La maledizione delle mozioni continua in consiglio comunale a Varese: tutte rimandate causa bagarre per i consigli di quartiere

Il lungo consiglio comunale della serata del 18 luglio non è stato sufficiente per discutere tutti i 22 punti all'ordine del giorno

27 aprile consiglio comunale varese

Sembra un destino infame quello delle mozioni che giacciono in attesa di essere discusse in fondo alla pagina degli ordini del giorno del consiglio comunale di Varese. E’ avvenuto nella scorsa seduta del 22 giugno, è successo anche ieri sera, in una afosa e lunghissima seduta che si è conclusa quasi all’una di notte dopo avere discusso a malapena la metà dei punti all’ordine del giorno: si sono fermati infatti al 13esimo. Dal punto 14 al 22 erano tutte mozioni: le sei che attendevano di essere discusse dal consiglio precedente e altre tre che si sono aggiunte nel frattempo. Il presidente del consiglio comunale, Alberto Coen Porisini, ha salutato tutti  promettendo a settembre un consiglio che le smaltisca definitivamente, in una seduta che con tutta probabilità sarà dedicata esclusivamente a loro. Ma cosa ha impedito la loro discussione? Una serata densa di argomenti, che ora vi raccontiamo.

DAL CAMPO DI ATLETICA AI CANTIERI, LE DICHIARAZIONI DI APERTURA

Il consiglio comunale è infatti già cominciato con tanta carne al fuoco, e ha fatto parlare di sè ancor prima del suo inizio ufficiale: con una conferenza stampa in salone Estense qualche minuto prima dell’inizio, che ha voluto ribadire l’unanimità di intenti – tra istituzioni e associazioni sportive, tra comune e provincia, tra maggioranza e minoranza – nel candidare Varese come sede del centro federale del Ghiaccio: una posizione ribadita nelle dichiarazioni di apertura dal sindaco Davide Galimberti.

Tra gli interventi di apertura, che ricordiamo essere delle comunicazioni libere e non programmate, spesso legate alla stretta attualità, due si sono concentrate sul campo di atletica di Calcinate del Pesce: spinti dalle lamentele degli utenti, sia Franco Formato (Varese Ideale) sia Simone Longhini hanno portato in consiglio la richiesta di non chiudere nel mese di agosto la struttura sportiva, come è invece previsto. Longhini ha inoltre segnalato di avere depositato come mozione la richiesta di intitolare una strada a Silvio Berlusconi, cosi come aveva già anticipato nello scorso consiglio comunale.

Stefano Angei (Lega) e Luca Boldetti (Polo delle Libertà) si sono concentrati invece, nelle loro dichiarazioni iniziali, nei cantieri stradali in funzione in queste settimane a Varese: Angei chiedendo maggior controllo sulle strettoie di Largo Flaiano e via Tasso, Boldetti proponendo di mettere dei vigili alle rotonde di viale Europa per smaltire la coda che si crea da via Gasparotto, e di riprogrammare i semafori in largo Flaiano per migliorare la viabilità.

BENVENUTO AL CALDO, ROBERTO PARRAVICINI

Dopo le dichiarazioni di apertura si è entrati nel vivo del consiglio, e dei 22 punti previsti. Il primo dei quali era il benvenuto ad un nuovo consigliere: Roberto Parravicini che da ieri siede nel gruppo della Lega al posto di Francesca Brianza. Parravicini ha messo subito in chiaro lo spirito combattivo con cui  ha preso la sua partecipazione al consiglio, e già nel saluto d’apertura ha notato come «Quando ero consigliere con Fontana, i ventilatori in una serata calda come questa erano 7 o 8, ora sono 2» e che «22 punti all’ordine del giorno sono una follia»: insomma, il nuovo consigliere di minoranza promette bene, mi sa che ne vedremo delle belle.

Il secondo punto all’ordine del giorno non prevedeva votazione, essendo una relazione del sindaco Davide Galimberti sullo “stato dell’arte” dei progetti PNRR. Relazione che ha mostrato l’alta capacita di “rastrellare bandi” dell’amministrazione attuale in un contesto dove molte amministrazioni sono in ritardo. Si tratta però di  progetti in partenza: e il primo cittadino ha promesso di relazionare periodicamente sulla loro esecuzione.

I punti dal 3 al 7 erano legati al bilancio, variazioni in via d’urgenza del bilancio di previsione e debiti fuori bilancio: tutti passati a maggioranza, tranne il settimo, che giustificava la variazione di bilancio per la somma urgenza causata dalla riparazione di un muro di contenimento i via Guido da Velate: in questo caso c’è stata addirittura l’unanimità, essendo riconosciuto da tutti come necessario tale opera.

