La Costituzione: storia di un concetto da Platone ai nostri giorni

Il volume di Mohnhaupt e Grimm su questo tema, pubblicato da Carocci nel 2008, è breve ma molto erudito, più fruibile da lettori che hanno una cultura giuridica. Esso tuttavia può fungere da “stele di rosetta” anche per il lettore più ‘easy’, perché traccia un percorso sull’evoluzione di questo concetto: dai Greci agli Inglesi, fino alle Carte più recenti

Generico 29 May 2023

Una buona definizione moderna del concetto di Costituzione la rappresenta come quel complesso di norme scritte e di istituti su cui si regge uno Stato. Questa è però un’idea piuttosto recente e per rendersene conto è sufficiente pensare, ad esempio, che i princìpi fondamentali su cui si basa un ordinamento giuridico, le regole generali per intenderci, non sono sempre state scritte. Molto spesso nell’antichità le norme fondanti di una nazione hanno attinto alle consuetudini e, soprattutto in Europa, al potere assoluto degli imperatori romani, i quali da Costantino I in poi unificarono il titolo di imperatore con quello pagano di pontefice, ponendosi in questo modo al centro di un potere assoluto, proveniente direttamente da Dio.

Cionondimeno nessun sovrano è mai stato davvero padrone di tutto, ci sono sempre state delle regole alle quali anche i peggiori tiranni hanno dovuto attenersi, perché richiamati dalla tradizione o se non altro dal buon senso. Non è un caso che il testo di Mohnhaupt citi Platone per ricordare che la Costituzione è un’idea anatomica, richiama cioè il corpo dello Stato messo a confronto con il corpo umano. Uno stato che ha una buona costituzione è dunque uno stato sano, armonico nelle sue parti, come lo sono gli individui le cui vite in comune la Costituzione è chiamata a regolamentare, con norme generali di buon funzionamento collettivo.

E’ interessante anche notare che Costituzione, in senso assoluto, non è un concetto di per sé progressista. E’ stato infatti osservato che anche norme del tutto conservatrici, soprattutto nei tempi passati, hanno avuto una funzione costitutiva molto importante. Si pensi ad esempio alla Legge Salica, che a lungo ha regolato la discendenza (esclusivamente maschile) dei sovrani europei. Oggi appare bizzarro ma al trono di Enrico VIII d’Inghilterra poteva succedere solamente un figlio maschio; dunque senza la Legge Salica, che era una norma imprescindibile per un sovrano inglese, la divisione della Chiesa inglese da quella cattolica, il cosiddetto Scisma anglicano, non sarebbe mai avvenuta; Enrico ebbe infatti decine di figlie femmine.

Agli Inglesi d’altro canto, è storicamente attribuita la prima delle costituzioni moderne. La cosiddetta Magna Carta libertatum (1215) è stato il primo documento costituzionale scritto, teso a regolare i rapporti tra un sovrano ed i propri feudatari. Diversi secoli prima di Enrico VIII dunque, i re britannici avevano già concesso un documento che limitava il loro potere nei confronti dei sudditi. La Magna Carta ancora oggi presso gli Inglesi, pur avendo perso buona parte del proprio significato pratico, è valida e sentita viva sul piano simbolico.

In Italia la Carta costituzionale applicata in epoca unitaria, ma prima della Repubblica, è stata lo Statuto Albertino, concesso da Carlo Alberto di Savoia nel 1848 e portato in eredità all’Italia unita dal Regno di Sardegna.
Nel nostro paese la Costituzione repubblicana è entrata in vigore il 1 gennaio 1948, ma viene tradizionalmente festeggiata il 2 giugno, in ricordo del referendum monarchia-repubblica indetto proprio in quel giorno del 1946 e vinto, di misura, dalla coalizione filo-repubblicana.

Scheda libro:
H. Mohnhaupt, D. Grimm – “Costituzione, storia di un concetto dall’antichità ad oggi” – Carocci Editore – 2008

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Pubblicato il 02 Giugno 2023
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