Fratelli d’Italia a Gallarate chiede al sindaco di sostenere l’estradizione dei terroristi esuli in Francia
Presentata anche un'altra mozione per chiedere sostegno alla richiesta di togliere al maresciallo Tito il titolo di "Cavaliere di Gran Croce". I due temi andranno in consiglio comunale
Due mozioni di carattere politico, contro il maresciallo Tito e per sostenere le vittime del terrorismo chiedendo l’estradizione dei condannati (in Italia) che sono esuli in Francia: le due prese di posizione sono proposte al consiglio comunale di Gallarate da Fratelli d’Italia, in forma – appunto – di mozione.
Le due proposte sono state firmate dai consiglieri comunali Giuseppe De Bernardi Martignoni e Luca Sorrentino e saranno discusse nelle prossime sedute dell’assemblea di Gallarate. «Sono temi di principio su cui è opportuno che si esprima anche il consiglio comunale, pur non avendo diretta competenza» dice De Bernardi Martignoni.
Primo punto: la richiesta di estradizione di dieci terroristi condannati e oggi esuli in Francia, dopo che la Corte di Cassazione francese ha respinto il ricorso contro il “no” all’estradizione emesso dalla Corte d’Appello nel giugno 2022, un anno fa.
«Il nostro partito ha chiesto al governo di sostenere l’istanza dei familiari delle vittime perché queste persone scontino la pena in Italia».
Nella lista ci sono Giorgio Pietrostefani (fondatore di Lotta Continua e condannato come mandante dell’omicidio del commissario Calabresi), cinque militanti delle Brigate Rosse tra cui Marina Petrella. E ancora Sergio Tornaghi della milanese “Colonna Walter Alasia”, Narciso Manenti di Guerriglia Proletaria, Luigi Bergamin dei Proletari Armati per il Comunismo, Raffaele Ventura delle Formazioni comuniste combattenti (condannato per concorso morale nell’omicidio del poliziotto Antonio Custra, a Milano nel 1977)
Nello specifico la mozione poi impegna il sindaco a “sollecitare il Governo italiano” perché lo Stato “fornisca la necessaria assistenza legale ai parenti delle vittime” e fornire “un supporto tecnico-legale nell’iter di ricorso” alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
“Via l’onoreficienza del Presidente della Repubblica a Tito”
Se questa mozione fa riferimento a condanne emesse da tribunali italiani, più politica è l’altra mozione, che s’inserisce in una campagna nazionale di Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni si sta battendo infatti perché venga revocata l’onoreficienza di Cavaliere di Gran Croce concessa al maresciallo Tito.
Il titolo fu concesso il 2 ottobre 1969 dall’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, nel clima di allora in cui Tito era leader della Jugoslavia socialista: comunista sì, ma dal 1948 ostile all’Urss e aperto al dialogo con l’Occidente. In quel quadro si stavano normalizzando anche le relazioni con l’Italia: di lì a sei anni i due Stati avrebbero firmato il Trattato di Osimo, definendo i confini dopo l’invasione nazifascista della Jugoslavia del 1941, la sconfitta italiana e l’esodo istriano-dalmata dalle province di Zara, Fiume e parte di Trieste e Gorizia.
A distanza di anni, il giudizio su Tito dialogante con l’Occidente si è sostituito quello che lo vuole regista delle persecuzioni di italiani alla fine della Seconda Guerra Mondiale. E per questo Fratelli d’Italia vuole modificare il giudizio passato rimuovendo la onoreficienza concessa al maresciallo jugoslavo.
«Ma per toglierla serve una modifica della Legge istitutiva», spiega Martignoni. Ma perché se ne parlerà a Gallarate? «C’è stata una richiesta forte da parte degli esuli, dopo che lo scorso anno abbiamo dedicato il piazzale del cimitero alle vittime delle foibe». La mozione impegna poi il sindaco Cassani a prendere posizione anche su questo.
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