Sospesa la licenza all’orafo di Milano che faceva statuine di Buddha all’ecstasy
L’uomo, 45 anni, è oggi ai domiciliari. La decisione del questore di Milano in considerazione della grave condotta e del reato contestato
Quarantacinque anni, negozio in viale Zara a Milano con laboratorio, lo stesso in cui i finanzieri di Gallarate trovarono, ai tempi del blitz, quella strada statuina della divinità orientale: oltre due etti di Mdma dalle fattezze del Buddha. Una statuina costata l’arresto all’orafo, secondo le accuse – ma per la legge innocente fino ai tre gradi di giudizio – uno degli ingranaggi di quel grande giro di spedizioni dai mittenti fittizi che partivano alla volta dell’Australia, ma anche della Germania e degli Stati Uniti, con dentro la polvere magica delle discoteche, sostanza stupefacente che una volta ingerita porta all’euforia da socializzazione, l’esaltazione dei colori e il caldo, e in alcuni casi a perdite di coscienza dalle quali gli assuntori, spesso giovanissimi, non si risvegliano più.
Un giro di una sostanza pericolosa che è stato interrotto coi due arresti delle fiamme gialle (l’ltro è lo spedizioniere sottoposto a fermo di pg mentre stava per imbarcarsi verso la Thailandia). A fronte di questa operazione il questore di Milano Giuseppe Petronzi ha decretato la revoca della licenza per commercio di oggetti preziosi posseduta dal soggetto indagato.
L’uomo, come specificato poco sopra, è sì presunto innocente, ma nel campo delle autorizzazioni di Polizia “non abbisogna di una motivazione particolarmente approfondita, essendo sufficiente che l’autorità paga in luce gli aspetti che la inducono a ritenere incrinato il rapporto fiduciario che deve intercorrere con intitolare della licenza“: per le autorità di polizia, insomma, non occorre attendere una sentenza penale passata in giudicato, ma è sufficiente la presenza di un “minimo dubbio“ affinché si possano esercitare i poteri di autotutela.
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