“Tagliolini al granchio blu”, ad Angera il predatore dei mari finisce in padella
Lo ha inserito tra le sue preparazioni lo chef Tiziano Marin del ristorante Lido: «L'ho chiesto al mio fornitore di fiducia. Il piatto è piaciuto moltissimo»
Dal Mar Adriatico alle cucine del Lago Maggiore. Il granchio blu, una delle specie alloctone invasive che più sta preoccupando negli ultimi mesi per la sua rapida diffusione nei mari italiani, è finito in padella anche nel Varesotto.
È stato lo chef Tiziano Marin del ristorante Lido di Angera a proporre il piatto alla sua clientela, mettendo “fuori menu” un tagliolino alla polpa di granchio blu, melanzana fritta e ricotta salata al pepe.
Come tutti i grandi cuochi, anche lo chef angerese ama sperimentare e non solo attraverso le tecniche e le combinazioni, ma proprio con gli ingredienti. Da oltre un anno ad esempio, nel suo ristorante è possibile degustare dei piatti a base di pesce siluro, un altro grande predatore che ha invaso le acque del Verbano e dei laghi minori della nostra provincia.
Quella del granchio blu è invece per il momento soltanto una proposta occasionale per la sua clientela: «Il piatto è piaciuto tantissimo ma non l’ho ancora inserito in menu, lo sto proponendo fuori carta – racconta -. L’unica difficoltà nella lavorazione sta nel fatto che per recuperare la polpa bisogna lavorarlo tanto ma è come con tutti i granchi».
Per recuperarlo Marin si è rivolto ai venditori che conosce: «Ho richiesto il prodotto al mio fornitore di fiducia e dopo e dopo due giorni me l’ha procurato, con un prezzo intorno ai sei euro al chilo». Si è discusso molto della possibilità di contrastare attraverso il consumo alimentare (e anche la vendita all’estero per la stessa finalità) l’invasione di questa specie che sta causando ingenti danni alla pesca e in particolare all’allevamento di cozze e vongole nei mari italiani. Lo stesso ministro dell’agricoltura Lollobrigida ha invitato a incentivarne l’utilizzo, ricordando che si tratta di un ottimo prodotto.
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