Tra Sacro e Sacro Monte, un’edizione da record tra ringraziamenti e progetti
Il bilancio del direttore artistico Andrea Chiodi all’indomani dell’ultimo evento del festival che ha portato sul monte più di 2500 spettatori per i grandi spettacoli di prosa del giovedì e tutti gli eventi collaterali in cartellone
«Grazie festival, grazie Sacro Monte, grazie Varese! E non solo», commenta così il direttore artistico Andrea Chiodi all’indomani dell’ultimo evento del festival che ha portato sul monte più di 2500 spettatori che hanno assistito ai grandi spettacoli di prosa del giovedì e a tutti gli eventi collaterali in cartellone.
Il poker d’artisti del giovedì ha permesso di vedere sotto una luce inconsueta ciascun artista.
«Simone Cristicchi, grandissimo musicista, per molti è stato una scoperta nei panni dell’attore. Come da tradizione del festival, poi, c’è stata una figura femminile nonché interprete di spessore della prosa itaiana: Maria Paiato. Ha incantato il pubblico del festival con l’energia della interpretazione data alla figura dell’Innominato manzoniano. Giacomo Poretti, qui gioco in casa perché ho diretto lo spettacolo, ha la straordinaria capacita di mescolare il dramma alla risata rimanendo sempre credibile e vero. Sentire infine la Via Sacra riecheggiare della voce di un mostro sacro come Giancarlo Giannini non ha eguali».
La gratitudine di Chiodi è un sentimento che va a moltissimi: «A partire dalle istituzioni, sia chi ci accompagna da sempre a chi è arrivato più recentemente. La cultura ha bisogno di essere sostenuta e accompagnata dalla lungimiranza di chi si occupa della cosa pubblica».
Gli spettatori sono stati e sono, secondo Chiodi «il motore di questo festival. Dopo quattordici anni mi stupisco ancora quando incontro chi ha fatto chilometri per raggiungerci e senza battere ciglio prende la navetta e si lascia stupire prima che dallo spettacolo dal borgo del Sacro Monte».
E proprio il borgo «è il senso e il cuore di questo festival. Ha senso perché è qui. Ha senso perché questo è un luogo che, più di moltissimi altri, porta ad interrogarsi contemplando la forza, la bellezza e, ahimè, talvolta la violenza del Creato. Ci siamo impegnati molto, anche con incontri specifici, per far coincidere le esigenze di chi qui vive e opera con quelle della manifestazione. Certo c’è ancora molto da fare, ma il dialogo è una grande opportunità di miglioramento».
Il bilancio dell’edizione 2023 è «davvero positivo. È una scommessa che ogni anno miriamo a vincere. L’attenzione di pubblico e stampa hanno gratificato me e il folto gruppo di collaboratori che ci permette un mese abbondante di iniziative culturali».
Le collaborazioni con Karakorum teatro, Villa Panza e il Fai, il premio Chiara, l’Ordine degli Architetti, partner pubblici e sponsor privati hanno mirato «a creare, mantenere e sviluppare un ambiente culturale virtuoso e vivace».
Ed è da queste basi che si guarda già alla prossima edizione: «Sarà speciale perché ormai il nostro festival è un “ragazzino” e per i suoi 15 anni avrà certamente dei regali speciali. Spero che tantissimi vorranno scoprirli perché siamo già al lavoro. Ci vediamo a Tra Sacro e Sacro Monte 2024».
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