L’economia varesina affronta la sfida del “paradigma della complessità”
Il report di Spazio Indagine Varese, l’osservatorio sul terziario realizzato su mandato degli enti bilaterali del Terziario e del Turismo da EconLab Research network restituisce della provincia di Varese un’immagine in completa trasformazione
Il report di Spazio Indagine Varese, l’osservatorio sul terziario degli enti bilaterali del turismo e del terziario della provincia di Varese, realizzato come ormai di consueto da EconLab Research network, restituisce della provincia di Varese un’immagine in completa trasformazione ,dove gli elementi di crisi si evidenziano tra chi a questa trasformazione oppone ancora resistenza.
«L’economia della provincia di Varese dipende per 2 terzi dall’andamento del terziario, si tratta di piu di 51mila imprese – sottolinea Alessandro Minello, docente a Cà Foscari e responsabile di EconLab, che realizza periodicamente i report provinciali e ha illustrato il report agli operatori nella sede di Uniascom – In questo settore vediamo una flessione dello 0,7 per cento, 366 in meno. Cosa sta dietro a questo dato? C’è che c’è una reazione in atto a livello provinciale: il terziario, cosi come l’industria (che perde quasi 400 imprese, -1,7%) mostra una trasformazione, in uno scenario molto piu complesso rispetto agli anni precedenti».
Di fronte a questo scenario: «Il sistema reagisce, e porta segni negativi e positivi: è il paradigma della complessità – prosegue Minello – Un dato che segnala il fatto che siamo di fronte a una trasformazione, non ad una crisi, è la crescita dell’occupazione. Se non ci fosse, ci sarebbe declino. Aumenta però la flessibilità, aumentano i contratti intermittenti e quelli di somministrazione, mentre diminuiscono non solo i contratti a tempo indeterminato ma anche quelli a tempo determinato».
Da sinistra: Alessandro Minello con i presidentei degli enti Bilaterali di terzirio e Turismo Alessandro Castiglioni, Giuseppe D’AcquaroIL TERZIARIO
Nel corso del 2022, si riscontra una flessione complessiva di -718 unità locali (-0,9%), buona parte delle quali afferenti al sistema terziario (-366 unità locali pari al -0,7%). «Un settore che aveva reagito con forza alla crisi pandemica, registrando un aumento inaspettato delle principali variabili economiche durante l’ultimo biennio, ma che nella seconda parte dell’anno ha risentito del contesto globale condizionato dal protrarsi del conflitto russo-ucraino e da un’emergenza energetica alle porte».
Al 31 dicembre, la provincia di Varese contava un totale di 51.114 imprese terziarie attive. A subire il maggior contraccolpo sono proprio le aziende del luogo, sedi principali d’impresa (-1,1%) e relative succursali (-0,7%), anche se continua ad aumentare il numero di unità locali secondarie con sede fuori provincia (+1,8%), consolidando il trend di crescita che ne vede l’espansione progressiva dal 2018 (+8,9% pari a +536 localizzazioni nel corso del quadriennio).
In compenso, l’occupazione nel terziario varesino continua a crescere, mostrando un elevato turnover del mercato (il numero di avviamenti e cessazioni supera i volumi del 2018- 2019), ma i posti di lavoro maturati nel corso 2022 sono inferiori al bilancio del 2020, l’anno dell’avvento della pandemia. Nel corso del 2022, il sistema informativo “Sintesi” della Provincia di Varese ha registrato un totale di 90.950 avviamenti e 84.494 cessazioni di rapporti di lavoro nel settore terziario del territorio, per un bilancio occupazionale complessivo di +6.456 posti di lavoro.
Le nuove posizioni lavorative provengono prevalentemente dalle aziende dell’Area varesina(+4.809) e si distribuiscono tra i settori del turismo (+4.128) e dei servizi (+3.192), mentre continua ad aggravarsi la situazione nel commercio (-864).
Si tratta di un’occupazione sostanzialmente giovanile, che coinvolge +7.174 under 30, ma ancora instabile e fortemente caratterizzata da un continuo aumento dei posti di lavoro “a chiamata” (+10.464) e parasubordinati (+3.549), a discapito di quelli a tempo determinato (-6.803).
In crisi vera invece l’area territoriale di Gallarate – Malpensa (-559), l’unica ad evidenziare un bilancio occupazionale negativo, a causa della flessione registrata nel settore della logistica aeroportuale.
COMMERCIO
Dopo la sorprendente crescita del 2021, riaffiora lo spettro di una crisi che coinvolge sia le attività all’ Ingrosso (-271 pari al -4,2%) che aL Dettaglio (-120 pari al -1,3%), dove appaiono più in difficoltà gli esercizi in Sede fissa e rallenta la scalata dell’ Online.
Al 31 dicembre 2022, il commercio conta un totale di 18.248
localizzazioni attive in provincia di Varese (il 35,7% dell’economia
terziaria locale).
I dati provenienti dall’archivio Infocamere rilevano una drastica riduzione del tessuto imprenditoriale (-438 unità locali pari al -2,3%), che coinvolge in misura maggiore i settori Tessile e abbigliamento (-150 pari al -3,7% con una predominanza di esercizi specializzati) ed Elettronica e telecomunicazioni (-32 pari al -6,0% in maggior parte esercizi non specializzati).
