Infortuni mortali sul lavoro, il dramma continua: in Lombardia 72 vittime in cinque mesi
Le denunce di infortunio nei primi cinque mesi dell’anno in provincia di Varese hanno avuto una flessione del 15%. Nella classifica regionale, Varese è al quarto posto dopo Milano, Brescia e Bergamo
A volte è la sicurezza data dall’esperienza nell’eseguire una determinata mansione a far sottovalutare un rischio. Altre volte è la mancanza di consapevolezza sia del datore di lavoro sia del lavoratore. Qualunque sia la ragione, gli infortuni sul lavoro non avvengono mai per caso. Sono sempre il frutto avvelenato del mancato rispetto e applicazione delle norme antinfortunistiche che pure esistono e sono anche ben fatte.
L’ultimo rapporto stilato dall’Inail indica che in Italia c’è ancora molto da fare in tema di infortuni sul lavoro. È vero che le denunce di infortunio presentate fino al mese di maggio 2023 sono in netta flessione rispetto ai primi cinque mesi del 2022 (-26,4%, 245.857 contro le 323.806), ma è altrettanto vero che cifre di questa portata ci vedono ben lontani dalla soluzione del problema.
Seppur considerando che le denunce con esito mortale a maggio 2023 sono state 358, sei in meno rispetto alle 364 registrate nel periodo gennaio-maggio 2022, il fenomeno continua ad avere i contorni di un dramma sociale. Un Paese con 2,42 morti sul lavoro al giorno si può definire civile?
IN AUMENTO I MORTI SUL LAVORO NELL’INDUSTRIA E SERVIZI
Tra gli incidenti mortali diminuiscono quelli in itinere, cioè che avvengono nel tragitto casa-lavoro e viceversa, che passano da 96 a 87, mentre quelli avvenuti sul luogo di lavoro passano da 268 a 271. Se si guarda ai singoli settori, calano i morti in agricoltura che scendono da 42 a 36, mentre aumentano quelli dell’Industria e dei servizi che passa da 303 a 310 denunce. Mentre diminuiscono i casi mortali tra le donne, che sono passati da 47 a 27, si registra un aumento, da 317 a 331, tra gli uomini.
IN AUMENTO DENUNCE DI EXTRACOMUNITARI
Calano le denunce dei lavoratori italiani (da 300 a 296) e dei comunitari (da 22 a 10), in aumento quelle degli extracomunitari (da 42 a 52). Dall’analisi per classi di età si registrano aumenti tra gli under 35 (da 57 a 69 casi), tra i 60-64enni (da 46 a 58) e tra gli over 70 (da 7 a 17) e diminuzioni nelle fasce 35-59 anni (da 233 a 194) e 65-69 anni (da 21 a 20).
IL TRISTE PRIMATO DELLA LOMBARDIA
Con riferimento alle regioni, si osserva un calo nel Nord-Est (da 86 a 77), al Sud (da 73 a 68) e al Centro (da 77 a 74) e un incremento nel Nord-Ovest (da 100 a 108 casi) e nelle Isole (da 28 a 31).
Il triste primato delle morti lo detiene la Lombardia con 72 casi (+10), il Friuli Venezia Giulia (+7), la Liguria e l’Umbria (+6 ciascuna), l’Abruzzo e la Campania (+5 ciascuna), mentre i cali più evidenti sono quelli di Emilia Romagna (-8) e Calabria, Toscana e Piemonte (-7 ciascuna). (Fonte Open Data Inail).
LA PROVINCIA DI VARESE
Nella classifica regionale, la provincia di Varese è al quarto posto per numero di infortuni dopo Milano, Brescia e Bergamo. Le denunce nei primi cinque mesi dell’anno hanno avuto una flessione del 15%, sono state infatti 3905 contro le 4606 dello stesso periodo del 2022.
Negli ultimi 5 mesi nel Varesotto si sono verificati una serie di incidenti gravi sul lavoro, di cui tre a Somma Lombardo e uno a Biandronno. Dopo quello avvenuto nella frazione di Coarezza, a breve distanza della tragedia di Opera dove persero la vita due lavoratori e un terzo rimase ferito gravemente, Cgil, Cisl e Uil della provincia di Varese firmarono unitariamente un appello in cui si chiedeva con urgenza «un serio e concreto investimento sulla sicurezza, l’adeguamento delle norme di legge unitamente al potenziamento delle strutture preposte alla prevenzione sul territorio, affinché si attivino tutti i percorsi necessari per un controllo esteso e capillare nei luoghi di lavoro».
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