I Promessi Sposi. Dal Manzoni una lezione sull’animo e sulla condizione umana
Uno dei più grandi classici della letteratura italiana paga, forse giustamente, la maledizione di essere studiato in maniera pedante a scuola; ma rileggerlo dopo molti anni spesso piace, perché vi si riscopre il talento psicologico dello scrittore di Cormano
“I promessi Sposi” è un ‘classico’ non solo perché tutte le persone di cultura dicono di averlo letto ed apprezzato, bensì perché in esso vi è la capacità di riportare alla mente la letteratura latina, ma anche greca ed ebraica, ha cioè tra le righe, nei protagonisti, nelle situazioni, nei simboli, argomenti che ricorrono nella letteratura contemporanea ma che sono molto antichi.
L’occhio attento si accorge subito che sullo sfondo del romanzo c’è l’Eneide virgiliana, ed a ben guardare c’è anche un marcato sapore biblico, che può prescindere sia del profondo sentimento religioso dei protagonisti, sia dal ben noto disprezzo manzoniano per i preti. Basta poi un solo nome evocativo, quello della sposa, per illuminare d’immenso una vicenda che potrebbe risultare tutto sommato comune nella Milano del XVII secolo.
La Porta Orientale (che simbolicamente guarda verso il giardino dell’Eden) i fiumi, i laghi, i boschi, ci indicano che il tema più autentico del romanzo è altro: Renzo e Lucia sono un pretesto per raccontare le vicende umane nel grembo della Provvidenza divina, che tutto aggiusta ed insegna, senza curarsi troppo del giudizio degli uomini.
Poi ci sono le fonti storiche del testo, che sono anch’esse poco note. Il contesto della peste ed i tumulti in Milano infatti, nonché alcuni personaggi del racconto come la Signora di Monza, l’Innominato ed il Cardinale Federigo sono tratti dalle opere dello storico Giuseppe Ripamonti ed in particolare da “La peste in Milano” (1640).
Ed è la peste, più di tutto, strumento della Provvidenza, la peste che si porta via don Rodrigo, il conte Attilio e Perpetua, ma anche Padre Cristoforo, mentre risparmia i protagonisti principali, tra i quali don Abbondio.
Sul piano più strettamente letterario è invece la capacità di lettura psicologica dei propri personaggi che strabilia chi rilegge Manzoni lontano dai noiosi banchi di scuola. La vicenda di
Gertrude in particolare (Cap. IX) e la conversione dell’Innominato (XXI) sono tra le pagine più belle mai scritte sulla condizione dell’animo umano.
Scheda libro:
Alessandro Manzoni – I Promessi Sposi – Newton & Compton – Ed. 1989
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