Continuano a peggiorare dalla precedente annualità anche la Casa e arredo(-1,6%) e lo Sport e cura della persona (-2,4%), specialmente nella vendita all’Ingrosso di articoli sportivi (-26,8%). Dopo un anno eccezionale di sviluppo, tornano a diminuire il commercio Alimentare (-2,3%) e di Autoveicoli (-1,7%). Cresce invece il Commercio online (+12,7%), anche se a tassi più contenuti delle precedenti annualità.
Al 30 giugno 2021, più dei tre quarti (73,7%) delle attività del commercio sono concentrate tra i territori dell’ Area varesina (28,0%), di Gallarate – Malpensa (23,5%) e di Busto Arsizio – Seprio (22,2%), che però subiscono le più importanti perdite: per numero di imprese nell’Area varesina(-159 pari a -3,0%), di Busto Arsizio – Seprio(-94 pari al -2,3%) e di Gallarate – Malpensa(-78 pari al -1,8%) il calo è più severo in termini assoluti e il numero di attività all’ingrosso uscite dal mercato costituisce in media il 66,9% del bilancio negativo dell’anno.
In termini percentuali, è invece più penalizzata l’Area montana e valli(-58 pari al -4,1%), dove la flessione della vendita all’ingrosso raggiunge un picco del -9,0%. Variazioni più contenute si rilevano nell’Area saronnese(-38 pari al -1,8%) – il territorio con la vocazione commerciale più elevata (1.03) e l’unica a rilevare un aumento, seppur minimo, degli esercizi al dettaglio (+4 pari al +0,4%) – e in quella del Lago Maggiore(-11 pari al -0,8%), caratterizzata dal più basso indice di specializzazione settoriale della provincia (0.95).
In questo contesto, il mercato del lavoro del commercio sembra non uscire dalla spirale negativa innescata dalla crisi pandemica, nonostante i flussi occupazionali stiano tornando ai livelli del 2019. Nel 2022in provincia di Varese si contano 11.070 avviamenti (+12,8%) e di 11.934 cessazioni contrattuali (+18,5%) nel settore del commercio, per un bilancio occupazionale complessivo di -864 posti di lavoro al 31 dicembre.
Una crisi che colpisce prevalentemente l’occupazione negli esercizi al Dettaglio (-460), ma non esime nemmeno quelli dell’Ingrosso(-213). Tra i più penalizzati in questo periodo, i lavoratori di età compresa tra i 30 e i 49 anni (-684), impiegati con contratto a tempo determinato (-1.462), specialmente nei settori Alimentare(-218), degli Autoveicoli(-191) e dell’Elettronica e telecomunicazioni(-101).
Le zone del territorio che hanno subìto le perdite maggiori sono state l’Area varesina (-497), Gallarate – Malpensa (-284) e Busto Arsizio – Seprio (-263), dove si riscontrano anche i cali imprenditoriali più consistenti. Questa nuova ondata negativa ha investito tutta la provincia, ad eccezione del Lago Maggiore(+188) e dell’Area saronnese(+63), la cui occupazione risulta in crescita dalla seconda parte del 2021.
IL TURISMO
Dopo la forte espansione del 2021 e i trend positivi della prima parte del 2022, l’anno si conclude con un bilancio complessivo in ribasso, all’interno del quale è il calo imprenditoriale avvenuto nel settore della Ristorazione a incidere maggiormente.
Al 31 dicembre 2022, il turismo conta un totale di 5.974 localizzazioni attive in provincia di Varese (l’11,7% dell’economia terziaria locale). Nel corso dell’anno, il tessuto imprenditoriale del territorio è risultato in contrazione (-42 unità locali pari al -0,7%), nonostante i buoni risultati del primo semestre(+39 pari al +0,6% tra gennaio e giugno).
Subisce il contraccolpo più evidente alla crisi del secondo semestre il settore della Ristorazione (-32 pari al -0,6%), al cui interno sono i Bar senza cucina (-71 pari al -3,1%), in modo particolare, a manifestare le maggiori difficoltà.
Al 31 dicembre 2022, più dei tre quarti (68,4%) delle attività del turismo sono concentrate nei territori dell’ Area varesina (28,3%), di Gallarate – Malpensa (21,4%) e di Busto Arsizio – Seprio (18,7%) Le zone maggiormente colpite all’interno del territorio risultano: l’Area saronnese(-30 pari al -4,7%), in cui si registra la flessione più severa nel settore della Ristorazione(-5,5%); l’Area montana e valli(-18 pari al -3,0%), dove al contempo emergono con forza le attività di Mensa e catering(+45,5%); il Lago Maggiore(-16 pari al -2,3%), l’area con la maggior vocazione turistica (l’indice di specializzazione settoriale è pari a 1.52), che fino a metà anno aveva evidenziato l’incremento percentuale maggiore della provincia e in cui si nota un calo importante delle Strutture ricettive(-5,9%). In controtendenza l’Area varesina(+21 pari al +1,3%), l’unica in cui si riscontrano trend di crescita costanti da inizio anno, in particolare nella Ristorazione(+1,5%). Minime le variazioni per i comuni afferenti a Gallarate – Malpensa(-3 pari al -0,2%) e a Busto Arsizio – Seprio(+4 pari al +0,4%), dove però l’indice di specializzazione settoriale segnala la concentrazione più bassa di esercizi turistici (0.91 e 0.83) rispetto alla media provinciale.
