MV Agusta tra storia e futuro: la sede della Schiranna sarà ancora più bella
Timur Sardarov ha mostrato una prima immagine del progetto che migliorerà sia i reparti produttivi sia il resto della sede: museo, ospitalità e parco aperto alla cittadinanza
Quella fabbrica di moto che un autorevole giornalista straniero ha indicato, senza esitazioni, come “la più bella” ha intenzione di diventare un luogo ancora più speciale e, per di più, aperto anche alla città di Varese. Se tutto andrà per il verso giusto, nel giro di cinque anni lo stabilimento di MV Agusta alla Schiranna, quello che si affaccia sul lago di Varese, cambierà volto non solo nella parte produttiva e degli uffici ma anche nelle aree circostanti.
E, come accennato, permetterà a varesini e turisti di visitarlo e viverlo restando – ci si augura – a bocca aperta. Progetti definitivi non ce ne sono ancora, così come non è ancora iniziato l’iter legato ai permessi, ma intanto la società motociclistica ha mostrato un primo rendering nel corso di un incontro aperto a pochi e selezionati giornalisti internazionali con un invito anche per VareseNews. Un’immagine – non resa pubblica dall’azienda – che dice poco, per il momento ma che permette di iniziare a sperare in una riqualificazione notevole.
Secondo le intenzioni, l’area della Schiranna ospiterà un museo storico che promette di divenire un’attrazione per tutti gli appassionati, visto il valore dei modelli MV Agusta e l’importanza dei trofei e dei cimeli che vi saranno custoditi. Stiamo parlando di un marchio capace di dominare per anni il Motomondiale e di ospitare, ai propri box, alcuni dei campioni più leggendari del mondo motociclistico.
Al museo saranno aggiunte zone dedicate all’ospitalità, all’organizzazione di eventi e – a quanto pare – un parco fruibile dal pubblico fors’anche con un belvedere che permetterà di ammirare panorami attualmente nascosti agli occhi. Il tutto con una serie di interventi che cambieranno volto agli edifici anche a livello di design.
Le moto della gamma attuale sul piazzale della SchirannaUn progetto che potrebbe prendere il via nei prossimi mesi o nel 2024 con l’iter burocratico. «I lavori potrebbero durare tre anni per arrivare a conclusione da qui a cinque anni, quindi nel 2028» spiega Timur Sardarov, il CEO di MV Agusta che ha indicato l’anno in corso come una “pietra miliare” nella storia del gruppo. Che continuerà ad avere sede a Varese. «Parte della transizione del gruppo verso il futuro è il nuovo progetto con il quale vogliamo ridisegnare la Schiranna. Nei prossimi mesi cominceremo a lavorarci; ci sarà il museo nel quale ricostruiremo la storia di MV Agusta, ma anche un’area di accoglienza dedicata ai clienti. Sarà una “bandiera” del “fatto a mano” in Italia, di queste moto che sono anche opere d’arte».
“La Ferrari non esiste senza Maranello. Per MV Agusta e Varese è la stessa cosa”
Alla presentazione, con Sardarov, con il COO Luca Martin e con il responsabile ricerca e sviluppo Brian Gillen, era presente anche Florian Ketch, membro del board di Pierer Mobilities e quindi diretto “emissario” del mondo KTM. Cioè del socio al 25,1% del gruppo varesino. Tra le due parti non erano mancate le frizioni, alcuni mesi fa (QUI il nostro articolo di allora) ma oggi Sardarov tende a stemperare. «Con KTM le cose vanno bene. Allora si era parlato dell’arrivo a Varese di Kiska (ovvero dei designer del colosso austriaco ndr) ma non so quali siano i loro programmi. Io so che MV Agusta è indipendente nel progettare le proprie moto ed è in grado di fare tutto attraverso il CRC, il Centro Ricerche Castiglioni di San Marino».
Nel corso della presentazione, i vertici di MV Agusta hanno spiegato l’importanza di una rete commerciale sempre più forte, costruita attraverso l’alleanza con KTM, e illustrato una serie di evoluzioni tecniche delle moto di casa varesina. Tra queste non sono state citate le due “Lucky Explorer” – il progetto che si rifaceva alle antiche esperienze dakariane della Cagiva – anche se almeno la maggiore delle due, la 9.5 dovrebbe proseguire il proprio cammino. Si è invece parlato a lungo della gamma attuale che comprende due diversi motori (da 800 e 1000 cc) e i modelli Brutale, Superveloce, Turismo Veloce, F3, Dragster e Rush. E proprio una Rush a produzione limitata (300 esemplari, già andati esauriti) ha accompagnato l’intera cerimonia dal palco, a ribadire lo slogan della Casa: Motorcycle Art. Bolidi a due ruote che sono anche opere d’arte.
Le grandi firme internazionali nella “fabbrica di moto più bella del mondo”
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