Il consigliere leghista: “L’attentato alla stazione di Bologna per un vagone palestinese”

La sconcertante versione è venuta fuori in consiglio comunale a Lonate Pozzolo, vicino a Malpensa. "Non è stata una strage neofascista". Ma le sentenze dicono che ci sono esecutori materiali e autori di depistaggi

Bologna - strage stazione 2 agosto 1980

Curioso – o sconcertante – l’episodio a Lonate Pozzolo, dove si finiti a discutere dell’attentato di Bologna del 2 agosto 1980, con una sorprendente versione alternativa presentata in aula dal leghista Armando Mantovani: «Non era un attentato nazifascista, in transito era un vagone palestinese che fu fatto esplodere» ha detto l’esponente di maggioranza, mettendo in dubbio la verità giudiziaria accertata dallo Stato italiano.

Ma come si è finiti a parlare del 2 agosto 1980?
C’era una proposta della minoranza (la lista civica Uniti e Liberi) che proponeva di dedicare un luogo del paese alle vittime di quella strage che fu la più sanguinosa della lunga campagna di attentati degli “anni di piombo”, momento culminante della strategia stragista.

Per l’attentato di Bologna sono stati condannati con sentenza passata in giudicato i neofascisti Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini, esponenti. del gruppo terroristico “spontaneista” dei NAR, mentre per depistaggio sono stati condannati Licio Gelli e alcuni ufficiali dei servizi segreti, allora più o meno (secondo le diverse interpretazioni) deviati rispetto alla loro funzione istituzionale.

«Nella mozione si dice attentato neofascista. Non è vero» ha detto però in aula Mantovani, consigliere del centrodestra unito (ma segretario della Lega) Mantovani. Che ha fornito una versione alternativa: «In transito era un vagone palestinese che è stato fatto esplodere apposta a Bologna», ha detto in consiglio comunale, aggiungendo che «è stata una strage di Stato». Mantovani dice anche che «Mambro e Fioravanti sono stati buttati dentro» e che risulterebbero dunque innocenti, non fosse che ci sono sentenze. (l’audio sotto è un estratto selezionato dalla lista di minoranza).

Al di là del revisionismo, la versione del vagone è particolarmente curiosa: a Bologna si indagò sì per un periodo su un possibile attentato palestinese (poi escluso), ma è anche certo che la bomba sia stata collocata nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione (alcuni vagoni sul primo binario furono devastati dall’esplosione, ma indirettamente).

Bologna - strage stazione 2 agosto 1980
Lo squarcio prodotto dalla bomba e oggi trasformato in monumento alle vittime, là dove era la sala d’aspetto affacciata sul primo binario

«Una serie di concetti lontani dalla ricostruzione fatta nelle aule di giustizia e dalle sentenze passate in giudicato» attacca la opposizione di Uniti e Liberi. «Il capogruppo di maggioranza si è lanciato in affermazioni aberranti, già assurde se fossero pronunciate in un bar, ma ancora più gravi e incredibili da ascoltare in una sede istituzionale come la seduta di Consiglio Comunale. Ma la cosa più grave è che nessuno degli altri consiglieri di maggioranza e nessun assessore si sia dissociato da quanto Mantovani ha affermato. Anche la nostra sollecitazione per sapere se tutti condividessero questa mistificazione dei fatti e queste assurdità, nessuno ha aperto bocca».

L’episodio – solo curioso se visto come scivolone in un consiglio comunale di provincia – s’inserisce però in una campagna più ampia che tende a rimettere in discussione le risultanze processuali e la più ampia valutazione storica della strage di Bologna come momento culminante della strategia stragista attuata dalle forze neofasciste con la complicità di pezzi deviati delle istituzioni.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 01 Agosto 2023
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