Viggiù e la statua distrutta dagli influencer: “Scomparso un simbolo, comportamento da vandali”

Il proprietario di Villa Alceo ha recuperato e custodito i frammenti dell’opera, un pezzo unico del maestro Enrico Butti. “Dopo il disastro bevevano limoncello a canna”

Viggiù - Vandali a Villa Alceo

La comitiva di “influencer“ tedeschi fra cui il volto noto di Instagram Janis Danner da un milione e mezzo di follower ha lasciato martedì Villa Alceo, dove il 31 luglio si è consumata quella che il proprietario della struttura ricettiva nota location per eventi e soggiorni di charme, Bruno Golferini, definisce come «una vera e propria tragedia, una cosa mai vista» (LEGGI LA NOTIZIA QUI).

“Domina”, la statua uscita da un blocco unico di pietra dalle mani del maestro Enrico Butti, è ora a pezzi, «il simbolo della villa, che dava il saluto a chi arrivava e partiva, è un cumulo di frammenti, che ho recuperato e custodito per due ragioni: servirà ai carabinieri nelle fasi successive alla denuncia (sei in tutto le persone denunciate). E poi chissà, si potrà pensare a qualche forma di restauro, anche se un esperto da me interpellato in questi giorni mi ha fatto capire che c’è ben poco da fare».

La tensione, fra il proprietario della villa e il gruppo di giovanotti tedeschi, è stata piuttosto alta non solo non appena consumati i fatti, cioè la caduta della statua avvenuta il 31 luglio nel pomeriggio mentre stavano girando una sorta di clip video, ma anche per l’intera giornata di martedì, quando al ritorno da una gita sul lago di Como si sono manifestate intemperanze legate al conto da saldare, ma anche alla riparazione del danno apportato al patrimonio artistico andato distrutto e quantificato in 200 mila euro.

«Dopo quanto avvenuto ho chiamato due volte i carabinieri per il comportamento di alcuni degli ospiti: si rifiutavano di darmi i documenti, che per legge devo registrare. Alcuni dei vacanzieri hanno girato per la cucina a torso nudo e hanno aperto il frigo bevendosi a canna bottiglie di limoncello e liquori nonostante intimassi di non farlo, e di lasciare quegli ambienti. Erano del tutto incuranti di quanto accaduto. Si comportavano in modo criminale, come barbari. Spero che la legge faccia il suo corso, e che venga data una bella lezione di vita a queste persone che non possono arrivare in un posto ricco di arte e cultura e devastarlo come se niente fosse, pensando di andarsene impuniti».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Agosto 2023
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