Disturbi dell’alimentazione, Busto Arsizio scende in campo con una mostra e uno sportello: “Un aiuto alle famiglie”

Presentata la mostra a palazzo Gilardoni #IononESISTO realizzata dalla fondazione Ananke e dall'associazione dei famigliari dei malati, a settembre uno sportello. L'assessore Reguzzoni: "Oggi i problemi iniziano a 10 anni"

Generico 05 Jun 2023

Era uno dei punti principali del programma di Paola Reguzzoni, quando si è insediata come assessore ai Servizi Sociali, e oggi diventa realtà: accendere una luce sui disturbi del comportamento legati all’alimentazione a Busto Arsizio. Due le proposte presentate oggi: la mostra in collaborazione con l’associazione Ananke family e lo sportello dedicato ai disturbi alimentari che aprirà a settembre. Nel frattempo è già attivo da una ventina di giorni quello attivato dal Lions Host.

La mostra di Ananke Family nel cortile di palazzo Gilardoni

Dal 9 al 17 giugno nel cortile interno del palazzo municipale approda il viaggio di #IOnonESISTO, mostra fotografica narrativa che racconta il mondo dei disturbi del comportamento alimentare.

Il progetto #IOnonESISTO, promosso e sostenuto dalla Fondazione Ananke di Villa Miralago, che si occupa attivamente di prevenzione, formazione, ricerca e informazione nel campo dei disturbi alimentari, si pone l’obiettivo di far conoscere queste patologie attraverso la fotografia, le testimonianze e il dolore di chi ne soffre in prima persona e di tutti coloro che ne sono inevitabilmente coinvolti.

L’allarme dell’assessore Paola Reguzzoni: ci si ammala sempre più giovani e i social sono un pericolo

L’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni l’ha presentata questo pomeriggio, venerdì, in Comune a Busto Arsizio: «I disturbi alimentari sono un fenomeno in crescita esponenziale. C’è un aumento vertiginoso dei numeri dei soggetti che affrontano questo disturbo e l’abbassamento dell’età media. Oggi si parla addirittura di età pediatrica».

L’atto d’accusa ai social network le cui società non controllano minimamente i contenuti veicolati dagli iscritti: «Con l’europarlamentare Isabella Tovaglieri porteremo in Europa il tema dei messaggi veicolati dai social che spingono i ragazzi a seguire comportamenti sbagliati anche da questo punto di vista».

«La lotta ai disturbi del comportamento alimentare passa anche attraverso progetti di sensibilizzazione come #lononESISTO – dichiara il Presidente della Fondazione Ananke di Villa Miralago Alberto Simone Pozzoli – per frenare la crescita di questo fenomeno è necessario diffonderne la conoscenza, affinché diventi più semplice intercettare i primi segnali di malessere».

Il progetto #IononESISTO

Gli autori del progetto, Cinzia Fumagalli, madre di un ex paziente, e Marco Rilli, fotografo, a partire da maggio 2021 hanno incontrato, intervistato e fotografato circa 100 soggetti (pazienti, familiari, professionisti), molti dei quali fanno riferimento a Villa Miralago (Casso al Monte), il più grande Centro in Italia per la cura dei disturbi alimentari e struttura d’eccellenza integrata nel SSN lombardo.

I Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione (DAN) costituiscono al giorno d’oggi un’emergenza che colpisce tre milioni di persone in Italia e che si manifesta anche tra i minori di età compresa tra i 10 e i 12 anni. La pandemia da Covid-19 ha determinato un aumento del 30% di questi disturbi, con gravi ripercussioni sulle famiglie, che, disarmate, si trovano a fronteggiare i disagi dei propri figli causati dalla riduzione significativa dei contesti di socialità.

Isabella Tovaglieri sottolinea il concetto di invisibilità che sentono i ragazzi e le ragazze che soffrono di questi problemi legati al disordine alimentare: “Nella giornata dedicata ai disturbi comportamentali sono intervenuta proprio al Parlamento Europeo per portare avanti questi temi. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per aiutare famiglie che spesso si trovano inermi davanti a tutto questo”.

Lo sportello di ascolto per i disturbi alimentari a Busto Arsizio

II Comune di Busto Arsizio intende sostenere attivamente le iniziative e i progetti del territorio che abbiano l’obiettivo di contrastare questi allarmanti disturbi. II Comune si è inoltre impegnato nella creazione di un punto di ascolto, in collaborazione con l’Associazione di genitori e familiari Ananke Family, finalizzato ad affiancare le famiglie nell’individuazione dei
percorsi di cura adeguati.

A settembre partirà infatti un centro d’ascolto con la fondazione Ananke e la sede sarà all’interno dei Servizi Sociali di via Roma: “Non siamo preparati a questi numeri e spesso i genitori si trovano solo di fronte a questo dramma. Vogliamo creare una rete di sicurezza per i ragazzi e le famiglie”.

