Salgono a 25 i casi di infezione da “West Nile virus” in Italia, 4 in Lombardia

Restano invariati i contagi riscontrati nella nostra provincia dove nel maggio scorso il virus è stato scoperto in una cornacchia. Le regole della prevenzione

west nile

( Foto tratta dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie)
Sono aumentati i casi riscontrati in Italia di infezione da “West Nile Virus”. La scorsa settimana se ne contavano 6 da inizio maggio mentre, nell’ultimo bollettino emesso dall’Istituto superiore di sanità, si è saliti a quota 25. Di questi, 15 si sono manifestati nella forma neuroinvasiva (4 Piemonte, 4 Lombardia, 7 EmiliaRomagna), 6 casi identificati in donatori di sangue (1 Piemonte, 4 in Lombardia, 1 Emilia-Romagna,), 4 casi di febbre (3 Lombardia, 1 Veneto). Si registra anche una seconda vittima a Mantova dopo quella di Cremona a fine luglio. In entrambi i casi si trattava di ultraottantenni fragili.

Salgono a 34 le Province con dimostrata circolazione di WNV appartenenti a 7 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia e Sardegna. Si tratta di casi autoctoni.

A maggio a Varese individuata una cornacchia positiva

Tra le province in elenco c’è anche Varese, ma sempre per il caso della cornacchia risultata positiva lo scorso 8 maggio. In Lombardia si è registrato un morto a Mantova, della fascia di età superiore ai 75 anni, mentre una seconda infezione è avvenuta nella fascia 45-64 anni. Due casi anche a Cremona: una persona nella fascia 15-44 anni e una in quella 65-74 anni.  Segnalato a Novara un caso over 75 anni.

Sorveglianza veterinaria su cavalli, uccelli e zanzare

La sorveglianza veterinaria attuata su cavalli, zanzare, uccelli stanziali e selvatici, ha confermato la circolazione del WNV Lineage 2 in EmiliaRomagna, Lombardia, Sardegna, Piemonte e Puglia, invece il WNV Lineage 1 è stato confermato in Sicilia e Veneto. Sono in corso di conferma positività in Provincia di Treviso e Sondrio.

La presenza del WNV è stata confermata in 22 uccelli appartenenti a specie bersaglio in Emilia Romagna, Sardegna, Piemonte e Lombardia. Le analisi molecolari hanno classificato il ceppo virale all’interno del Lineage 2. Tra i volatili anche la cornacchia individuata nel Varesotto.

La presenza del WNV è stata individuata  in 32 pool di zanzare catturate in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia. Le analisi molecolari hanno classificato il ceppo virale all’interno del Lineage 2 tranne nelle province di Catania e Rovigo dove è stato confermato il Lineage 1. Nessun pool di zanzare positivo è stata individuato nel Varesotto.

Resta alta l’allerta dell’autorità sanitaria che continua a monitorare una situazione abbastanza nuova e che ha avuto un picco nel 2022 con 588 infezioni e 37 decessi. Dal 2020, lo ricordiamo, le attività di sorveglianza nei confronti dei virus West Nile (WNV) e Usutu (USUV) sono incluse nel Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta arbovirosi 2020-2025.

Prevenzione

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:
– usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
– usando delle zanzariere alle finestre
– svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante
– cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
– tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

Incubazione e sintomi

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo.

Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari.

Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Agosto 2023
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