Un testimone a Gemonio ha assistito alla scena: “Ho visto la macchina partire e schiacciare la ragazza”

Un giovane ha visto quanto accaduto sabato sera fuori dalla pizzeria di via Garibaldi a pochi metri dalla casa della vittima. Prima dei fatti un litigio con un uomo, “poi ha ingranato la prima e l'ha travolta"

Generico 03 Jul 2023

Non si è trattato di un “semplice“ incidente, di un’auto pirata che ha travolto e ucciso Giuseppina Caliandro, 41 anni, residente a Gemonio in via Garibaldi, pochi metri da dove sabato sera ha trovato la morte. In paese già dalla mattinata di domenica si rincorrevano voci di ogni genere che andavano oltre la ricostruzione ufficiale, vale a dire quella del pirata della strada, dell’incidente causato da un’auto che travolge una persona e la lascia ferita senza fermarsi e prestare i soccorsi.

Ma è da un testimone che ha assistito alla scena, e che ha deciso di denunciare il fatto ai carabinieri che la vicenda prende una piega decisamente diversa, quella dell’omicidio volontario aggravato.

A parlare è un ragazzo di 26 anni che vive in un paese non distante da Gemonio e che sabato sera aveva ordinato delle pizze nel locale che si trova proprio in via Garibaldi, la continuazione di via Roma che si imbocca dalla provinciale, quella che porta ad Azzio. Lì Matteo era arrivato con gli amici per prendere delle pizze ordinate al telefono e si è trovato davanti il classico mini ingorgo del sabato sera con avventori che cercano dove lasciare l’auto, i mezzi di chi lavora e deve consegnare a domicilio le pizze e clienti in attesa.

«Verso le nove, nove e un quarto di sera ho sentito un litigio, con parole pronunciate ad alta voce, urla, bestemmie e poi ho notato un uomo con una maglietta strappata che camminava. Stava probabilmente litigando con una ragazza. Aveva parcheggiato anche lui nei paraggi e ho notato che al momento di salire la ragazza aveva colpito la carrozzeria dell’auto o forse direttamente il conducente che ha messo in moto».

A quel punto secondo la ricostruzione del testimone che ha raccontato il fatto ai carabinieri della stazione di Cuvio, c’è un uomo nell’auto e la ragazza – Giusy Caliandro – che è a piedi, qualche metro dopo l’arco che rappresenta l’ingresso di casa sua, all’altezza di un dosso stradale (nella foto, all’altezza dei contatori del gas).

È qui che avviene secondo il testimone, l’investimento volontario da parte dell’uomo. «Il conducente dell’auto ha messo in moto, ha fatto un paio di metri in retro poi ha ingranato la prima e ha schiacciato la ragazza contro al muro, per poi scappare».

Nella fuga verso il centro paese, superata la piazza, il conducente ha però un contatto con un veicolo guidato da un residente che stava in quel momento arrivando in senso contrario: le strade sono quelle di un piccolo centro, molto strette in quel punto dove due veicoli passano appena.

L’uomo nota alcuni tratti somatici di chi è al volante che vengono comunicati subito ai carabinieri, assieme alla targa o parte della targa del veicolo in fuga. Sul posto si forma una piccola folla, c’è chi cerca in qualche modo di parlare a Giusy, di aiutarla. Matteo, il testimone, chiama il 112 e segue le istruzioni dell’operatore, poi arrivano ambulanze e carabinieri, ma la ragazza è già incosciente: morirà all’ospedale di Circolo.

I carabinieri, coordinati dalla Procura di Varese stanno indagando: c’è la targa, il modello dell’auto e il colore, e le telecamere che non avrebbero ripreso la scena ma di certo hanno ripreso a quell’ora una rosa di veicoli che si sono mossi attorno a Gemonio, paese piccolo e che viene attraversato da una statale nella quale sono presenti “varchi” elettronici in grado di leggere la targa dei veicoli in transito.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Luglio 2023
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