“Le nostre piante non vivono più una stagione tranquilla. Si stanno abituando all’eccezionalità”

Il professor Bruno Cerabolini, docente di botanica dell'Università dell'Insubria, racconta lo stato di salute della vegetazione del Varesotto, area che si sta "mediterraneizzando"

Uno spettacolo al Campo dei Fiori con tedx e karakorum teatro

« Le piante non riescono più a vivere una stagione intera in modo tranquillo. Qualche evento eccessivo arriva sempre a stravolgere le cose. Diciamo che si stanno abituando a sopravvivere all’eccezionalità».
Il professor Bruno Cerabolini, docente di botanica all’Università dell’Insubria, commenta così il momento che stanno vivendo gli alberi del Varesotto.

Il professore sarà tra i relatori della quinta Climbing for Clima, la passeggiata nel Parco del Campo dei Fiori con i professori dell’Università dell’Insubria per vedere gli effetti dei cambiamenti climatici in atto.
U
na facile passeggiata che si svolgerà sabato 2 settembre con ritrovo alle ore 10.00 al Belvedere del Campo dei Fiori per sensibilizzare i cittadini sugli effetti dei cambiamenti climatici già in atto, alla luce degli obiettivi dell’agenda 2030 dell’ONU.

« In questo periodo sto girando molto tra i boschi del lago Maggiore e del lago di Como – racconta il professor Cerabolini – Effettivamente sto riscontrando quello che già l’anno scorso si temeva di più: ci sono molti alberi schiattati. Si tratta soprattutto di castagni, che sono delicati e abituati a un clima più fresco e umido».

L’esperto botanico è in attesa dei dati statistici che arriveranno a fine stagione per capire esattamente cosa sta avvenendo nel campo vegetale: « Nel corso degli ultimi 15.000 anni ci sono stati diversi cambiamenti, per motivazioni diverse e con ritmi differenti. Oggi è indubbio che siamo di fronte a un fenomeno nuovo, un cambiamento reale: ma occorre ancora studiare i dati per individuare i modelli di intervento».

Il meteo ci pone di fronte a eventi pazzi: « Tutti i record vengono abbattuti: il giorno più caldo, il vento più forte la grandine più devastante. Sono singoli episodi indicatori di novità, ma non indicativi del clima. Aspettiamo i dati certi per capire dove stiamo andando».

È certo che il Varesotto sta vivendo una “mediterraneizzazione” del suo clima : « Ci sono alberi in sofferenza. Abbiamo visto gli abeti rossi venir giù come birilli e altre piante meno resilienti cedere di schianto. Oggi possiamo solo pensare a ricostruire i nostri boschi distrutti da specie arboree che hanno più resistenza come il nocciolo. Queste è una pianta che rigenera velocemente l’ambiente. Una volta ricostruito, si potranno inserire i faggi che altrimenti non sarebbero in grado di rafforzare l’area boschiva».

Anche quest’anno, caldo e secco stanno accelerando la caduta della chioma di alcune piante: « È un fenomeno a cui assistiamo. Temo, però, che la ragione vada ricercata nella ricchezza dei nostri terreni. Sembra che abbiano perso l’humus fondamentale a dare vigore alle piante. È il terreno che sta diventando meno fertile».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Agosto 2023
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