Chi voleva male a Giusy? I misteri di Gemonio a una settimana dall’omicidio

La persona identificata dalla Procura come sospettata di aver investito e uccisa la ragazza è ancora ricercata. A giorni l’autopsia, amici e parenti aspettano giustizia

giuseppina giusy caliandro

Sarà una settimana che tutti si aspettano come decisiva a Gemonio, e a Tradate, le due comunità dove Giuseppina Caliandro viveva e dove era cresciuta con la famiglia per poi lasciare la cittadina della bassa provincia per arrivare nel paesino delle valli.

Decisiva, se non risolutiva, si spera, per risolvere il caso di omicidio volontario, una scena terribile che ha avuto nell’auto che ha schiacciato la giovane donna il suo epilogo, senza lasciarle scampo: prima la perdita di conoscenza per strada, soccorsa da qualche persona presente il sabato sera di fronte ad una pizzeria, e poi la vita che se n’è andata dopo il tentativo dei medici dell’ospedale di Circolo di salvarle l’esistenza con un’operazione chirurgica d’urgenza.

Cosa sappiamo

Il procuratore della repubblica Massimo Politi che coordina le indagini del sostituto Marialina Contaldo ha ordinato l’autopsia sul corpo di Giusy Caliandro, autopsia che verrà eseguita la settimana entrante. Dall’esame autoptico sarà possibile avere particolari legati al decesso; anche se non paiono esservi dubbi sulle cause che hanno portato al ferimento gravissimo della ragazza, non per via di un incidente stradale bensì per il deliberato gesto di un omicida.

Si potrà sapere se la vittima aveva assunto alcool in quantità, o sostanze tali da renderla in qualche modo più vulnerabile ad una possibile aggressione, un fatto che potrebbe avere risvolti penalistici una volta che verrà trovata la persona ricercata.

investimento gemonio

La Procura nelle note rilasciate in questi giorni parla appunto di “persona”, non specificando il sesso del soggetto sospettato di aver compiuto l’omicidio servendosi dell’auto che guidava, un’utilitaria scura. Da quello che finora sappiamo attraverso l’individuazione dei testimoni ci sono però due persone che parlano di un uomo. C’è il testimone “numero 1“, che ha incrociato l’auto dopo l’incidente mentre era alla guida della sua Cinquecento chiara dove sul parafango inferiore sinistro l’auto in fuga ha lasciato la sua “firma“, registrata già dai militari che svolgono le indagini: frammenti di vernice diventati uno degli elementi di confronto con l’auto investitrice, semmai si troverà. «L’ho visto, era uno giovane sui 35 anni massimo, abbronzato coi capelli scuri e di media lunghezza», ha raccontato ai militari il residente a Gemonio, specificando parte del numero di targa comunicata nell’immediatezza dei fatti ai carabinieri.

E poi c’è il “testimone numero 2”, un ragazzo presente sul posto, fuori dalla pizzeria, testimone oculare di quanto avvenuto e che ha raccontato a Varesenews di aver visto Giusy e un uomo con la maglia strappata litigare a bestemmie e parole grosse prima dei fatti, lo stesso uomo che ha “preso la mira“ allineando la sua auto sull’asse della vittima che era ferma a qualche metro dall’ingresso della sua abitazione al 12 di via Garibaldi, per investirla con violenza e poi scappare.

Amici e nemici

Chi conosceva Giusy parla di una ragazza che non aveva particolarmente legato coi residenti a Gemonio. Sfruttava il suo appartamento al pianterreno della casa di corte per passarvi la notte ma non la si vedeva spesso in giro. Frequentava di tanto in tanto, e meno assiduamente di un tempo, il bar “Camino“, sulla statale, dover era stata vista per l’ultima volta il giorno prima dell’omicidio, nel tardo pomeriggio di venerdì verso l’ora di chiusura, passate le 19.30.

Girava a piedi con suo cane. Anche al bar, ci andava seguendo la strada che porta da casa sua verso la stazione. Una via un tempo aperta alle auto ma ora interrotta al transito ma percorribile attraverso un sottopassaggio pedonale che porta in prossimità di un autolavaggio e poi sulla statale dove c’è il bar. Quasi lo stesso percorso che faceva per arrivare, sempre a piedi, alla stazione in compagnia del suo cane.

«La vedevo, sì, prendeva spesso il treno per Laveno» dice un conoscente in paese. Solare e attaccata alla vita, frequentava una ragazza, sua compagna. Ma in paese c’è chi racconta che in passato vi erano stati trascorsi piuttosto turbolenti fra Giusy e un’altra ragazza che abita a Gemonio. Serate di urla, chiamate al 112, notti in bianco e forse anche qualcosa di più. Situazioni al limite, che via via sono rientrate e che difficilmente possono avere attinenza al caso in questione, anche se sul punto, per la segretezza delle indagini, non è possibile apprendere altro.

Tuttavia appare chiaro che nei momenti immediatamente precedenti all’investimento con l’auto Giusy stesse litigando. Sul perché, rimane un mistero. Così come un mistero è la relazione fra la vittima e l’uomo alla guida dell’auto con la quale attorno alle 19.15 di sabato primo luglio è arrivata in paese, vista dal “testimone numero 3” (che non ha però notato chi ci fosse alla guida del veicolo, vedendo solo Giusy scendere con una birra in mano). Così come non è possibile avere altri particolari in merito alla “persona” ricercata di cui i carabinieri hanno da giorni nome, cognome, e foto. Per questo tutti a Gemonio e a Tradate si aspettano da questa settimana che qualcosa accada. Per questo c’è attesa per gli sviluppi: una sperata cattura, e di sicuro l’autopsia, elementi che per amici e parenti costituiranno un ulteriore salto nel dolore, necessario però alla ricerca delle precise responsabilità, e per la soluzione dei tanti perché ancora irrisolti legati a questo omicidio.

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Pubblicato il 09 Luglio 2023
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