Fuga dalle scuole di specialità di medicina: per la prima volta le borse sono più dei candidati
All'esame nazionale del 14 luglio scorso, si sono presentati in 14.005 a fronte di un numero di contratti di specialità che dovrebbe ammontare a 14.500. Anaao Lombardia insiste: "L'Insubria è la meno attrattiva"
Secondo quanto riporta l’Osservatorio Nazionale Formazione medica, all’ultimo concorso per entrare in scuola di specialità erano iscritti 15.432 medici ma solo 14.043 hanno effettivamente partecipato all’esame.
Il numero dei posti di specializzazione disponibili non è ancora stato comunicato ufficialmente, anche se, da indiscrezioni ministeriali, si parlerebbe di 14500 contratti di formazione. Dal 2019 a oggi, il rapporto tra borse di specializzazione e candidati è andato sempre più verso la parità e, addirittura, nel 2023 potrebbe risultate superiore all’unità, configurando una situazione in cui sarebbero disponibili più borse di specializzazione rispetto al numero di candidati. Mancherebbero, infatti, quasi 500 candidati.
Il saldo negativo, secondo il calcolo fatto dal Blog specializzato EdiSES è una novità nell’andamento degli ultimi 5 anni: nel 2019, a fronte di 8776 borse, si erano presentati 18.733 candidati; nell’anno del Covid le borse vennero implementate fortemente arrivando a 14.455 con un aumento dei candidati saliti a 23756. Nel 2021, nuovo incremento in Italia con 18.397 contratti ma prima flessione dei candidati arrivati a 19449. Nel 2022, superata la pandemia, le borse vennero diminuite scendendo a 14.025 e i candidati furono di poco superiori cioè 15873. Il saldo negativo, dunque, è avvenuto nell’ultimo concorso dopo il trend iniziato nel 2021. Per la prima volta, dunque, ogni candidato ha 1,03 posti a disposizione ( nel 2019 c’era meno di un posto ogni due partecipanti).
Se le indiscrezioni sul numero di borse sarà confermato è evidente che il percorso delle scuole di specialità sta perdendo fascino. Un segnale preoccupante che il segretario di ANAAO ASSOMED Lombardia Stefano Mignone sottolinea: «La gente ormai sceglie sempre più altre opportunità all’estero o con partita IVA senza specializzazione».
Dopo ferragosto, il Ministero dovrebbe rendere pubblica la graduatoria nazionale con le scelte dei singoli partecipanti. Sarà possibile verificare se è confermata la fuga segnalata lo scorso anno, dalle specialità più impegnative, stressanti e con un carico di responsabilità più elevato ( medicina di emergenza urgenza, anestesia e chirurgia). Il tema preoccupa anche il professor Passi presidente della scuola di medicina dell’Università dell’Insubria che ha parlato delle proposte sul tavolo per rendere più attrattivi questi percorsi.
E sull’attrattività dell’ateneo varesino il segretario di Anaao Stefano Magnone conferma le difficoltà dell’Insubria: «I dati sono oggettivi e fotografano una situazione delicata. Non si tratta di valutazioni parziali o non equilibrate ma di una mancata assegnazione delle borse che, all’Insubria, è nettamente superiore rispetto ad altri atenei».
Nel grafico sotto la situazione descritta nello studio di ANAAO
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