Le sirenette secolari di Samarate “amputate” dai vandali
Le statue al parco di Villa Montevecchio, che un tempo reggevano dei vasi di fiori, sono state danneggiate pesantemente, altre statue sono state "decorate"
«Centoventicinque anni, due guerre, manifestazioni musicali, culturali e non accade nulla. Poi arriva la nuova generazione e la bellezza scompare per sempre».
È quasi uno sfogo, quello di Emanuela Signorini, di fronte allo scempio compiuto ai danni delle statue di sirena nel parco di Villa Montevecchio a Samarate. Che sono state “amputate”, colpite al viso e ai seni.
Signorini fa parte del gruppo Ortensie Blu, che si occupa del parco – dove ha ideato l’abbraccio blu con ortensie, appunto – e di altri spazi verdi a Samarate. L’ultimo danneggiamento Signorini lo riconduce a una serie di episodi «provocati da un gruppetto di giovani».
«Adesso è capitato alle sirenette portavasi del parco. Quest’autunno, sempre segnalato da noi, era toccata alla balaustra lato Est del parco. In quell’occasione i volontari hanno recuperato sette colonnine gettate ovunque e le hanno chiuse dentro la Villa per sottrarle ai vandali».
Le statue di sirena – di ascendenza antica, simbolo di fertilità – sono relativamente frequenti proprio nei parchi, spesso associate al tema dell’acqua (come nel caso delle Sirenette del ponte sul naviglio a Milano, poi finito al Parco Sempione). Nel caso specifico risalgono appunto alla costruzione della villa Montevecchio, costruita all’inizio del Novecento (1897-1903) dall’ingegnere Cecilio Arpesani per l’imprenditore locale Carlo Ricci: in origine sostenevano dei vasi di fiori, dentro ad un giardino che proponeva (e per certi versi propone ancora) suggestioni di gusto romantico, tra angoli boscosi, aree aperte, un gazebo in forma di torre.
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