La protesta radicale sull’ospedale di Gallarate: i malumori per l’inattesa astensione delle minoranze

Il consiglio comunale sul Sant'Antonio Abate è stato molto movimentato. E il giorno dopo emerge anche una certa dose di irritazione verso le minoranze, per quella mozione con riferimenti all'ospedale unico che non ha avuto voti contrari, in un tentativo di arrivare a una posizione più condivisa

Generico 12 Jun 2023

L’esito del consiglio comunale sull’ospedale è stato in parte inatteso, a Gallarate: se imprevisto era il voto favorevole di Forza Italia sulla mozione proposta dalle minoranze (comunque respinta), più rilevante è stata l’astensione decisa dalle minoranze sulla mozione avanzata – per la maggioranza – da Luigi Galluppi.

Giovanni Pignataro, del Pd, ha parlato di «un atto d’amore per la città» per spiegare la decisione di arrivare a una convergenza parziale sul testo portato dalla maggioranza. Convergenza parziale e voto d’astensione – da parte di tutte le minoranze, tranne Più Gallarate, assente per impegni della consigliera Serati – che però all’indomani stanno suscitando anche reazioni avverse da una parte di chi sull’ospedale si è mobilitato, a vario titolo.

«Tatticismi inutili», «tradimento» della manifestazione sono alcuni dei commenti anche sferzanti arrivati sui social a criticare la posizione presa, quel «grigio» scelto tra due posizioni estreme, il bianco/vero del voto a favore o contro. Nelle settimane scorse era stato evocato il «facciamo come in Francia», «non facciamone passare una»: e per certi versi la mobilitazione sembra scavalcare la rappresentanza politica. Se dal centrodestra durante il consiglio si parlava di «truppe cammellate» del centrosinistra, a dire il vero il giorno dopo il fronte di mobilitazione sull’ospedale non sembra affatto fare sconti al centrosinistra e alle altre opposizioni, criticate per il voto.

Una certa radicalità che fa il paio con la presenza rumorosa in consiglio comunale, dove almeno una parte del pubblico si è sottratta alla liturgia dei tempi e degli spazi della politica, quasi pretendendo di dettare l’ordine del giorno, contestando persino il minuto di silenzio a Silvio Berlusconi (forse non tanto per ragioni politiche, ma perché si chiedeva di passare oltre il rito e andare al sodo della serata, rompendo gli schemi).

L’andamento irrituale del consiglio è apparso anche dalla gestione della serata: quando l’intervento anticipato del sindaco Andrea Cassani sul tema in discussione ha iniziato a scaldare gli animi, quando un intervento un po’ improvvido di Giuseppe De Bernardi Martignoni ha surriscaldato, il presidente del consiglio comunale Marco Colombo ha sospeso la seduta e – con una certa dose di coraggio, ma senza spavalderie – è andato a interloquire direttamente con una parte del pubblico, cercando di contenere la contestazione. Ma anche il consigliere dem Carmelo Lauricella è intervenuto (nella foto di apertura dell’articolo).

Generico 12 Jun 2023

Contestazione che è appunto debordata oggi anche fuori dal consiglio, con una quota di commenti negativi sulla mozione votata. Spingendo anche le minoranze a puntualizzare: «Con l’astensione riconosciamo che la maggioranza prende atto dei problemi come fatto ineludibile, ma la soluzione da loro indicata – l’ospedale unico – è errata. Noi non li seguiamo sulla soluzione» ha voluto subito puntualizzare oggi Massimo Gnocchi, che sull’ospedale ha ri-proposto anche un referendum (ri-bocciato).
Sta di fatto che l’astensione non è stata molto capita, anche se Gnocchi rivendica il fatto che il tema è andato in consiglio solo per iniziativa delle minoranze. «La nostra mozione era focalizzata su problemi che il Sant’Antonio Abate aveva sei mesi fa e che in questi sei mesi si sono amplificati, legati a quella fase di transizione che il centrodestra diceva nel proprio programma sarebbe stata gestita fino all’apertura dell’ospedale unico».

Generico 12 Jun 2023
Il consigliere Gnocchi durante la discussione, poco prima della mezzanotte

Fuori dal consiglio circola anche l’idea di rilanciare sulla mobilitazione “di piazza”, leggendo nei duemila presenti di giovedì una voce chiara non solo per la difesa del Sant’Antonio Abate ma contro l’ospedale unico (mentre nel centrodestra viene letta come non per forza ostile all’ospedale unico: e sicuramente alcune persone in piazza erano su quella posizione).
Si vedrà se la mobilitazione troverà modo di aggregarsi in nuove forme. Per ora resta la sensazione che la politica – intesa come quella degli eletti in consiglio – sia stata in parte scavalcata dalla contestazione lievitata in anni di decadimento dei servizi sanitari. L’Italia non è la Francia, va detto, non ha la stessa attitudine di contestazione: è difficile che le proteste tengano duro nel tempo.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 16 Giugno 2023
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