Dal Liceo Artistico di Busto Arsizio all’India per insegnare la “creatività italiana” ai professori locali
Per quattro anni un team del Liceo Artistico Coreutico di Busto Arsizio ha collaborato ad un progetto europeo per la formazione di docenti in India: "Hanno degli standard altissimi nella formazione, manca la creatività"
«In India hanno degli standard altissimi nella formazione, hanno un sistema di istruzione molto rigido e creano professionalità molto specializzate. Quello che manca loro è la creatività ed è per questo che hanno chiesto aiuto a noi». La professoressa Patrizia Fazzini spiega così il progetto europeo che da quattro anni sta coinvolgendo il Liceo Artistico e Coreutico di Busto Arsizio nella formazione dei docenti indiani.
«L’obiettivo del progetto Erasmus India Edureform è la riforma dei curricola universitari dei futuri docenti e la formazione continua del personale -spiega Fazzini-. Le istituzioni ormai ritengono importante pensare come formare menti creative per uscire da uno schematismo che ha prodotto buoni risultati ma che ora non funziona più». Per farlo è stato messo insieme un pool di università europee con l’aggiunta di una sola esperienza liceale, quella del Candiani Bausch appunto. «Siamo partiti nel 2019 e il covid ha rischiato di fare arenare tutto -continua- e ora che il progetto si avvia alla conclusione abbiamo realizzato un manuale a disposizione di tutti i docenti oltre ad una piattaforma online con videolezioni che permettono anche di mettere in pratica gli insegnamenti».
Un progetto molto ambizioso e complesso che ha visto anche un vero e proprio scambio tra i docenti. Uno di quelli che è andato in missione in India è Francesco Marelli. «L’inizio degli incontri è stato sempre molto imbarazzante e diffidente -racconta- perché il nostro metodo di insegnamento è molto diverso dal loro. Ma bastava davvero solo qualche ora per far cogliere l’ambizione del progetto e quindi tutti diventavano estremamente partecipi e ricettivi». Differenze educative che si vedono già solo entrano in un’aula dal momento che «loro hanno gruppi classe da 60 ragazzi» gestiti con una disciplina molto rigida «al punto che anche i ragazzi delle primarie che ti incontrano nei corridoi si inchinano».
Un fiore all’occhiello per l’istituto di via Manara che ha creato una squadra composta anche dai professori Marco Ghelardi, Stefania Cattaneo, Angela Perrino, Ilaria De Santis e Simone Olivari e che è stato imbastito quando l’istituto era guidato da Andrea Monteduro. «Il motivo per cui la nostra scuola è stata inserita in una lista di università -spiega l’attuale dirigente, Maria Silanos- è che qui ci sono sono corsi con tutte le arti: visive, performative, teatro, musica e coreutico. Un’unione che è rara anche in Italia e che proprio per questo ci ha fatti scegliere per questo progetto».
E sarà proprio a Busto Arsizio che giovedì 7 settembre avrà luogo un convegno con tutti i partner europei e indiani del progetto alla presenza della Console indiana T. Ajungla Jamir durante il quale verranno approfonditi i temi delle nuove modalità di didattica. «È molto bello pensare a tutte queste realtà internazionali che verranno qui in città -commenta Cinzia Cerana, assessore all’istruzione della città- sia per approfondire tematiche di istruzione ma anche per cogliere la peculiarità della nostra socialità. Un elemento, questo, che abbiamo un po’ perso nel periodo del covid ma che ora dobbiamo ricostruire perchè rappresenta la nostra grande forza».
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