Per l’albero spezzato di Luino ci sono due indagati. La Procura dispone accertamenti tecnici
In tutto saranno cinque gli esperti che valuteranno le condizioni dell’ippocastano caduto su otto persone il 26 giugno scorso all’uscita dall’oratorio
La Procura della repubblica di Varese ha iscritto nel registro delle notizie di reato due persone, un architetto e un geometra del Comune di Luino, per il fatti del 26 giugno quando il pesante ramo di un ippocastano si è staccato poco prima delle 18 di quel lunedì fuori dalla chiesa di San Pietro dove diverse persone stavano aspettando l’uscita dei bimbi dell’oratorio.
La conferma arriva da palazzo di giustizia dove martedì diversi legali erano presenti alla seconda notizia importante della giornata poiché legata al ferimento delle otto persone travolte dal fusto spezzatosi all’improvviso, vale a dire la decisione da parte sempre della Procura varesina di fare eseguire un “accertamento tecnico non ripetibile” sul tronco rimasto piantato a terra ma amputato di ogni ramo, azione provvidamente svolta dai vigili del fuoco di Luino che la sera stessa con un’autoscala tagliarono tutti i rami della pianta dopo il sequestro d’iniziativa deciso dai Carabinieri di Luino.
Il sequestro della pianta, che risulta tuttora transennata, confermato dai magistrati che stanno coordinando le indagini, era difatti propedeutico proprio dagli accertamenti disposti e che verranno eseguiti dall’agronomo incaricato dalla Procura, il dottor Raffaele Orrù. Le parti, vale a dire alcune delle persone rimaste coinvolte nel crollo della pianta (3) e i due indagati, hanno a loro volta nominato dei periti che secondo la legge «hanno diritto» «di partecipare agli accertamenti e di formulare osservazioni e riserve».
Dunque i difensori dei due indagati, gli avvocati Paolo Bossi e Daniele Pizzi, oltre a quelli delle persone offese dalla lesioni personali (è questo il reato contestato) che sono Sabina Mantovani e Anna Sanfilippo del foro di Milano per made e figlia travolte dal legname, oltre ad un’anziana residente a Luino patrocinata dall’avvocato Elisabetta Brusa hanno nominato dei periti di parte fra i quali spicca il nome dell’agronomo Daniele Zanzi, ex vice sindaco di Varese, anch’egli noto esperto di piante di alto fusto (anche rese “famose“ per via delle cronache, basti ricordare il “Piantone” di Varese ma anche il tiglio secolare nei pressi del cimitero di Orino o il recente “caso“ delle piante al parcheggio di Cuveglio abbattute per un progetto di rifacimento del piano stradale).
Insomma a mettere le mani, gli occhi, e quant’altro la scienza consente su quello scampolo di ippocastano che ancora oggi campeggia nell’aiuola fuori dalla chiesa sarà un vero e proprio pool di esperti (alcuni che verranno anche da fuori provincia). Ma per sapere cosa? Il quesito della perizia è in realtà semplice, e come spesso avviene per casi come questo dettato più dalla logica che dalle esigenze di giustizia: perché il ramo della pianta è caduto, se il fatto poteva evitarsi, domande finalizzate a valutare eventuali responsabilità penali in capo a qualsivoglia soggetto. Gli accertamenti consistono nel sopralluogo, con analisi sul posto in date da concertare tra i tecnici.
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