“McDermott può fare molto bene in Europa: è un’ala che sa giocare per la squadra”

Chi è il nuovo americano scelto dalla Pallacanestro Varese? Quali sono le qualità che potrà portare Sean McDermott alla nuova Openjobmetis? Per descrivere il 27enne dell’Indiana (proveniente dai Memphis Hustle che giocano in G-League) abbiamo chiesto un parere a Giuseppe Marmina. Bustocco di origine ma anche volto noto nella Città Giardino (era socio dell’etichetta musicale Ghost Record), Marmina nel recente passato ha collaborato con Octagon, la grande agenzia americana che ha tra i propri giocatori anche McDermott.

Giuseppe, innanzitutto come hai iniziato a seguire Mc Dermott?

«Sono appassionato di NCAA e Sean arriva da una università importante, Butler (che ha sede a Indianapolis ndr) di cui allora vidi diverse partite. Durante la mia collaborazione con Octagon quindi, ho avuto modo di tenerlo d’occhio anche in seguito. Una cosa importante è che McDermott ha completato il ciclo di studi a Butler, quattro anni: questo è un bene per la preparazione tecnica di un giocatore».

Quali sono le qualità che ti sei appuntato su di lui? E i difetti?

«Mi è sempre piaciuto. Innanzitutto ha un ottimo rilascio al momento del tiro, morbido e preciso. Poi è un giocatore silenzioso che però in campo dà tutto: è un difensore affidabile, si muove bene senza palla, è attento nel far girare bene i compagni. Se la squadra segue le sue caratteristiche può davvero rendere al meglio.  Tra i difetti metterei un atletismo non elevato che lo porta a soffrire le difese molto fisiche. È un discreto rimbalzista per il ruolo, specie a rimbalzo difensivo».

Che prospettive può avere in Italia e in Europa?

«Io ho aspettative alte per lui: penso che possa fare molta strada. Come dicevo, non ha sufficiente esplosività per restare in NBA e questo potrebbe anche limitarlo in certi aspetti del gioco, però mi sembra tagliato per i campionati europei. E per le coppe importanti».

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A giudicarlo dai video che si trovano online, sembra un “numero 3” fatto e finito, sia per le qualità al tiro, sia per il fisico, sia per la capacità di mettere palla a terra.

«Sì, sono d’accordo. È un’ala piccola con un discreto trattamento di palla che potrebbe dare anche qualche minuto da ala forte, specie in attacco perché in difesa potrebbe soffrire giocatori più stazzati. Oppure può anche spostarsi in guardia in caso di bisogno e del resto a Varese quei tre ruoli non sono così definiti».

C’è un giocatore cui può essere paragonato tra quelli del campionato italiano?

«Per certi versi mi ricorda J.P. Macura, l’esterno del Derthona. Lo si può accostare anche se ci sono differenze: Macura è più uno “sparatore” al tiro, McDermott invece tende a selezionare di più le conclusioni e si muove meglio senza palla. Però come l’ex piemontese è un’ala che ha, come detto, caratteristiche anche da guardia. Per gli appassionati di NBA invece, lo accosterei a Duncan Robinson dei Miami Heat».

Per concludere, a livello personale che riscontri ci sono su di lui?

«Ottimi. È stato molto amato da compagni di squadra e allenatori, non ha mai dato alcun problema al di fuori del campo di gioco. Aggiungo che l’agenzia è felice della sua collocazione a Varese che è ritenuta una società interessante sia per la sua storia sia anche per le prospettive che può dare al giocatore. E il fatto di disputare la coppa è stato importante per il suo arrivo in Europa».