Cinquemila firme per “mantenere l’ospedale di Gallarate”: Obiettivo Comune apre la raccolta
Lo strumento è la petizione regionale: "Ci contattano anche tanti professionisti sanitari, i commercianti per avere i moduli"
«Spiegheremo l’iniziativa in modo completo in una conferenza stampa» premette subito Massimo Gnocchi, consigliere comunale di Obiettivo Comune Gallarate (nella foto al flash mob per l’ospedale di gennaio 2023).
La “chiamata” per mobilitarsi per l’ospedale di Gallarate, però, sta già girando, arriva via Whatsapp, ci sono già negozianti e artigiani pronti a diventare punto d’appoggio per raccogliere le firme.
Nelle grafiche che girano su whatsapp lo strumento è indicato in modo chiaro: “Petizione regionale”.
La petizione regionale non stabilisce un minimo di firme, «ma abbiamo preso come riferimento la quota di 5mila firme necessarie per presentare una proposta di Legge regionale d’iniziativa popolare» spiega Gnocchi.
L’idea della raccolta firme, come segnale “di massa”, era già emersa all’indomani del consiglio comunale che aveva animatamente discusso dell’ospedale e nel corso della quale era stata approvata una mozione (una presa di posizione che definisce impegni per il sindaco) che era stata votata dal centrodestra e su cui la minoranza si era astenuta, per dare un segnale di convergenza di tutta la politica.
Allo stesso tempo quel testo aveva suscitato perplessità e proteste, era emersa una posizione diffusa di più radicale opposizione alla lenta dismissione del Sant’Antonio Abate. Poi anche le associazioni dei malati avevano fatto sentire la loro voce, mentre martedì scorso in Consiglio Regionale è stata bocciata una mozione del Pd (ed è stato detto che a Gallarate ci sono «problematiche» ma «non è zona disagiata»)
In ogni caso: una certa inquietudine che chiede rappresentanza sembra esserci. Di sicuro ne è convinto Gnocchi: «Ci sono anche tanti professionisti del mondo sanitario che ci stanno contattando», dice.
E ci sono anche persone pronte ad attivarsi, assicura: «Prevediamo di fare raccolta negli esercizi commerciali: c’è un responsabile della privacy di OCG, poi ogni raccoglitore sarà responsabile del modulo che gestisce».
L’obiettivo è appunto arrivare almeno a 5mila firme, per dire anche alla politica «basta con il gioco delle tre tavolette», in cui – sottolinea Gnocchi – a Gallarate il centrodestra vota una cosa e a Milano la ribalta, con qualche dispiacere anche per chi (il centrista Luigi Galluppi) a Gallarate aveva fatto una mossa per smuovere il centrodestra e far esprimere una posizione. «A Galluppi io ho voluto fare una apertura di credito, per quello mi sono astenuto: a Milano però tutti i consiglieri regionali gallaratesi si sono sentiti dire l’opposto, che non c’è emergenza né urgenza: mi spiace per loro. Anzi per tutti noi».
Ma il testo della petizione?
Anche qui Gnocchi non anticipa prima della conferenza stampa, sicché ci si deve affidare alla grafica che gira su Whatsapp, che parla di petizione “per il mantenimento dell’ospedale S.Antonio Abate e dei servizi territoriali”.
Obiettivo portare la voce in Regione, ma anche smuovere la politica cittadina, dice il consigliere della lista civica: «Smettiamola di dire che non è tema comunale, visto anche che abbiamo dovuto votare la deroga al dibattito pubblico, che invece avrebbe consentito alla città di dire la propria. E ricordiamoci che dietro a un ospedale ci sono non solo reparti, ma anche un indotto, servizi. Qui c’è l’assurdo che ci occupiamo del Masterplan di Malpensa che ci riguarda indirettamente, ma non dell’ospedale che è dentro la città».
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