Chiusa la vertenza mensa alla Macchi spa di Venegono Inferiore, soddisfatti lavoratori e sindacato

Dopo alcuni scioperi e l'astensione dagli straordinari i lavoratori hanno ottenuto il ticket elettronico, che varrà per tutti i dipendenti, anche quelli a part time

Venegono Inferiore - Sciopero alla Macchi spa

Si è chiusa la vertenza alla Macchi di Venegono Inferiore, dove dal mese di maggio i lavoratori protestavano con scioperi, presidi e astensione dagli straordinari per una serie di difficoltà nella gestione dei buoni pasto e degli spazi mensa aziendali.

A ricostruire le tappe della vicenda è Alessandro Gravante della Fiom Cgil di Varese, che ha seguito tutta la vertenza: «Nel mese di gennaio abbiamo richiesto un incontro con l’azienda con la presenza di Confindustria a causa di alcune difficoltà riscontrate dai lavoratori nella gestione del ticket cartaceo per la consumazione del pranzo del valore allora di 5 euro, ticket distribuito solo a chi lo richiedeva, e legato a una convenzione con alcuni locali. I principali problemi riguardavano la scarsa disponibilità di posti presso locali convenzionati e l’aumento del costo complessivo del pacchetto pranzo da questi stabilito, che ovviamente era tutto a carico dei lavoratori. Per i lavoratori l’alternativa era un pranzo al sacco con panino, acqua e un frutto al costo di 6 euro che non essendoci un refettorio consumavano sul posto di lavoro, con tutto quello che questa scelta comportava in termini di igiene e sicurezza. Pertanto, abbiamo chiesto all’azienda di trovare una soluzione alternativa. Inizialmente l’azienda ha proposto l’istituzione di un locale mensa con servizio di pasti precotti, che però, per ragioni logistiche non è stata praticabile. Il locale mensa di cui l’azienda proponeva l’allestimento sarebbe stato distante 2,5 km dalla sede produttiva. Abbiamo quindi suggerito l’utilizzo del ticket elettronico come alternativa. Proprio a favore del ticket si erano espressi i lavoratori consultati dal sindacato in assemblea, ma l’azienda aveva risposto che in quel momento non era fattibile».

«In seguito al diniego aziendale, arrivato dopo una  inziale disponibilità al confronto,  siamo tornati quindi a consultare i lavoratori in assemblea, dando inizio a una vertenza che ha portato allo sciopero degli straordinari e a un pacchetto di otto ore di sciopero articolate in più fermate – prosegue il sindacalista – Nonostante la massiccia partecipazione dei lavoratori agli scioperi con presidi davanti ai cancelli, al blocco dello straordinario e la eco sui media locali, la Macchi non intendeva riaprire il confronto, una chiusura priva di reali  motivazioni La Macchi, ricordiamo, è un’azienda annoverata tra i principali costruttori mondiali di impianti per l’estrusione di film in bolla,  un’azienda strutturata, solida e con un programma industriale valido».

Dopo ulteriori azioni di lavoratori e sindacato, nei giorni scorsi l’epilogo della vicenda: «Dopo quasi tre mesi di assoluto silenzio, l’azienda in seria difficoltà per i ritardi dovuti alla nostra azione sindacale, ci ha convocati e ha finalmente accettato la nostra proposta di utilizzare il ticket elettronico. L’accordo prevede un aumento graduale del valore del ticket: 6,50 euro a partire da settembre 2023 e 7 euro a partire da settembre 2024, con la possibilità di rinegoziare questa cifra nel 2025. Tali importi valgono per tutti i dipendenti, anche quelli a part time».

«Grazie a questa mobilitazione – conclude Gravante – abbiamo dimostrato all’azienda che siamo impegnati a proporre e negoziare per migliorare costantemente le condizioni di lavoro dei metalmeccanici, e che con noi trovano sempre una controparte pronta al dialogo e alla costruzione di soluzioni efficaci e ragionevoli per entrambe le parti. La Fiom Cgil, nel territorio di Varese ha ottenuto con la contrattazione di secondo livello ottimi risultati in oltre cento aziende della provincia di Varese».

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Pubblicato il 26 Luglio 2023
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