarsi dalla parte giusta, come testimonia la storia di don Ubaldo Valentini, bustocco di 37 anni, insegnante di storia e lettere classiche a Seminario di Venegono Inferiore che dopo la guerra diventò il segretario bibliografico del Cardinal Martini. Insieme ad altri docenti, Valentini aveva collaborato attivamente con i partigiani del Tradatese, della Val d’Ossola e di Busto Arsizio. Aveva dato ospitalità a ebrei in fuga dalle persecuzioni, a preti antifascisti e a militari stranieri. Si era prodigato nella diffusione della stampa clandestina e nascosto armi nei sotterranei inaccessibili del seminario.

I sacerdoti erano attivi soprattutto nelle zone di confine dove aiutavano gli ebrei a espatriare per sfuggire alla deportazione nei campi di sterminio. Don Piero Folli, parroco di Voldomino, fu un altro “prete guerriero”. Mandato in “esilio” dalla curia milanese in un paesino sperduto della provincia di Varese, divenne l’anello di congiunzione con la comunità ebraica di Genova che faceva riferimento al Cardinale Piero Boetto.

Moltissimi ebrei genovesi, dopo varie tappe di avvicinamento, arrivavano da don Folli che provvedeva a farli espatriare in Svizzera. In uno di questi passaggi fu scoperto dai nazifascisti e per questo arrestato, brutalizzato e trasferito nel carcere di San Vittore. Quando non morivano a causa delle percosse e delle torture, il carcere era la destinazione dei preti che collaboravano con la Resistenza. Sarà il Cardinal Schuster a ottenere dal generale Graziani il trasferimento di tutti i preti detenuti a San Vittore in un confino giudiziario a Cesano Boscone.

Un altro esempio interessante è quello di don Giuseppe Albeni, giovanissimo prete, che con un gruppo di ragazzi dell’oratorio di Cuggiono sale al Pian Cavallone per dare vita al primo nucleo della formazione “Giovine Italia” che ebbe un ruolo importante nella lotta partigiana nell’Ossola.

Don Attilio Sangiorgio, parroco di Lavena Ponte Tresa, venne catturato e portato alla scuola Felicita Morandi dove subì numerose torture, ad opera dagli uomini della brigata nera
toscana, culminate con una serie infinita di scariche elettriche, descritte da lui stesso in un drammatico memoriale.

Nel libro c’è spazio anche per don Natale Motta di Varese. Un audace lo definisce Giannantoni, per i suoi mille passaggi in Svizzera in soccorso degli ebrei.

Altra bella figura è quella di madre Lina Malli, la suora che dirigeva Casa san Giuseppe lavoratore di Varese, dove spesso arrivavano, sotto la minaccia delle armi dei soldati tedeschi, famiglie ebree che non potevano essere detenute nel carcere cittadino, perché già stracolmo di persone in attesa di essere deportate nei campi di sterminio.

FRANCO GIANNANTONI (Varese. 1938). Giornalista, ricercatore storico, scrittore, è autore di numerose opere sulla Resistenza italiana
Fra le tante: “Varese in camicia nera” (Anpi 1974); “Guerriglia nell’Ossola” (con altri), Feltrinelli 1975); “Fascismo, guerra e società nella Rsi – Varese 1943-1945” (Franco Angeli 1984 e ANPI 1999); “La Resistenza più lunga – Lotta partigiana e difesa degli impiantI idroelettrici in Valtellina 1943-45” (con Marco Fini), Sugarco 1985; “Gianna e Neri: vita e morte di due partigiani comunisti” (Mursia 1992); “La Fine. Gli ultimi giorni di Benito Mussolini nei documenti dei servizi segreti americani (1945-1946)” (con Giorgio Cavelleri e Mario J. Cereghino, Garzanti 2009).
Ha vinto con Fabio Minazzi il Premio Omega 2001 Sezione Scaffale con “Il coraggio della memoria e la guerra civile spagnola 1936-1939” (Arterigere 2000).

10 Maggio 2023
Redazione VareseNews
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