Europa Verde attacca: “Istanze ambientaliste archiviate e sepolte dal Pd di Busto Arsizio”

Nota firmata da Massimiliano Balestrero e Maurizia Punginelli, Co Portavoce Europa Verde della Provincia di Varese e da Stefano Marchionna attivista Europa Verde Busto Arsizio e membro Comitato No Inceneritore

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Riceviamo e pubblichiamo

Il 28 luglio 2023 nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale di Busto Arsizio è stata definitivamente archiviata e sepolta, purtroppo, una parte del programma elettorale che, lo scorso 2021, la coalizione di Centro-Sinistra aveva condiviso nell’ambito della campagna elettorale a sostegno di Maurizio Maggioni Sindaco. In coalizione, è bene ricordarlo, si presentarono oltre PD e la lista civica a sostegno del candidato Sindaco, anche il Movimento 5 stelle e il nostro partito Europa Verde. La contesa elettorale ha portato all’elezione in consiglio comunale di 4 consiglieri di minoranza, ad espressione del solo PD e della civica collegata.

Al primo punto di quel patto tra forze politiche che aveva il senso di tracciare una base comune su cui svolgere non certo solo la campagna elettorale ma tutta l’attività amministrativa di Busto Arsizio fossilizzata da decenni, c’era la condivisione della necessità prioritaria di chiudere “al più presto” l’inceneritore di Borsano insieme alla situazione dell’ospedale cittadino e alla necessità di compiere azioni a sostegno del
welfare e delle PMI.

E’ di tutta evidenza, a questo punto, che quanto approvato nel consiglio comunale del 28 luglio scorso anche con il voto favorevole dei consiglieri del Partito Democratico e della lista civica collegata a Maurizio Maggioni, ossia il teleriscaldamento realizzato con il funzionamento dell’inceneritore di Borsano, pone una pietra tombale su quanto promesso su questo tema agli elettori del Centro-Sinistra durante la
campagna elettorale del 2021, e quindi anche verso le centinaia di persone che hanno scelto Europa-verde. Il teleriscaldamento, finanziato nell’ambito di un bando con 15 milioni di euro dal PNRR, significa “assicurare” a Busto Arsizio il funzionamento dell’inceneritore per i prossimi decenni, con buona pace di tutti quelli che da tempo si preoccupano di capire che impatto sulla salute pubblica quell’impianto abbia avuto dopo i primi 50 anni di funzionamento.

Dopo oltre un anno dall’impegno del Sindaco di Busto nel richiedere un’estensione dell’indagine epidemiologica e dopo 6 mesi dalla richiesta alle ATS competenti, a oggi ancora niente si conosce sull’effetto degli inquinanti emessi dall’inceneritore sulla salute di cittadini di Busto Arsizio e degli altri comuni limitrofi all’impianto. Informazioni sulla salute pubblica evidentemente ritenute di scarso interesse visto che nel consiglio comunale del 13 luglio 2023 con la maggioranza compatta (ma senza il voto del Centro-Sinistra per assenza di documenti ritenuti importanti per decidere) è stato approvato il piano da 112 milioni di euro di investimenti previsto da Neutalia che, sostanzialmente garantirà la presenza dell’inceneritore almeno fino al 2047. Un inceneritore che Regione Lombardia nel 2015 aveva definito “il primo esempio di decommissioning” degli inceneritori in Regione e che lo stesso Sindaco Antonelli nel 2016 si era impegnato a chiudere, bonificare e trasformare in un parco; ora per “magia” (o “incoerenza” tutta politica) a colpi di soldi pubblici diventa un mitico oggetto strategico per fare esattamente quello che l’impianto ha fatto negli ultimi 50 anni, incenerire rifiuti.

L’unica differenza è che ora per poter avvicinare i parametri di efficienza dell’impianto a quelli europei al fine di preservare l’autorizzazione ad operare, si usano milioni di euro del PNRR per provare a connetterlo alle reti di teleriscaldamento di Busto e Legnano. Proprio recentemente l’antitrust ha messo sotto osservazione i
teleriscaldamenti connessi ad inceneritori nell’ipotesi di abuso di posizione dominante e di difficoltà a disconnettersi dalla rete una volta avviato il contratto. Muovendoci oramai verso inverni sempre più miti, vincolare l’utente a qualcosa di costante che non permette di poter controllare in maniera autonoma i propri consumi di casa, pone sempre più dubbi sui reali benefici di questa soluzione soprattutto a livello economico e non solo. Per mantenere attivo il teleriscaldamento servirà produrre o importare sempre più rifiuti in una spirale perversa che, in una delle città più inquinante d’Europa (11esima in Italia e 19esima in Europa per mortalità da polveri sottili PM2.5), intreccia inquinamento dell’aria, salute pubblica ad un opinabile
beneficio collettivo.

Tutto questo avviene in attesa della risposta all’interrogazione regionale posta da Onorio Rosati, consigliere per Alleanza Verdi Sinistra (di cui EV fa parte) con cui sono stati richiesti chiarimenti in ordine alla mancanza di informazioni in merito all’indagine epidemiologica già sopra scritta. Noi di Europa Verde della provincia di Varese, fondando la nostra attività sulla tutela dell’ambiente come casa comune da
preservare a salvaguardia anche della salute pubblica, non possiamo tacere la mancanza di coerenza dimostrata tra le parole e le azione intraprese sia dal sindaco Antonelli, che ai cittadini di Borsano prometteva la chiusura dell’impianto, che della minoranza PD di Busto Arsizio la quale, a fronte di patti pre-elettorali rivolti al cambiamento, sceglie che “il prima possibile” possa facilmente trasformarsi in un mai.

Come Europa Verde chiediamo ai cittadini di fare memoria di questi fatti perché la qualità dell’ambiente che ci circonda ed in cui siamo immersi incideranno sempre di più sulla vita e sulla salute nostra e dei nostri figli, e solo amministratori coerenti potranno garantire scelte coraggiose e sostenibili, senza irridere i cittadini con vuoti giochi di parole e potere.

Massimiliano Balestrero e Maurizia Punginelli Co Portavoce Europa Verde della Provincia di Varese
Stefano Marchionna attivista Europa Verde Busto Arsizio e membro Comitato No Inceneritore

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Agosto 2023
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