La domanda di lavoro nel turismo è però in crescita continua e il bilancio al 31 dicembre eguaglia i già ottimi risultati del 2021, in linea con quelli del 2018, sospinto dalla richiesta di personale negli ambienti ristorativi.
Nel corso del 2022, in provincia di Varese si contano un totale di 20.000 avviamenti (+45,5%) e di 15.872 cessazioni di rapporti di lavoro (+65,2%) nel settore del turismo, per un bilancio occupazionale complessivo di +4.128 posti di lavoro al 31 dicembre. Il 78,5% dei rapporti avviati durante l’anno è da ricondurre al settore dellaRistorazione, dal quale proviene anche la maggior parte dei posti di lavoro sviluppatisi in provincia (+3.779). Il mercato favorisce gli under 30 (+3.392), con contratti quasi esclusivamente “a chiamata” (+5.123), impiegati prevalentemente in Bar e ristoranti(+2.796), Mense e catering(+810) e Alberghi(+314, miglior performance dal 2018).
Le zone del territorio più attrattive sono state l’Area varesina(+1.359) e soprattutto Gallarate – Malpensa(+1.115), dove i flussi occupazionali raddoppiano rispetto al 2021 (+128,5% gli avviamenti e +149,2% le cessazioni). Buoni i riscontri anche nell’area del Lago Maggiore(+623) e di Busto Arsizio – Seprio(+573), mentre nel resto della provincia si evidenziano saldi occupazionali più contenuti.
Nel corso del 2022 si registrano 1.077.495 arrivi e 1.978.894 presenze in provincia di Varese, in aumento rispettivamente del +68,1% e del +54,1% dal 2021, in recupero rispetto al periodo pandemico. Oltre i tre quarti delle movimentazioni turistiche dell’anno afferiscono agli esercizi alberghieri, che raccolgono l’87,7% degli arrivi (944.554) e il 74,6% delle presenze (1.476.787) nel territorio. In particolare, i turisti stranieri rappresentano il 57,8% degli arrivi (+118,3%) e il 56,6% delle presenze (+96,8%) nelle strutture di accoglienza della provincia, evidenziando un incremento importante dei flussi rispetto al 2021*.
I SERVIZI
A crescere in modo maggiore nell’arco dell’anno è il tessuto imprenditoriale delle aree territoriali con il più alto indice di specializzazione settoriale:Gallarate – Malpensa(+51 pari al +0,8%) e dell’Area saronnese(+33 pari al +1,1%), in cui si rilevano rispettivamente la migliore performance dei Servizi alla persona(+77 pari al +4,5%) e dei Servizi alle imprese(+36 pari al +3,6%).
Aumenti più contenuti si osservano nel Lago Maggiore(+13 pari al +0,7%), che registra la migliore performance nel settore della Sanità e servizi sociali(+6,9%), nella zona di Busto Arsizio – Seprio(+16 pari al +0,3%), che evidenzia lo sviluppo più importante nel Terziario avanzato(+2,0%), e nell’Area montana e valli(+3 pari al +0,2%), dove crescono maggiormente Altre attività dei servizi(+1,6%).
L’ Areavaresina è l’unica a subire un’arresto*,nonostante la concentrazione di servizi più elevata della media provinciale (l’indice di specializzazione è di 1.02). Le categorie più colpite riguardano i settori dello Sport e benessere(-9,0%) e del Credito e finanza(-1,3%).
La domanda di lavoro supera i livelli pre-pandemici, ma il bilancio occupazionale è il più basso degli ultimi cinque anni.
Nel corso del 2022, in provincia di Varese si contano un totale di 59.880 avviamenti (+11,1%) e di 56.688 cessazioni di rapporti di lavoro (+16,2%) nel settore dei servizi, per un bilancio complessivo di +3.192 posti di lavoro al 31 dicembre.
Nel complesso del settore, si evidenziano due tendenze principali: una forte espansione occupazionale all’interno del Terziario avanzato(+3.539), dove la domanda di lavoro aumenta del +70,5%, e un notevole calo nel reparto della Logistica(-1.372), con difficoltà più marcate per i lavoratori deiServizi connessi al trasporto aereo(-967) di passeggeri, animali o merci. Favoriti dal mercato, i giovani under 30 (+3.306), le forme intermittenti (+4.687) e parasubordinate (+3.272), a discapito del tempo determinato (-4.231).
A livello territoriale, è l’Area varesina(+3.947) a convogliare il maggior numero di lavoratori, mentre emerge un fenomeno anomalo in quella di Gallarate – Malpensa(-1.390), che per la prima volta registra una perdita occupazionale, oltretutto di rilevante portata.
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