Il Circolo di Daverio compie cento anni. Un secolo di solidarietà e cultura

Una storia iniziata nel 1923 che continua grazie alla partecipazione della popolazione. Alla celebrazione dell'anniversario presenti istituzioni, soci e tanti amici della cooperativa

daverio varie generiche

«Questo circolo cooperativo è sopravvissuto a un dopoguerra, a una guerra mondiale, ha fornito un servizio sociale perché qui venivano le famiglie in difficoltà, segnavano la spesa sul libretto ricevendo aiuto con spirito solidaristico. Il circolo è nel dna della comunità di Daverio, è un miracolo e se esiste è solo grazie a voi».  Il sindaco di Daverio, Marco Colombo, aveva di fronte a sé buona parte di quella comunità che ha accompagnato e continua ad accompagnare, generazione dopo generazione, la vita del circolo cittadino, una vera istituzione, parte integrante della storia del paese. Colombo ha fatto anche una promessa: «essere più vicino come amministrazione» a questa realtà, a partire dal rilancio della bocciofila «punto di appoggio di molte società sportive».
(nella foto da sinistra: Dino Vanetti, Marco Colombo ed Ernesto Longhini)

La cerimonia per festeggiare il traguardo centenario  si è tenuta domenica 18 giugno con una nutrita partecipazione di soci cooperatori, rappresentanti delle istituzioni e amici. A partire dalla “colonna” Dino Vanetti, uno che la cooperazione ce l’ha stampigliata nell’anima: il fratello Pinuccio gestiva con la cassiera Alba il negozio di alimentari, parte fondamentale della cooperativa, e il padre Tarcisio, partigiano garibaldino, è stato presidente del Circolo per una ventina d’anni.

La consegna della targa all’attuale presidente, Ernesto Longhini, che ha sottolineato l’importanza della continuità nell’attività di promozione sociale, ha sancito il momento del passaggio epocale. Marco Fazio, responsabile regionale circoli cooperativi di Legacoop Lombardia, ha ribadito quanto siano importanti ancora oggi per il loro contenuto valoriale i circoli cooperativi: «Luoghi vivi e generativi, fatti di persone che fanno della partecipazione solidale e della relazione i loro valori cardine».
Uno sguardo alla parte più propriamente commerciale lo ha dato Paolo Dettoni di Ascom Varese che ha sottolineato l’importanza del lavoro fatto per i distretti del commercio in collaborazione con Regione Lombardia per l’individuazione e il riconoscimento degli esercizi commerciali storici, bando a cui ha partecipato anche il Comune di Daverio. Mentre l’avvocato Gian Paolo Sassi ha rievocato i tempi in cui era revisore dei conti della cooperativa di consumo e del clima di familiarità e affetto che si respirava in quella realtà.
Il presidente della sezione locale dell’Anpi, Carlo Parascandolo, ha sottolineato la matrice profondamente antifascista del Circolo cooperativo di Daverio, nato appunto nel 1923 subito dopo la marcia su Roma che in provincia di Varese era stata preceduta da assalti sistematici dei fascisti contro i comuni ritenuti politicamente nemici e soprattutto contro i circoli operai e le cooperative di mutuo soccorso. Un’ondata di violenza che attraversò il Varesotto, da nord a sud, e trovò nei circoli operai un baluardo contro lo squadrismo delle camicie nere. Durante la Resistenza al nazifascismo  il circolo di Daverio fu un punto di riferimento per i partigiani. Non fu un caso  che Ugo Zanardi, membro del Comitato di liberazione nazionale e rappresentante della zona di Azzate, alle elezioni comunali del 7 aprile 1946, diventò il primo sindaco di Daverio eletto. Alberto Tognola, ex sindaco e figlio del medico condotto del paese, antifascista e tra i fondatori del circolo cittadino, ha evidenziato la necessità di interventi strutturali per dare continuità all’attività della cooperativa e valorizzare al contempo una storia importante non solo sul piano simbolico.
Le conclusioni sono state affidate a uno scrittore e a un filosofo. Ispirandosi all’enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”, Dino Azzalin ha parlato dell’importanza del dono e del mutuo aiuto. «Luoghi di solidarietà come questo circolo – ha detto lo scrittore – ci ricordano che il gesto di donare porta con sé tante virtù, con effetti notevoli. Il dono rafforza nella speranza chi riceve e allo stesso tempo rende consapevole chi dà. È in questa reciprocità che si genera il bene comune».
Fabio Minazzi, filosofo della scienza, professore all’Università dell’Insubria, ha aperto la strada a una riflessione affascinante partendo dalle foto della Terra realizzate dallo spazio. Ebbene, secondo il filosofo, queste istantanee ci dicono una cosa importante: in termini di biomassa totale a prevalere sono le piante, mentre la presenza umana da questo punto di vista è quasi insignificante. «Le piante usano un loro linguaggio chimico specifico per comunicare – ha detto Minazzi – ed è stato appurato che per vivere e soddisfare i loro bisogni mettono in atto strategie di solidarietà e di sostegno».
Proprio come hanno fatto gli esseri umani con i circoli cooperativi durante il fascismo.

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Pubblicato il 21 Giugno 2023
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