È durata tre quarti d’ora, l’Apocalisse che ha spazzato via la strada di Orascio
Parlano i residenti della frazione di Maccagno con Pino e Veddasca travolta da una tempesta che li ha di nuovo isolati dopo neppure due anni. Comune al lavoro per riattivare il collegamento
L’Apocalisse, e il Paradiso. Il primo è proprio il termine che Fabio Biccari, 51 anni, di professione frontaliere ha usato mercoledì mattina mentre si fumava una sigaretta, e disarmato guardava l’enorme braccio meccanico che scartava la terra per liberare il versante della strada verso la montagna sulla lingua d’asfalto per raggiungere Orascio, frazione di Maccagno con Pino e Veddasca rimasta isolata.
«Apocalisse. Stanotte è stata l’apocalisse», ripete. Il Paradiso, invece è poco più sopra: casette ordinate di tedeschi e svizzeri che affittano a connazionali, vialetti puliti, tetti di ardesia e una gigantesca cascata che a guardarla, dall’acqua che butta, fa paura. Ma in questo caso l’acqua che scende dalla montagna ha trovato il suo sbocco naturale che è una stretta gola da dove il Lago Maggiore disterà un 200 metri in linea d’aria.
Invece la «botta» caduta stanotte fra l’una e le due ha trovato come sfogo la strada che è stata travolta letteralmente e spazzata via nel lato della carreggiata che va verso valle. Si tratta, spiegano sempre i residenti, di una strada realizzata oramai molti anni faccio fondi del “Bim”, il Bacino imbrifero montano, e ora di proprietà comunale.
Qui nel 2021, poco più in alto, si staccò un grosso costone di roccia e sassi che invase un tornante risparmiando la Madonnina realizzata da chi con grande fatica trasformò la terra battuta in asfalto, aprendo la via ad un turismo di Mercedes e Audi, sornione, con vista lago, amante del caldo e della riservatezza. Proprio quello che si trova nelle stradine del borgo dove le persone, molto riservate, non vogliono commentare, preferiscono osservare, anche perché in molti sono pensionati e non hanno l’ansia di arrivare a timbrare il cartellino o di mettersi le scarpe da cantiere e magari farsi un’ora di strada per arrivare oltreconfine.
La situazione come si diceva, rispetto alla frana del 2021 è ben diversa poiché qui appare piuttosto evidente che per sostenere la strada sarà necessario un intervento importante, forse una palificazione profonda, un sostegno utile per ricreare da zero le fondamenta strappate per l’acqua abbondante caduta, oltre 50 millimetri in tre quarti d’ora, dice il pluviometro regionale impiegato dal Centro geofisico prealpino per le misurazioni del caso (anche Malpensa è stata colpita duramente, ma qui i millimetri caduti in nottata sono stati nello stesso lasso di tempo, 40 millimetri).
E adesso? Chi deve partire per il mare, come un turista tedesco deciso a passare ma che è rimasto con le 4 fecce a chiedere info, deve aspettare che la strada riapra, non vi è, come avviene in questi casi, un orario stabilito. «Sulla strada per Orascio proseguono le operazioni di pulizia del sedime stradale e le primissime operazioni di messa in sicurezza che, nelle intenzioni, dovrebbero portare a una parziale riapertura a senso unico alternato della circolazione», specificano infatti dal Comune.
«Al momento è presto per fare previsioni su date e orari di possibili – per quanto parziali – riaperture al transito, che dovranno comunque essere concordate con il geologo. Resta inteso che, in caso si allerta meteo diramato da Regione Lombardia, il transito sarà vietato per evidenti ragioni di sicurezza», conclude la nota firmata Fabio Passera.
Residenti e vacanzieri si organizzano: scendere a valle a piedi è possibile, anche da un altro sentiero in mezzo ai boschi, una vecchia mulattiera. A Orascio ci si allaccia gli scarponi e si guarda il cielo, non solo per vedere il tempo che farà.
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