All’ottavo punto è stata fatta la prima presentazione del Documento Unico di Programmazione 2024/2026, di cui sentiremo ancora parlare, mentre i punti 9 e 10 assestavano il bilancio di previsione 2023/2025.

Il punto 11  affrontava il secondo masterplan della giunta Galimberti: quello per la Valle Olona, a sostegno dell’hub di ricerca e formazione per la mobilità sostenibile che dovrebbe instaurarsi in  quei luoghi. Una proposta che non ha avuto detrattori, ma anzi sostegno da parte dei componenti della minoranza: in particolare da Matteo Bianchi che ha visto tutte le opportunità potenziali, specie di tipo economico e di sviluppo, del progetto, da Salvatore Giordano e soprattutto da Roberto Puricelli, che si è spinto a votare a favore (il resto della minoranza si è astenuta) perchè «Voglio dare fiducia all’assessore Civati per questo progetto». L’unico  commento perplesso è giunto da Luca Boldetti, capogruppo del Popolo delle Libertà, che si è complimentato con l’assessore Andrea Civati per il lavoro ben fatto, ma: «Questo è l’ennesimo masterplan che studia il futuro della città mentre ancora non è stato realizzato il nuovo PGT. Tutta questa iniziativa rischia di svilire i risultati del processo che porterà al nuovo PGT». Il risultato è stato u’approvazione a maggioranza ma senza alcun voto negativo: 19 voti a favore e 11 astenuti.

Il punto 12, che individuava gli organismi collegiali “indispensabili”, votato in velocità intorno alle dieci e mezza, faceva ben sperare, se non nello svolgimento di tutti i punti all’attivo, almeno ad uno smaltimento di alcune delle mozioni previste: ma in agguato c’era la discussione sui Consigli di Quartiere.

CONSIGLI DI QUARTIERE: TUTTO DA RIFARE (SECONDO LA MINORANZA)

Il punto all’ordine del giorno parlava di “modifica al regolamento per  consigli di quartiere e gli strumenti della partecipazione popolare” ma sono stati un occasione per mettere globalmente in discussione questo nuovo strumento di partecipazione, dall’aria però antica. Il dibattito – che ha visto anche la discussione di ben 17 emendamenti, 14 dei quali presentati da Stefano Angei e tre da Luca Boldetti – si è presto “arricchito” dal confronto con i vecchi Consigli di Circoscrizione, eliminati nei primi anni del 2000 con le stesse norme che avevano cancellato le Province.

Diversi consiglieri attuali erano stati consiglieri di circoscrizione e lì avevano cominciato la loro carriera politica, in organismi che avevano però un potere decisionale, al contrario di quelli che sono stati varati nel 2019 con un regolamento che va già rivisto anche da chi li ha proposti. Non è stato previsto infatti un ricambio dei consiglieri “in corsa”,  tra un’elezione del sindaco e l’altra, e la richiesta di Davide Galimberti, sostenuta da Giacomo Fisco (PD) che i consigli di quartiere li aveva fortemente voluti e aiutati a nascere –  era proprio di rendere concreta questa possibilità, soprattutto (aggiungiamo noi) dopo l’abbandono dei sette consiglieri proposti dalla Lega per scelta della Lega stessa.

Gli emendamenti di Angei miravano a cambiare radicalmente il regolamento: creando per esempio 6 macroaree invece delle 11 previste, o obbligandoli a riunirsi piu frequentemente. E, a loro sostegno, Emanuele Monti (Lega) aveva  anche aggiunto un ordine del giorno, per prevedere un ufficio di coordinamento strutturato e prevedendo che espriano pareri su decisioni del loro territorio. Ordine del Giorno arrivato troppo tardi, e perciò bocciato dal presdente del Consiglio Counale:  provocando vivaci  proteste nel partito di minoranza.

Dopo oltre  un’ora di discussione accesa (Protagonisti principali, come la volta scora, Emanuele Monti e Giacomo Fisco) e intorno a mezzanotte, Monti chiede di non concludere la discussione sul punto, visto che il regolamento comunale prevede che i consigli non superino quell’orario. Ma, spiega il presidente Alberto Coen Porisini «La regola è stata interpretata sempre come l’impossibilità a trattare un nuovo ordine del giorno dopo la mezzanotte, mentre l’ordine del giorno in discussione va concluso». Un’interpetazione che sembra ragionevole (Chi mai lascerebbe una discussione a metà, una volta che ci si è arrivati?) ma che causa altri tre quarti d’ora di discussioni e votazioni di emendamenti. Alla fine, tutti sfiniti, si è giunti al risultato scontato: approvazione del regolamento proposto dalla maggioranza – con l’aggiunta di un emendamento proposto da Luca Boldetti approvato all’unanimità – con i voti della sola maggioranza. Dopodichè, tutti a casa, con buona pace delle mozioni.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Luglio 2023
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