Coltellate alla vigilia di Natale, patteggia a 3 anni e 8 mesi per tentato omicidio
La donna, 36 anni, era a giudizio di fronte al giudice per l’udienza preliminare di Varese. L'uomo, finito in rianimazione tra la vita e la morte, accusato tre mesi dopo di violenza sessuale ai danni della ex compagna che tentò di ucciderlo
«Dopo passo, salgo a prendere le mie cose». Un messaggio che avvisa, e che forse decreta formalmente la fine di una relazione. Ma la sera della vigilia di Natale in una casa di via Orrigoni a Varese si sfiora la tragedia: saluto nell’appartamento lui, 32 anni di origini onduregne, viene colpito da tre fendenti al petto penetranti inferti con un coltello da cucina, uno dei quali entra così profondamente da allungarsi nella cavità toracica: l’appartamento si trasforma in un bagno di sangue, l’uomo si accascia sul materasso, che si intride di sangue.
In piedi, l’ex compagna, una donna originaria di El Salvador di 36 anni che però non chiama i soccorsi, avvisati più tardi dall’uomo per telefono e che con grande difficoltà riescono a trovare l’appartamento: i sanitari intubano il ferito che finisce in rianimazione e con una prognosi di 45 giorni. Per quei fatti il giudice per le indagini preliminari di Varese Alessandro Chionna ha accettato la pena su definizione delle parti, un patteggiamento “allargato“ a 3 anni e 8 mesi proposto dal difensore della donna Luca Carignola.
Una pena che però non va giù al difensore di parte civile, avvocato Maurizio Domanico che ritiene la pena «non congrua alla gravità del fatto», decisione che «non costituisce valido deterrente per reati analoghi». Una vicenda che si intreccia con un altro fatto di cronaca nera avvenuto il 19 marzo scorso e che vede come interpreti gli stessi soggetti del primo fatto di sangue, ma a parti inverse: alla vigilia della primavera infatti l’uomo (ferito il 24 dicembre) venne arrestato per violenza sessuale dagli agenti delle Volanti di Varese per aver costretto a subire abusi sessuali alla donna (oggi condannata) per ben 5 ore, donna successivamente riaccompagnata al lavoro dal suo stesso aggressore: questo quanto denunciato e che ha fatto partire un processo con rito immediato dove l’imputato è proprio i soggetto accoltellato al petto.
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