Gita nel Piccolo Mondo Antico della Valsolda: cascate, cultura e la “Sistina del Ceresio”
Tra Lugano e Porlezza un tuffo nel mondo antico di Fogazzaro ma anche il lago Ceresio, i percorsi naturalistici e la cascata di Loggio
A pochi chilometri da casa, scopriamo uno dei luoghi più suggestivi del lago Ceresio, ideali per una gita nel fine settimana.
Un territorio incastonato fra le Alpi e le Prealpi, al confine tra Varese, Como e Svizzera.
L’arrivo in Valsolda: buchi spazio temporali
Si arriva in Valsolda passando da Lugano. Sorpassata la dogana di Gandria giungiamo al punto di partenza del nostro viaggio: il Comune di Valsolda tra Lugano e Porlezza, sorto sulle pendici delle due valli che confluiscono nel torrente Soldo a cui deve il nome. È Parco Letterario ospita una Riserva Naturale. Qui si trova la “Cappella Sistina” del Ceresio
Nelle 11 frazioni che compongono il comune, che non ha un centro principale ma tanti nuclei dislocati fra il lago e le montagne, il tempo sembra essersi fermato. E’ qui che lo scrittore Antonio Fogazzaro ha vissuto parte della sua vita. Qui ha scritto e ambientato i suoi romanzi più famosi, su tutti “Piccolo Mondo Antico”.
Oggi come nel 1800, le strade hanno mantenuto le stesse murature in pietra, le stesse scalinate irregolari e bellissime.
Arriviamo ad Oria, dove sorge Villa Fogazzaro Roi, bene Fai dal 2009. “Questa splendida proprietà del FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano, donata dal Marchese Giuseppe Roi nel 2009 in perfetto stato di conservazione, è davvero un regalo”, racconta Chiara Colombo, responsabile gestione operativa del bene FAI, “La casa apparteneva in origine alla mamma di Antonio Fogazzaro, perciò lo scrittore la eredita con un grande potenziale affettivo. La bellezza di questo luogo non sta solo nella Villa, ma nel contesto in cui si va a collocare: la Valsolda punteggiata da undici piccoli, bellissimi, borghi. Il romanzo di Fogazzaro è davvero un accompagnamento indispensabile alla scoperta di questa valle.”
Piero Chiara, il celebre scrittore luinese, rimase molto colpito dalle bellezze di questa valle e nella raccolta “Gli anni e i giorni” (uscita postuma) si trova uno scritto intitolato “Valsolda, piccolo mondo”, dove l’autore racconta del legame ormai indissolubile fra i libri di Fogazzaro e il territorio.
“Il libro rivive nelle pareti di questa casa e nostro compito”, conclude Chiara, “è quello di riavvicinare il pubblico all’opera e farne conoscere l’autore, senza dubbio fra i più importanti della letteratura italiana dell’Ottocento.”Salutiamo lei e le atmosfere sospese in un’altra dimensione spazio tempo della Villa, per dirgerci verso la seconda frazione del nostro tour di oggi: San Mamete.
San Mamete di Valsolda: fra attività storiche e un’amministrazione piena di entusiasmo
San Mamete è la frazione che ospita il Municipio. Nella piccola piazzetta principale di San Mamete, uno di fronte all’altro si trovano il Panificio Corti, l’Albergo Stella d’Italia e il bar gestito dalla signora Sonia (Il King). Tre attività storiche fulcro anche della vita sociale del paesino.
I tre luoghi citati affacciano tutti su “Via dei Portici” un luogo che oltre ad essere molto suggestivo viene citato in diverse pagine del Fogazzaro, e a guardarli non è difficile immaginare il perché:
Fuga dalla canicola lungo le mulattiere: arriviamo alla cascata di Loggio
Appena dietro le spalle di San Mamete si erge Loggio, un’altra delle frazioni del comune di Valsolda. Muoversi fra i diversi nuclei può non essere comodissimo in macchina per via delle strade strette e tortuose (motivo per cui non ci sono pullman che le collegano…non ci passano!), mentre invece a piedi è piacevole e, se un minimo allenati, neanche troppo stancante.
Le varie frazioni sono quasi sempre collegate da mulattiere realizzate con molta cura decine di anni fa, che regalano oggi la possibilità di trekking facili immersi fra la storia dei paesini. Ad indicarli troviamo una vera chicca: i cartelli del Touring Club realizzati ad inzio ‘900 per i turisti che qui si recavano in cerca di paesaggi, per sfuggire a quelli di città. Sono una vera rarità, forse gli unici rimasti in così buono stato di conservazione e così numerosi in Italia. Proprio seguendo il primo ci avventuriamo lungo la mulattiera che sale verso la frazione di Loggio.
In pochi minuti (circa 15, in base al passo) giungerete ai piedi dell’abitato e sotto la chiesetta del piccolo borgo. Imboccando la strada che continua a salire si entra poi nel bosco e qui, ad un centinaio di metri dalla mulattiera, potete iniziare a sentire lo scroscio e la brezza provenienti dal salto che fa il Fiume Soldo nella sua omonima cascata. Ideale per un tuffo in un acqua decisamente fresca: consigliatissima!
Saliamo a Castello, dove impariamo a non giudicare (una chiesa) dalle apparenze
Saliamo verso una delle frazioni più celebri della Valsolda, dove Fogazzaro osservava “le case che si serrano in fila sul ciglio tortuoso del monte a godersi il sole e la veduta del Lago in profondo…”.
Arriviamo alla Chiesa. Un balcone affacciato sul Lago Ceresio, con una vista che spazia dal Monte Brè, vicino a Lugano, alla Valle d’Intelvi, fino a Porlezza. Fuori, una facciata semplice e umile. Dentro uno spettacolo c0n la volta dipinta a mano libera da Paolo Pagani che ha valso alla chiesa il nome di “Piccola Sistina di Valsolda”
La chiesa è aperta tutti i giorni da maggio a settembre, i week end e i festivi nei restanti mesi.
Il Museo Casa Pagani, che ospita tele di diversi artisti Valsoldesi, solo il fine settimana da maggio a novembre.
Restiamo con il naso all’insù e guardiamo i giganti
Ammirare la volta della chiesa affrescata dal Pagani è una gioia per gli occhi e per il cuore. Un po’ meno per la cervicale (si scherza), ma già che siamo con il naso all’insù teniamo la posizione. Abbiamo inziato questo viaggio dall’alto e dall’alto vogliamo concluderlo. Vi abbiamo mostrato le meraviglie della Valsolda e chiudiamo la scoperta di questo Piccolo Mondo Antico volando sulle montagne che si ergono fiere e aguzze alle sue spalle.
Siamo sui Denti della Vecchia, al confine fra Italia e Svizzera, che devono il nome al loro inconfodibile profilo.
Proprio dalla Valsolda partono numerosi sentieri per gli amanti del trekking. Fra i più suggestivi proprio quello per i Denti della Vecchia, per il Monte Boglia e per la Cima di Fojorina.
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