Tra forze dell’ordine e amici di una vita l’ultimo saluto a Varese di Giancarlo Cartabia
Si è spento, a distanza due anni dalla sua amata moglie Teresa, Giancarlo Cartabia, padre dell'ex ministro della giustizia Marta. I funerali avvenuti nella "sua" Giubiano, dove si era trasferito da Legnano
Si è spento, a distanza due anni dalla sua amata moglie Teresa, Giancarlo Cartabia, padre dell’ex ministro della giustizia Marta. E i funerali, come per Teresa nel 2021, sono stati celebrati a Varese e più precisamente nella “sua” Giubiano, dove viveva – nell’appartamento di un palazzo realizzato da lui stesso – da quando si era trasferito da Legnano.
Un ultimo saluto, come è successo ai funerali di sua moglie, che ha mescolato le più alte istituzioni, specie delle forze dell’Ordine, agli amici di una vita: dalla comunità della parrocchia varesina ai nipoti e agli amici dei nipoti, con un mix di generazioni commovente.
E, seduto in una panca in fondo, anche il sindaco di Varese, Davide Galimberti, che non se n’è andato prima di salutare l’ex ministro e si è intrattenuto con il comandante dei Carabinieri Gianluca Piasentin, mentre fuori e dentro la chiesa si mescolavano le rappresentanze anche della Polizia e della Guardia di Finanza, mentre poliziotti e Polizia Locale assicuravano una “serenità logistica” alla funzione della chiesa che si affaccia sulla trafficata piazza Biroldi, quella dell’ospedale del Ponte.
Ma sono stati soprattutto i tre concelebranti a sottolineare con la loro presenza l’importanza del saluto spirituale, della necessità di un rito allo stesso tempo intimo e sociale che riconoscesse anche in terra il ricongiungimento dei due cuori di Giancarlo e Teresa: «Che ora raggiungono la pienezza della vita eterna, per due persone che si sono amate tutta la vita con pienezza» come ha spiegato don Julian Carron, celebrante principale e responsabile dell’omelia.
Don Julian Carron, spagnolo, non è un prete qualunque: teologo e linguista, studioso di aramaico antico e greco biblico, è stato dal 2005 al 2021 presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione e diretto successore del suo fondatore, Luigi Giussani. Accanto a lui, a rappresentare la parrocchia di Giubiano di cui i Cartabia sono stati per tutta la seconda parte della loro vita parrocchiani, don Giuseppe Pellegatta, che è anche cappellano del carcere dei Miogni a Varese, e quindi a suo modo in collegamento diretto con il Ministro della Giustizia.
Dall’altro lato, c’era Don Romeo Maggioni che ha rivolto un ultimo ricordo del “geometra Cartabia” raccontando una storia che lo ha riguardato da vicino: «Negli anni ’70 mandarono un giovane prete a fondare una nuova parrocchia a Legnano. Ero io, avevo 30 anni, e ne avevano avuto di coraggio per mandarmi li, in un posto dove c’erano ancora le robinie, e nemmeno un vero quartiere. Ma fortunatamente ho trovato chi mi ha aiutato in questa missione, e tra i primi che l’hanno fatto c’era proprio Giancarlo. In 7 anni grazie a lui è stato realizzato il primo asilo parrocchiale, che funziona ancora ora. Poi abbiamo realizzato la chiesa, e intorno si è sviluppato tutto un quartiere: un miracolo, come miracoloso è stato trovare Cartabia e la sua impresa sulla mia strada, che ha potuto aiutarmi cosi concretamente. Perciò, io sono qui a dire al Signore, cosi come nella preghiera di Salomone: “Guarda che ha costruito una chiesa, trattatelo bene”».
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