“Giusy Caliandro è arrivata a Gemonio a bordo dell’auto che l’ha investita“
Un secondo testimone che ha assistito agli attimi immediatamente precedenti all’omicidio racconta di aver visto la 41enne a bordo di un’auto nera. “È scesa dalla macchina urlando e con in mano una bottiglia”
Dopo il testimone oculare di quanto avvenuto sabato sera a Gemonio in via Garibaldi che ha raccontato la scena terribile del veicolo che ha investito la povera Giusy Caliandro a pochi metri dalla corte dove abitava, un secondo testimone trovato e contattato da Varesenews è in grado di ricostruire i frangenti immediatamente precedenti al fatto, offrendo un tassello in più – probabilmente già in mano agli inquirenti, che mantengono il riserbo più stretto come ha fatto sapere la Procura di Varese in una nota – riguardo i fatti di sabato.
Davide ha 44 anni ed era arrivato a Gemonio per cenare a “Oltrepizza“, il locale proprio sulla salita della via dove si sono svolti i fatti, e ha visto l’auto scura arrivare con a bordo Giusy, lo stesso veicolo che poco dopo investirà la ragazza.
«Avevo parcheggiato l’auto molto male, all’incrocio fra la via Battisti e la via Garibaldi: dovevo fare un salto in pizzeria per chiedere se avevano un tavolo», spiega il testimone. «Dopo aver ricevuto risposta positiva sono uscito per parcheggiare meglio l’auto e mentre mi incamminavo ho visto una macchina di colore scuro arrivare. A bordo c’era la ragazza che quando l’auto si è fermata, è scesa con in mano una bottiglia verde di birra. Ho sentito che urlava qualcosa ma non ho fatto caso a quanto stesse dicendo, forse litigavano. L’auto si è fermata all’altezza dell’arco dove ho poi saputo che la ragazza abitava».
A quel punto Davide fa una telefonata, e si distrae. Raggiunge la sua auto, sale in macchina per parcheggiare, e al ritorno, mentre sale verso la pizzeria (poco più di una cinquantina di metri circa) avverte un colpo: era l’auto che aveva travolto Giuseppina Caliandro. «Sono corso a vedere, e la ragazza era a terra, assistita da alcune persone, faceva fatica a respirare e un ragazzo aveva in mano il telefono e stava chiamando i soccorsi. A quel punto sapendo che l’ambulanza era stata allertata, sono andato verso la mia auto, parcheggiata all’incrocio, per attendere l’ambulanza e indicarle il punto di intervento». (nella foto, i soccorritori al lavoro per prestare le prime cure a Giuseppina Caliandro investita a qualche metro dalla sua abitazione)
Secondo il testimone i soccorritori hanno tentato a lungo di rianimare la ferita per poi partire alla volta dell’ospedale di Varese.
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