Accordo transfrontalieri, Varese vuole cogliere le opportunità e incontra i sindacati
L'amministrazione comunale ha incontrato i rappresentanti sindacali per discutere di servizi a sostegno dei lavoratori frontalieri
«L’approvazione definitiva dell’accordo transfrontaliero è una ottima notizia per il nostro territorio perché porterà da un lato ad una maggiore tranquillità delle migliaia di frontalieri che ogni giorno si recano in Svizzera per lavoro, ma consentirà di aprire tutta una serie di opportunità che intendiamo cogliere». Così Ivana Perusin, vicesindaco di Varese a pochi giorni dall’approvazione da parte del Parlamento dell’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Confederazione Elvetica relativo all’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri.
Da mesi infatti il Comune di Varese ha avviato una fase di confronto con tutti gli attori coinvolti dall’argomento. Proprio ieri, martedì, si è svolto in Comune un nuovo incontro tra l’amministrazione e i sindacati dei frontalieri. Presenti all’appuntamento il sindaco Davide Galimberti, la vicesindaca Perusin e l’assessora ai Servizi educativi Rossella Dimaggio, per i sindacati invece erano presenti Giuseppe Augurusa della CGIL Lombardia e Stefania Filetti della CGIL Varese, Raimondo Pancrazio della UIL e Massimiliano Baioni, presidente Associazioni Lavoratori Italiani del Ticino.
«Meritoria l’iniziativa del Comune di Varese – dice Giuseppe Augurusa, Responsabile nazionale Frontalieri e dei consigli interregionali CGIL – Comune tra quelli a più alta presenza di frontalieri in Italia, che può avviare un ciclo virtuoso d’intervento sul comparto dei nostri lavoratori in Svizzera a partire dalle disponibilità determinate dal nuovo accordo fiscale e dalla prossima progettazione Interreg ’21-’27. Molte le soluzioni possibili rispetto ai temi del welfare locale e dei servizi, della mobilità sostenibile, della formazione ed informazione di lavoratori ed imprese, delle buone prassi amministrative con i Cantoni, tutti temi per cui il confronto con la rappresentanza sociale del territorio è una grande occasione che la municipalità sembra determinata a voler offrire. Auspicabile, per quanto ci riguarda, che il Comune per dimensione e qualità della proposta, possa farsi anche parte attiva per coordinare l’area vasta di frontiera che, pur nelle proprie specificità al di là ed al di qua della frontiera, spesso procede in ordine sparso, mentre richiederebbe un disegno unitario d’intervento. La definizione di linee guida comuni è per noi quindi, la giusta modalità per poter realizzare gli obiettivi comuni».
«La ratifica da parte del Parlamento del nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera apre una nuova stagione per i lavoratori frontalieri – spiega Pancrazio Raimondo, segretario generale UIL Frontalieri – insieme alla ridefinizione del sistema di imposizione ha infatti aperto la strada, da un lato, alla costruzione di un vero e proprio Statuto dei lavoratori frontalieri in grado di dare una adeguata cornice di diritti a questi lavoratori e, dall’altra, un nuovo protagonismo alle comunità dove i frontalieri risiedono. Valutiamo molto positivamente la tempestiva iniziativa del Comune di Varese di attivare un tavolo di confronto sui frontalieri che metta a fuoco le azioni immediate a sostegno dei lavoratori frontalieri e delle loro famiglie, con la giusta ambizione in prospettiva – vista la rilevanza del comune nell’area di frontiera – di promuovere il coinvolgimento dei diversi attori al di qua e al di là del confine per raccogliere le nuove sfide di sviluppo economico e sociale aperte dall’attuazione delle misure del nuovo accordo».
Anche i servizi scolastici e parascolastici che il Comune può offrire alle famiglie composte da genitori che lavorano in Svizzera sono stati tra i temi di cui si è discusso, ponendo sul tavolo esigenze e opportunità. «Capire quali sono oggi le esigenze delle famiglie composte da genitori frontalieri e adeguare i nostri servizi è uno dei nostri obiettivi – ha spiegato l’assessora Dimaggio – ad esempio modulando l’orario dei servizi parascolastico come pre e dopo scuola in base anche alle richieste che ci stanno arrivando. Un lavoratore frontaliere infatti potrebbe aver bisogno di trovare le scuole aperte già al mattino molto presto e stiamo lavorando per potenziare questi servizi».
«C’è tutto un lavoro da fare insieme – prosegue la vicesindaca Perusin – che deve essere prima di tutto di confronto, in modo che la città possa rispondere adeguatamente ai bisogni di chi vive in città, o di chi vorrà venirci a vivere, e svolge il proprio lavoro in Svizzera».
In merito all’accordo transfrontaliero poi, nelle riunioni si è deciso anche di istituire uno sportello informativo che sia disponibile per fornire indicazioni e chiarimenti ai frontalieri sui cambiamenti e le novità in atto.
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