Cgil, Cisl e Uil alla Regione: “Una sede di confronto permanente per i frontalieri”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato firmato dalle tre sigle sindacali rispetto al tema dei frontalieri
Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil rivolto a Regione Lombardia riguardo al tema dei frontalieri.
Nella giornata di ieri (giovedì 15 giugno, ndr) Regione Lombardia ha audito, nell’ambito dei lavori della commissione speciale per la “Valorizzazione e tutela dei territori montani e di confine- rapporti tra Lombardia e Confederazione svizzera” i rappresentanti dei lavoratori frontalieri di CGIL CISL e UIL circa i nuovi scenari e le priorità del lavoro frontaliero di cui la Lombardia, con oltre 80.000 persone che quotidianamente attraversano il confine con i tre Cantoni di frontiera, rappresenta il primo territorio italiano fornitore di manodopera transfrontaliera.
Il contesto di grande mobilità internazionale tra la Lombardia ed i Cantoni Ticino e Grigioni rappresenta una delle più grandi realtà lavorative della regione italiana e contestualmente, un irrinunciabile sostegno alle economie dell’area elvetica di confine, in un rapporto di interdipendenza inestricabile.
A seguito dell’approvazione del disegno di legge sull’imposizione fiscale si rende necessario un ruolo attivo di Regione Lombardia:
Per la distribuzione transitoria dei ristorni fino al 2033 sulla quale è necessaria una attenta valutazione sulle modalità (definite a livello regionale), di redistribuzione a Comuni, Province e Comunità montane delle imposte versate in Svizzera, al fine di garantire l’esigibilità effettiva delle risorse per spesa corrente ed in conto capitale ai territori che sostengono il “peso” dei servizi offerti per la concentrazione di lavoro frontaliero.
Per l’istituzione di un fondo finalizzato ai progetti socioeconomici del territorio sui quali si richiede il coinvolgimento degli aventi causa (Istituzioni e parti sociali), al fine di definire gli orientamenti, preferibilmente condivisi in un approccio sistemico del fenomeno.
Per l’introduzione di una “indennità di confine” sulla quale si chiede l’apertura di una discussione su modalità praticabili, efficacia, soggetti destinatari, area d’intervento per valorizzare welfare aziendale, l’attivazione di iniziative volte alla conciliazione vita-lavoro, sconti benzina, contributi mirati sugli affitti.
Prendendo spunto dalle nuove disposizioni normative che la nuova legge determina, a partire dall’importante tavolo interministeriale tra MEF, MAECI e MILAV con le OO.SS. e l’associazione dei Comuni di frontiera, firmatari del Memorandum d’intesa del 23/20/2020, integralmente recepito nel disegno di legge, risulta prioritaria l’istituzione di un osservatorio transfrontaliero lombardo, che coinvolga Istituzioni Italia-Svizzera e le parti sociali Italiane e Svizzere, sul lavoro frontaliero della Lombardia e sugli effetti dell’applicazione del nuovo accordo fiscale .
Infine abbiamo invitato Regione Lombardia a farsi parte attiva nei confronti del Governo nazionale affinché la tematica del telelavoro, risolto nell’accordo fiscale solo fino al 30 giugno, e quelle insorte sul lavoro frontaliero a seguito dell’adozione dell’assegno unico universale (AUUF), possano vedere finalmente una soluzione definitiva.
Il confronto con la Commissione Speciale ha permesso alle OO.SS. di avviare un percorso che si confida sia duraturo affinché le oltre 80.000 famiglie lombarde coinvolte possano avere una giusta rappresentanza.
Serve quindi, un luogo di confronto permanente interistituzionale che coinvolga le parti sociali, in grado di monitorare il fenomeno nella fase attuale foriera di grandi cambiamenti a valle dell’approvazione delle nuove regole sull’imposizione fiscale.
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