Filippo Boldini alla Pinacoteca Zuest. La pittura come una preghiera

Uno dei pittori ticinesi più amati è esposto a Rancate, ancora fino al 3 settembre. Vicino al Cubismo in gioventù, Boldini ha sempre mantenuto una sensibilità geometrica nelle proprie opere. La natura morta ed il paesaggio appaiono i suoi temi più riusciti

Generico 21 Aug 2023

Tra i particolari che attraggono maggiormente nella biografia di Filippo Boldini (1900-1989) tutto sommato poco nota, vi è la circostanza di essere stato un pittore a tutto tondo, protetto economicamente da una moglie che deve avere amato molto tanto l’uomo quanto la sua arte. Lo stipendio da cassiera del Supercinema di Lugano fu infatti l’unica entrata sicura della famiglia, nel lungo arco della produzione artistica del pittore di Paradiso (CH).

Non è difficile supporre, anche se non ne abbiamo prove, che l’artista si sia adattato a lavori saltuari per sbarcare il lunario anche perché, per sua stessa ammissione, egli non dipingeva molto: “un’ora al mattino ed un’ora al pomeriggio; lo faccio tutti i giorni però, come una preghiera”. Una vita con qualche stento dunque, da artista autentico in riva al Ceresio, oltre che da personaggio estremamente schivo, lontano da ogni sorta di mondanità.
Deve aver fatto una certa fatica all’inizio, dopo essere stato sconsigliato di iscriversi a Brera dal suo maestro Antonio Barzaghi-Cattaneo, se la sua prima personale si tenne nel 1938 proprio al Supercinema di Lugano. Tuttavia non tanto i suoi soggetti più riusciti, come la natura morta od il paesaggio, quanto piuttosto la sua ricerca sulla luce lo hanno portato lontano, sebbene egli abbia sempre vissuto in via Cassarate, in un modesto appartamento lungo l’omonimo fiume.

Generico 21 Aug 2023

Questi temi fecero infine scattare un pieno interesse, nei suoi osservatori più attenti, se nel 1959 venne invitato ad esporre alla Casa del Negromante di Locarno, l’edificio più antico della città. La laurea da grande artista arrivò infine nel 1980, con l’antologica presso la Galleria Matasci di Tenero: un nome una garanzia.
Per capire Boldini probabilmente i pilastri sono due: uno è l’utilizzo del bianco, praticato poco in gioventù ma diventato il colore dominante in tarda età, sia pur forse con un certo anticipo temporale nelle figure femminili; l’altro è il soggetto non comune del teschio, che ad un certo punto fece capolino nella sua produzione pittorica.

Pinacoteca Cantonale Giovanni Zuest
Piazza della chiesa – Rancate di Mendrisio (CH)
Tutte le info
Orari: martedì-venerdì 9-12 e 14-17, sabato e domenica 14-17

di
Pubblicato il 25 Agosto 2023
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.