La mostra, patrocinata dal Comune e supportata dall’Associazione Lions Club Busto Arsizio Host, rimarrà aperta fino al 17 giugno e si potrà visitare gratuitamente il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 08.30 alle ore 15.30; martedì e giovedì dalle ore 08.30 alle ore 18.30; sabato dalle ore 10.00 alle 18.00.

Alberto Rivolta, presidente del Lions host, spiega come si è arrivati all’attivazione di uno sportello che aiuti le famiglie a trovare la strada giusta da seguire per aiutare i propri figli: «Ci siamo impegnati sul territorio grazie alla sensibilità dei nostri soci già da un paio d’anni. In assenza di reali politiche che dessero una risposta abbiamo creato un punto di ascolto per chiunque voglia parlare di questo problema. Con il Comune ci siamo trovati a combattere dalla stessa parte». Qui si possono trovare ulteriori informazioni sullo sportello.

Una malattia che colpisce tutta la famiglia, il ruolo dell’associazione Ananke Family

Cinzia Fumagalli, presidente di Ananke Family che raccoglie i genitori che si affidano alla fondazione Ananke e a Villa Miralago, clinica che si occupa di disturbi alimentari: «Quando questo problema colpisce un famigliare tutta la famiglia si ammala. Facciamo incontri di sostegno con professionisti per le famiglie che vengono da tutta Italia. C’è un problema culturale e sanitario nel welfare italiano su questo tema: poca conoscenza di questa realtà, mancanza di sostegno, i giudizi delle persone. Questa mostra nasce dal senso che ho voluto dare alla malattia di mia figlia e abbiamo scelto questo slogan proprio perché si ha questa sensazione quando si entra in questo problema».

Oltre alla mostra ci sono i racconti delle persone malate, di chi ne è uscito e dei genitori con il loro fardello e dei professionisti che hanno lavorato per curare. L’associazione raccoglie anche fondi per quelle famiglie che non possono permettersi le cure. Recentemente è stata creata anche l’associazione Ananke Young.

La parola ai professionisti

Nikla Bene, psicoterapeuta di Ananke a Varese: «Ho imparato dai ragazzi che il cibo c’entra in quanto strumento per comunicare qualcosa che in altro modo non riuscirei a fare. Coi miei pazienti non parlo quasi mai di cibo. È un mondo di comunicazioni interrotte con gli altri. Il cibo è vita e quindi privarsene è un modo dell’inconscio per dirci che abbiamo un problema. Ananke nasce proprio per questo, un approccio multidisciplinare che cura non solo il fisico e non solo la mente».

La dottoressa introduce anche il tema dell’obesità e del disturbo da alimentazione incontrollata, di cui oggi si parla meno di anoressia e bulimia. A causa dell’abbassamento dell’età media in cui si verificano questi disturbi l’invito è quello di stare attenti anche ai bambini di 8-9-10 anni: “Più facciamo prevenzione e prima riusciamo a fermare il problema”- aggiunge Nikla Bene.

Mattia Resteghini, biologo nutrizionista di Villa Miralago: «In Italia molti parlano di cibo, essendo un Paese che vanta una dieta mediterranea che è tra le migliori al mondo. Quando il cibo diventa una conseguenza delle nostre fragilità. Noi abbiamo il compito di togliere questo discorso dalla famiglia. Il cibo è spesso un contesto che riunisce la famiglia. La domanda giusta davanti ai problemi col cibo è: come stai e non cosa hai fatto».

La storia di Giulia, due anni per tornare ad apprezzare la bellezza della vita

Infine la storia di Giulia che ha sofferto di anoressia: «Ho 16 anni e ho iniziato a stare male due anni fa. Durante la vacanza con mia cugina ho iniziato a sentirmi male e a inizio settembre ho iniziato a non mangiare e bere più per tre settimane. Mi portarono in ospedale e venni ricoverata perché avevo 24 battiti al minuto».

Dopo un mese di ricovero, 6 mesi di day hospital ma non è bastato è così  insieme ai suoi ha scelto di farla entrare a Villa Miralago: «Sono entrata con un peso incompatibile con la vita e dopo un periodo di alti e bassi ho iniziato a migliorare grazie ai professionisti che mi hanno aiutato a riapprezzare la vita e i tanti compagni di avventura che, come me, stavano affrontando lo stesso problema».

È uscita dalla comunità il 25 luglio dell’anno scorso e dopo un anno sta molto meglio: «È stata dura riprendere la vita normale dopo due anni senza scuola e senza amici. Ora so che sto meglio anche se la strada è ancora lunga».

Il padre Ennio: «Sono felice di vederla sorridere dopo tre anni in cui non lo ha fatto. Il Niguarda l’ha salvata a livello fisico mentre a Villa Miralago l’hanno salvata a livello mentale. Ringraziamo l’Ats per il supporto che ci ha dato e oggi siamo qui per cercare di aiutare altri ragazzi e le loro famiglie».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Giugno 2023
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