Salute
Scompenso cardiaco: se ne parla a Villa Truffini a Tradate
L’appuntamento è per sabato 17 giugno. Il convegno è curato dal dipartimento cardiotoracovascolare, diretto da Battistina Castiglioni, e dalla cardiologia di Tradate, guidata da Massimo Bignotti, responsabile scientifico dell’evento.
![Cardiologia](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2018/06/cardiologia-679322.610x431.jpg)
Sabato 17 giugno in un convegno organizzato dalla cardiologia del Galmarini, si parlerà di scompenso cardiaco. Dalle 9 e 15 alle 18, Villa Truffini di Tradate (corso Paolo Bernacchi) ospiterà il Convegno dal titolo: “Lo scompenso cardiaco; nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche”, a cura del dipartimento cardiotoracovascolare, diretto da Battistina Castiglioni, e della cardiologia di Tradate, guidata da Massimo Bignotti, responsabile scientifico dell’evento.
A spiegare l’impostazione del convegno, ma soprattutto gli argomenti che l’hanno ispirato, è lo stesso Bignotti: «Il crescente carico assistenziale e le complesse problematiche generate dallo scompenso cardiaco – spiega – non possono trovare adeguata soluzione al di fuori di un approccio integrato multidisciplinare, che ponga efficacemente in rete le strutture di emergenza con le unità di degenza intensiva e ordinaria e con il contesto delle cure territoriali».
Il convegno di sabato, infatti, si apre a una platea di specialisti altrettanto ampia e variegata, proprio per dare concretezza alla necessità di procedere con un approccio multidisciplinare. «Le opzioni alternative all’ospedalizzazione – continua Bignotti – dipendono molto sia dalle caratteristiche cliniche e socio-assistenziali del singolo paziente, che dall’offerta di cure disponibili. Per una gestione ottimale del percorso di cura, a partire dal pronto soccorso, sono infatti necessarie sia risorse ospedaliere, sia territoriali. L’obiettivo a cui tendere è frutto di una strettissima integrazione sociosanitaria e sociale che riduca al minimo indispensabile l’ospedalizzazione, senza inficiare la sicurezza del paziente e la completezza dell’assistenza e della cura. Affinché il paziente possa essere dimesso dopo la stabilizzazione clinica e la rivalutazione della terapia, è fondamentale che possa contare su uno stretto e precoce monitoraggio da attivare nell’ambito delle cure primarie sul territorio o a domicilio, entro 72 ore dalle dimissioni, e, ove necessario, programmando l’accesso ad ambulatori specialistici o diagnostici nella tempistica opportuna».