“Fieri di essere nella nostra città”: in migliaia al Varese Pride
Una sfilata colorata di 5 mila persone per le vie della città. Bandiere arcobaleno e cartelli tutti indirizzati ai diritti, alla libertà di scelta e di appartenenza. "La famiglia è luogo dove c'è amore e cura dell'altro"
Colori e diritti, musica e festa: puntuali come un orologio svizzero i 5mila al Varese Pride hanno sfilato per le vie del centro della Città Giardino: piazza Monte Grappa, via Volta, piazza Repubblica. Un biscione colorato ha cantato e ballato per le vie del centro. Bandiere arcobaleno e cartelli tutti indirizzati ai diritti, alla libertà di scelta e di appartenenza. In piazza sotto gli occhi di un apparato di sicurezza discreto hanno attraversato le vie della città per il gran finale ai Giardini estensi. «Siamo fieri di essere qui, nella nostra meravigliosa città».
Guarda l’intervista a Giovanni Boschini (Arcigay Varese)
Il corteo dopo un giro per le strade del centro si è ricompattato lungo corso Matteotti per raggiungere il punto di partenza, piazza Monte Grappa e fare l’ingresso nei giardini di palazzo estense per un momento di riflessione ad alta voce sui diritti. Nel tragitto in tanti dai balconi hanno lanciato bolle di sapone e “party pop” contenenti piccoli ritagli di carta che hanno riempito il cielo di colori.
Rossella Dimaggio assessore di Varese ai servizi educativi con delega alle pari opportunità ha salutato i partecipanti al Pride. «Viviamo in un momento difficile in merito alla tutela dei diritti che non vanno mai dati per scontati e acquisiti: è una conquista che tutti insieme dobbiamo fare e un percorso rispetto al quale tutti devono fare il pezzettino di strada. Il Comune di Varese non solo sostiene il Gay Pride, ma io e il sindaco Davide Galimberti siamo stati recentemente a Torino ad un evento a tutela delle famiglie e dei bambini omogenitoriali. La difesa della persona è un atto politico. E se questa persona è un cittadino piccolo, ancora di più è lo è. Un abbraccio particolare lo porgo alle famiglie arcobaleno alle quali viene negato il diritto alla genitorialità. La famiglia in quanto tale non esiste, esistono “le“ famiglie», ha affermato l’assessore. «La famiglia è luogo dove c’è amore e cura dell’altro: l’impegno del Comune di Varese è di fare in modo che bambini e bambine delle coppie omogenitoriali abbiano diritto alla cittadinanza. Lotteremo per matrimonio egalitario e adozioni al pari di tutte le bambine e i bambini del mondo», ha concluso Dimaggio: «Quando si lotta per l’amore non bisogna mai avere paura».
Importante anche la presenza del sindacato, rappresentato dalla Cgil che ha spiegato la vicinanza ad Arcigay in questo momento. Il funzionario Stefano Rizzi nel suo breve intervento ha citato il famoso film dedicato al sindacalista omosessuale Harvey Milk, primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica politica negli Stati Uniti. «Questa piazza ha tutti gli anticorpi per respingere i rigurgiti morti con la storia che di tanto in tanto riemergono, anche qui a Varese»
Fra gli interventi finali nella tensostruttura, particolarmente toccante è stata la testimonianza di una rifugiata Lgbt dall’Ucraina insanguinata dalla guerra: «Vengo da un paese dove c’è ancora la guerra ma noi continuiamo la lotta perché questa lotta garantisce la nostra stessa esistenza», ha detto l’ospite ucraina, che si è riferita al trattamento che la Federazione Russa riserva agli omosessuali. «Stiamo facendo il possibile a tuti i rifugiati di poter tornare nel proprio paese in un regime democratico e rispettoso dei diritti.
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