Scuole di specialità dell’Insubria poco attrattive secondo uno studio di Anaao. Ma i dati sono “fuorvianti”
Il Professor Alberto Passi, presidente della Scuola di Medicina dell’Insubria spiega che l'indagine non tiene conto dei numeri effettivi. La bassa attrattività di alcune specialità, però, preoccupa

Università dell’insubria poco attrattiva tra gli specializzandi di Medicina? È quanto riporta uno studio pubblicato da ANAAO-ASSOMED Lombardia che ha verificato quanti posti siano rimasti vacanti nelle scuole degli atenei regionali.
I risultati hanno evidenziato che “pur risultando in linea con il dato nazionale, alcune peculiarità dovute a situazioni locali evidenziano grandi scostamenti tra le singole discipline”.
SECONDO ANAAO L’INSUBRIA HA PERSO IL 30% DEI POSTI DISPONIBILI
I dati, ricavati dall’elaborazione Anaao Assomed e Settore Anaao Giovani, sono riferiti agli anni 2021 e 2022: su 5.106 contratti statali disponibili negli ultimi due anni, il 18% è stato non assegnato o abbandonato. L’analisi per Università evidenzia una maggiore attrattività per Milano Statale e San Raffaele, seguite da Humanitas, Brescia, Milano Bicocca e Pavia. In coda alla classifica Insubria, che perde il 30% dei posti disponibili.
LE SPECIALITA’ MENO AMBITE
Rispetto alle singole discipline, riporta l’indagine di ANAAO, si conferma l’attrattività pari a zero in modo diffuso per Patologia Clinica e Biochimica Clinica, nelle altre discipline maggiormente carenti si sconta una notevole variabilità territoriale, pur con i bassi numeri di posti. Per Anatomia Patologica si va dal 100% di posti persi a Brescia a solo il 37% a Milano Statale, il 25% a Humanitas e addirittura nessun posto perso al San Raffaele, mentre per Microbiologia e Virologia si va dal 100% perso a Pavia e San Raffaele al 75% perso a Milano Statale.
Per Farmacologia e Tossicologia Clinica le percentuali sono alte ovunque: tra 100% e 80% di posti persi. Per le discipline cliniche, con un numero elevato di posti disponibili, Medicina d’Emergenza-Urgenza perde l’80% a Brescia, che sconta una evidente bassa attrattività insieme a Insubria che perde il 76% dei posti, mentre risultano ben più attrattive Milano Statale e Bicocca che perdono poco più del 30% dei posti. Meno squilibrata Anestesia e Rianimazione, che perde il massimo a Brescia con il 30% dei posti mentre perde il 3% a Milano Statale e Bicocca e nessun posto a Humanitas e San Raffaele. Tra le chirurgie si conferma l’ottima attrattività di Ortopedia e Traumatologia, Otorinolaringoiatria, Neurochirurgia, Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, che non perdono posti se non un 10% di posti di Ortopedia a Brescia e Bicocca, e l’estrema variabilità di Chirurgia Generale, che perde circa il 38% a Brescia e Insubria mentre non perde posti altrove: evidentemente si tratta di situazioni del tutto locali che andrebbero analizzati dagli Osservatori Regionale e Nazionale. Estremamente variabile Chirurgia Toracica, che va dal 100% dei posti persi a Insubria al 33% a Milano Statale e allo 0% al San Raffaele. Si tratta però di numeri bassissimi, quindi con ampia variabilità percentuale.
LE SPECIALITA’ PIU’ AMBITE
Le discipline più ambite restano Cardiologia, Pediatria, Ematologia, Endocrinologia, Oculistica, Dermatologia, Chirurgia Plastica, Ginecologia e Radiologia, tutte con percentuali di posti persi intorno allo 0% e senza particolare variabilità territoriale. Si conferma quindi l’orientamento nazionale verso discipline con un minore impatto sulla vita personale e un maggiore spazio verso la libera professione, fuori magari dall’ospedale e dall’ospedale pubblico in particolare.
NESSUNA FUGA DALL’ATENEO DI VARESE
Una fuga dell’ateneo varesino? Non del tutto o, almeno, non in modo prevalente rispetto ad altri. « La lettura che viene fornita si basa su stime oggettive – spiega il Professor Alberto Passi, presidente della Scuola di Medicina Università degli Studi dell’Insubria – Si contano le borse lasciate vacanti e si stabilisce la percentuale. È chiaro, però, che la nostra università ha un numero di contratti di specializzazione inferiore rispetto ad altri ospedali. Se, quindi, una borsa su due rimane non assegnata risulta il 50% di mancata assegnazione. Se si analizzano i dati tenendo conto anche del dato proporzionale, il nostro ateneo ha la stessa percentuale di mancate assegnazioni degli altri. Quei dati grezzi sono fuorvianti».
Il professor Passi, però, ammette che oggi c’è un problema di attrattivi di alcune specialità: « Parliamo di quelle più stressanti, con un carico di responsabilità maggiore, anche con possibilità di errore più elevato proprio per la natura dell’area. Cito medicina di emergenza urgenza o terapia intensiva. Oppure altre specialità che non permettono attività nel privato. Ci stiamo rinterrogando su come sopperire a questa minor attrattivi di ambiti essenziali: tra le ipotesi sul campo un aumento della borsa di studio per queste facoltà o una riduzione delle possibilità di scelta tra i candidati. Il tema è attuale e molto sentito. Dire però che l’Insubria sia la meno attrattiva non corrisponde al vero»
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