Pronto Soccorso di Gallarate sotto pressione. “Persone nei corridoi per tre giorni”
Al Sant'Antonio Abate segnalata una situazione di particolare sofferenza, con la difficoltà anche di trasferire nei reparti persone alla fine della loro vita. La denuncia ripresa dal Pd: "Non è colpa del personale ma della programmazione inadeguata"
Persone alla fine della loro vita lasciate nei corridoi da due giorni, altre rimaste lì per tre giorni, prima di poter essere spostate in reparto per le ultime ore di vita. Sono situazioni personali dolorose, quelle vissute in questi giorni al Pronto Soccorso dell’ospedale di Gallarate.
I casi risalgono agli ultimi giorni e segnalano un quadro di sofferenza per il presidio gallaratese, come abbiamo verificato anche contattando alcune delle persone coinvolte, che pure stanno vivendo con grande compostezza una situazione di disagio ed emotivamente pesante.
Un quadro duro denunciato anche dal Pd di Gallarate: «Il personale sanitario non ha colpe, fa quello che può nel gestire il Pronto Soccorso gremito di barelle, con pazienti costretti ad attendere le cure in condizioni inadeguate ai bisogni sanitari al rispetto della dignità di persone. Le difficoltà organizzative sono l’esito di una gestione evidentemente inadeguata, che non ha saputo e non sa individuare soluzioni che garantiscano livelli di servizi almeno decenti».
La situazione del PS oggi s’inserisce nel contesto di una più ampia crisi dell’ospedale Sant’Antonio Abate (di cui molto si è discusso negli ultimi mesi) e in modo diverso dell’intera Asst Valle Olona, l’azienda che riunisce gli ospedali del Basso Varesotto.
«Le promesse, a oggi, non sono state mantenute, perdura una situazione di emergenza che le storie che raccontiamo rendono intollerabile e non si intravedono soluzioni almeno di medio termine, la certezza delle cure è relegata alla dimensione dell’auspicio, della buona sorte. Oggi al Pronto Soccorso dell’ospedale di Gallarate ci sono ancora molte persone che attendono in barella l’assegnazione del posto letto, alcune in condizioni gravissime. Quello che succede oggi a Gallarate è che non si è in grado neppure di dare dignità a chi sta accingendosi al congedo definitivo dalla vita. Oggi a Gallarate non è garantito il diritto alla salute, la generosa dedizione del personale sanitario non può da sola compensare le carenze gestionali. La direzione dell’ospedale e la Regione Lombardia devono intervenire oggi, riconoscere lo stato di emergenza e adottare ogni soluzione possibile per ripristinare servizi ospedalieri che ha nel tempo dismesso senza pianificare alternative adeguate ai bisogni del territorio. Le promesse dell’ospedale nuovo riguardano un indefinibile futuro, ma è oggi che a Gallarate e nell’ASST Valle Olona le persone hanno bisogno di cure adeguate e, soprattutto, di dignità. Non si può essere lasciati morire in un una barella in un angolo del Pronto Soccorso».
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