Aree Interne Lombardia, il reddito medio per abitante è di oltre 7000 euro in meno rispetto ai poli urbani
In 10 anni persi il 2,8% delle imprese e il 4,1% della popolazione. I centri minori rappresentano il 3,6% della popolazione totale della regione (355.741). Giovanni Bozzini, presidente CNA Lombardia: “Valorizzare le autonomie locali"
Il reddito medio di un abitante delle aree interne della Lombardia è di oltre 7.000 euro in meno rispetto a quello degli abitanti dei poli urbani e in dieci anni le stesse aree interne hanno perso il 2,8% delle imprese e il 4,1% della popolazione. Sono questi alcuni dei dati presentati da Cna Lombardia con la ricerca del Centro Studi Sintesi sull’andamento dell’economia regionale, in particolare nelle aree interne, ovvero una parte preponderante del territorio italiano che si connota per un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni che, in numerosi casi, sono in grado di garantire ai residenti solo una limitata accessibilità ai servizi essenziali.
IL PESO SULL’ARTIGIANATO
Tra le aree interne e i cosiddetti poli vi è dunque un divario netto ed evidente, che comprende reddito pro capite e allo stesso modo calo demografico della popolazione e delle imprese, pesando inevitabilmente anche sull’artigianato che occupa il 29,8% nelle stesse zone. «Siamo profondamente preoccupati per le conseguenze negative di questa disparità – afferma Giovanni Bozzini, presidente di Cna Lombardia -. Le Aree Interne, che rappresentano il 3,6% della popolazione totale della regione, svolgono un ruolo vitale nell’economia locale. In particolare, l’artigianato è un settore cruciale che crea posti di lavoro e preserva le tradizioni. Per questo riteniamo necessario un intervento immediato per sostenere le Aree Interne della Lombardia e contrastare la desertificazione economica e demografica che le sta colpendo. Occorre valorizzare le autonomie locali. Il PNRR, con i suoi quasi 14 milioni di euro stanziati per queste zone, può rappresentare un’occasione unica per avviare politiche concrete a sostegno di queste comunità locali, attraverso interventi mirati e strutturali per favorire lo sviluppo imprenditoriale e migliorare l’accesso ai servizi essenziali».
COINVOLTO OLTRE 350MILA PERSONE
In Lombardia ben 225 comuni, la cui media abitanti è 1581, figurano tra le Aree Interne (pari al 14,9% del totale) e sono per la quasi totalità ubicati in montagna (97,2%), per una superficie territoriale del 25,6% del totale, con un’estensione di 6.117 kmq. Le aree interne lombarde sono 6 e riguardano: Alto Lago DI Como/Valli del Lario, Lario Intelvese/Lario Ceresio, Valchiavenna, Valcamonica, Valtrompia, Appennino Lombardo/Alto Oltrepo Pavese. Inoltre coinvolgono demograficamente il 3,6% della popolazione totale (355.741 abitanti) caratterizzato da un indice di vecchiaia alto che presenta due persone over 64 ogni under 15.
SONO OLTRE 38MILA LE IMPRESE COINVOLTE
Sul fronte delle imprese, nel 2022, sono 38.687 quelle situate nelle Aree Interne della regione, il 3,7% della totalità delle imprese attive in Lombardia, e producono un valore aggiunto di 4,1 miliardi di euro, circa il 2,1% sul totale regionale. I lavoratori, invece, sono 113.313, circa il 2,8% sul totale, e sono così suddivisi: 30,2% nel commercio, alberghi e ristoranti, 29,8% nell’industria, 14,1% nelle costruzioni, 4,3% nell’agricoltura e 21,4% in altri servizi.
LA LOMBARDIA È UN TERRITORIO CRUCIALE
«Cna Lombardia guarda alle aree interne, forte di questa ricerca, come ad un terreno cruciale per comprendere quanto politiche di governo delle naturali tendenze dei mercati possano aiutare a contrastare diseguaglianze materiali e culturali, gap di opportunità e di servizi, mortalità imprenditoriale, crisi sociale e calo demografico», afferma Stefano Binda, segretario regionale di Cna, che prosegue «per noi la Lombardia deve costruire equilibri armonici tra metropoli, territori ed aree interne, privilegiando un modello intessuto dai valori e dai pilastri di un’economia fatta di imprenditorialità diffusa, cura del territorio, sostenibilità, inclusione sociale. Non dovrebbero più esserci, secondo noi, i cosiddetti “luoghi che non contano».
SPESA CORRENTE PROCAPITE PIÙ ALTA
I comuni delle aree interne manifestano un livello di spesa corrente pro capite ampiamente superiore a quello di aree più prossime ai poli urbani: in Lombardia l’impegno è di 1041 euro contro una media di 730 euro delle altre aree. Le spese comunali dei territori analizzati sono così suddivise: 37,7% viabilità e territorio, 27% servizi generali, 12,4% istruzione e cultura, oneri vari 8,6%, settore sociale 8% e sviluppo economico 6,3%.
LA SNAI
Anche per questo motivo esiste una politica territoriale volta a migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e a incrementare le opportunità di crescita economica nei territori interni e a rischio marginalizzazione. Si tratta della Snai (Strategia Nazionale per le Aree Interne) che ha l’obiettivo di invertire l’attuale tendenza di spopolamento delle aree interne. Questa strategia è stata definita per la prima volta nell’accordo di partenariato 2014-2020, lo strumento di programmazione nazionale dei fondi strutturali e di investimento europei assegnati all’Italia, ma recentemente, l’accordo di partenariato 2021-27 ha confermato la necessità di dare continuità al sostegno alle Aree Interne. Il finanziamento degli interventi avviene mediante i Programmi Operativi Regionali (POR) dei fondi comunitari e con risorse nazionali stanziate dalla legge di stabilità: a valere per il ciclo di programmazione 2014-20, le Aree Interne della Lombardia sono state destinatarie di risorse per circa 81,5 milioni di euro. Il Pnrr prevederà investimenti per il potenziamento di servizi e infrastrutture sociali per un valore di 13,6 milioni di euro.
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