Allenatore di volley di Saronno rinviato a giudizio per atti sessuali con minore, i genitori: “Perchè continua ad allenare?”
Il coach delle squadre femminili under 16 e under 14 è stato rinviato a giudizio il 20 giugno scorso ma nè la procura, nè la società hanno ritenuto necessario sospenderlo. Genitori scrivono alla federazione
Un nuovo caso scuote il mondo della pallavolo in provincia di Varese dopo quello di ottobre 2022 quando un allenatore di una squadra della zona di Busto Arsizio era stato denunciato per molestie sessuali nei confronti di una sua giocatrice di 15 anni. Il reato ipotizzato è quello di atti sessuali su minore da parte di un allenatore di pallavolo della squadra under 16.
L’accusa regge davanti al Gup
Questa volta a finire nell’occhio del ciclone è una società di pallavolo di Saronno presso la quale è tesserato l’allenatore P.L. che lo scorso 20 giugno è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Busto Arsizio, Stefano Colombo, con l’accusa di aver compiuto atti sessuali nei confronti di una ragazza della squadra che all’epoca aveva poco più di 14 anni.
Lo sdegno di un gruppo di genitori a Saronno
Un gruppo di genitori ha scritto alla nostra testata, alla federazione e a diverse associazioni esprimendo il proprio disappunto per la mancata sospensione dell’allenatore davanti a quello che, sostengono i genitori, potrebbe non essere l’unico caso.
La genesi dell’inchiesta da una chat su Telegram a sfondo pedopornografico
Da quanto emerso l’inchiesta sarebbe partita dalla Procura di Brescia – come riporta il quotidiano FanPage – che aveva sviluppato la denuncia di un padre risalente al 2021 che aveva scoperto la presenza del figlio in una chat in cui conversava in modo esplicito con uomini più grandi tra i quali c’era lo stesso allenatore. La stessa procura aveva poi disposto il sequestro del telefono di P.L. dal quale erano emerse la sua frequentazione di gruppi Telegram in cui si scambiava anche materiale pedopornografico e la chat con la giovanissima pallavolista.
La querela dei genitori della 14enne
Gli atti sono stati poi trasferiti alla Procura di Busto Arsizio che ha eseguito gli accertamenti successivi, avvisando anche la famiglia della minore che non ha esitato a denunciare l’allenatore. La famiglia, difesa dagli avvocati Erika Trolese e Rebecca Stefanuti del foro di Milano, si è costituita parte civile.
Il silenzio della società di pallavolo di Saronno e la mail dei genitori
Silenzio, invece, da parte della società Pallavolo Saronno che ha mantenuto l’allenatore in questione al suo posto, suscitando l’ira di alcuni genitori che hanno espresso la loro preoccupazione: «Vogliamo sollecitare un intervento degli organi federali ai fini di cautelare le ragazze che si trovano ancora come allenatore la persona oggetto dell’articolo. Al momento la Pallavolo Saronno (sembra) non prendere i necessari provvedimenti di buon senso. Dobbiamo purtroppo segnalare che il caso evidenziato nell’articolo non è l’unico e sono state presentate altre denunce della specie che potrebbero portare ad ulteriori rinvii a giudizio. Non siamo certo qui a condannare l’allenatore che avrà modo di difendersi nelle aule di tribunale dove speriamo possa dimostrare la propria innocenza. Riteniamo però, in attesa delle relative sentenze, sia auspicabile che l’allenatore in questione non eserciti a pieno la propria funzione nell’ambito delle squadre giovanili femminili della Pallavolo Saronno».
Anche la Procura non ha ritenuto di adottare provvedimenti
La stessa Procura non ha ritenuto di adottare misure cautelari nei confronti dell’allenatore sostenendo che si sia trattato di un rapporto consensuale. Varesenews ha provato a contattare il direttore sportivo della società senza successo.
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