“La Ferrari non esiste senza Maranello. Per MV Agusta e Varese è la stessa cosa”
Intervista con Luca Martin, membro del board della casa motociclistica. "Le nostre moto sono opere d'arte senza tempo che devono essere prodotte in Italia"
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L’evento stampa che ha portato a Varese una ventina di giornalisti da tutto il mondo è stato anche il momento, in casa MV Agusta, per fare il punto sulla gamma attuale, sui progetti futuri e per la “casa” della Schiranna dove sono previsti i lavori per la costruzione di una seconda linea produttiva.
Tra chi è più coinvolto in tutte queste situazioni c’è Luca Martin, manager poco più che quarantenne che da novembre siede nel board di MV Agusta, ricopre l’incarico di COO (Chief Operating Officer, quindi il direttore operativo) ed è una figura che in qualche modo fa da tramite tra la famiglia Sardarov e il potente socio austriaco, Pierer Mobility (ovvero KTM) per il quale Martin ha lavorato a lungo dopo i precedenti incarichi in Bmw e Ducati.
Dottor Martin, il CEO Sardarov ha parlato del 2023 come “pietra miliare” per MV Agusta e ha insistito sull’importanza dell’artigianalità, del made in Italy e dell’arte che sta dietro a queste moto. Lei cosa ne pensa?
«Per noi MV Agusta è un brand esclusivo e così deve rimanere, ogni moto è un pezzo d’arte che si basa sull’innovazione e sulla tecnologia. Sono prodotti senza tempo – everlasting beauty – che devono essere fatti solo in Italia e lo dico con orgoglio perché sono italiano anche io e sono rientrato in patria dopo numerose esperienze all’estero».
Possiamo fugare del tutto i timori di una MV Agusta lontana dalla Schiranna?
«Rispondo così. Potreste immaginare una Ferrari lontana da Maranello. No, e lo stesso vale con MV Agusta per Varese».
La capacità produttiva dello stabilimento dovrebbe crescere con la seconda linea. Qual è il vostro obiettivo?
«Stiamo rinnovando tutta la struttura della Schiranna, appunto con anche l’impianto di una seconda linea, ma il nostro obiettivo non è quello di fare volumi: è quello di fare profitti. Vogliamo rendere questa azienda solida e cercare di farla crescere in maniera organica così da non dover poi richiedere finanziamenti a private equity, a Pierer o a chiunque altro. L’obiettivo è quello di creare un business solido attraverso i nostri partner e i distributori per poi poter reinvestire nel prodotto».
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Per questo evento sono arrivati anche i due piloti del Reparto Corse, Sofuoglu e Schroetter, impegnati in Supersport. C’è un futuro anche nelle corse o per ora non si va oltre questo programma?
«Siamo tutti – me compreso – amanti della velocità, delle sfide, delle gare. Siamo molto felici dei risultati che MV sta ottenendo nella Superport e vedremo quali saranno le opportunità future da cogliere in questo campo. Questo però è il momento di focalizzarsi sulle priorità e quindi ci dobbiamo concentrare soprattutto sul lavoro che dobbiamo fare ogni giorno: migliorare la fabbrica, vendere le moto, fare crescere la rete distributiva. Poi come detto, se ci saranno opportunità proveremo a coglierle».
C’è un progetto di profondo miglioramento estetico e funzionale dell’area della Schiranna. Un altro passo importante per il futuro?
«Grazie ai miei incarichi nel passato, ho visto quanto sia fondamentale per un marchio creare una esperienza che non sia solo legata al prodotto moto ma che venga estesa a tutto quello che lo circonda. Pensare di avere una “casa MV Agusta” che sia anche riconosciuta in tutto il mondo come un’opera di design è un passo molto importante per l’azienda».
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