Astuti (Pd): “La destra ha paura del referendum popolare sulla sanità regionale”
Il Consiglio regionale, il 12 settembre prossimo, deciderà a maggioranza se decretarne o meno l’ammissibilità e dare quindi il via alla raccolta delle firme o al sostegno dei consigli comunali
«Impedire che i cittadini si esprimano su un tema così importante e sentito come la sanità sarebbe un atto di arroganza. Il sistema sanitario regionale è stato impostato dal centrodestra sul principio della massima libertà d’azione per la sanità privata ma questo sistema, da anni, sta mostrando tutti i suoi limiti. I casi più evidenti sono l’allungamento a dismisura delle liste di attesa, che favorisce il ricorso agli esami a pagamenti, e il depauperamento della sanità territoriale, perché non è un settore altrettanto remunerativo di quello ospedaliero. Il referendum è proposto da sindacati e associazioni, la destra lo vuole stroncare sul nascere perché ha paura del confronto e di mettere in discussione la propria impostazione politica che, lo ripeto, oggi non regge più. Il 12 settembre il Consiglio regionale si assumerà una responsabilità importante: noi sosterremo il diritto dei lombardi di esprimere il proprio giudizio, quanto alla destra, lo vedremo».
Lo dichiara il consigliere regionale del PD Samuele Astuti in merito all’esito dei tre quesiti referendari regionali abrogativi di parti della legge sanitaria lombarda, volti a scardinare la piena equivalenza tra sanità privata e pubblica in Lombardia.
Il Consiglio regionale, il 12 settembre prossimo, deciderà a maggioranza se decretarne o meno l’ammissibilità e dare quindi il via alla raccolta delle firme o al sostegno dei consigli comunali.
Si ricorre al voto in Aula in quanto l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, per decisione dei tre componenti di centrodestra, il 25 agosto scorso ha ritenuto di non ratificare l’ammissibilità, di conseguenza la legge regionale n. 34 del 1983 rinvia la decisione all’assemblea.
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