Vittorio Sgarbi e la statua di Viggiù distrutta: “Anche io possiedo opere di Butti, perseguire i responsabili”
Il sottosegretario al ministero della Cultura usa frasi molto colorite, e nel suo stile, per commentare quanto avvenuto il 31 luglio a Villa Alceo
La sentenza del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, non ammette repliche: «Sono dei cogli…».
La colorita espressione del noto critico d’arte oggi con responsabilità di Governo nella sua materia d’elezione viene pronunciata all’agenzia AdnKronos per commentare quello di cui stanno parlando i giornali di tutto il mondo vale a dire l’intemerata di cui sono causati sei turisti tedeschi, compreso l’influencer amburghese Janis Danner seguito su Instagram da un milione e mezzo di persone, che ha portato alla distruzione della statua di donna («Domina»), simbolo della villa ma soprattutto espressione dell’arte lombarda che prese forma dalle mani di Enrico Butti, scultore blasonato per opere sparse a Milano in piazze e larghi oltre che al Monumentale e che fu anche per vent’anni maestro a Brera a cavallo fra Otto e Novecento. Una statua frutto di un pezzo unico di pietra che secondo i turisti tedeschi accusati di averla sbriciolata durante una scenetta da «reel» invece varrebbe 200 euro, cifra lasciata all’imprenditore gestore e proprietario di Villa Alceo di Viggiù, Bruno Golferini.
«I duecento euro se li mettano…», ha affermato amaramente il sottosegretario. «Evidentemente i tedeschi sono stati poco rispettosi e vanno perseguiti penalmente e civilmente».
«E’ la seconda volta che accade. Era già capitato che un austriaco si fosse seduto sulla statua di Paolina Borghese a Possagno…», ha poi ricordato Sgarbi, che possiede opere del Butti, e che non ha esitato a definire all’agenzia «dei cogli…» i sei turisti denunciati per il grave danneggiamento dell’opera d’arte.
Il gruppo di turisti aveva lasciato la villa già nella giornata di martedì, manifestando intemperanze e strafottenza dopo le richieste di risarcimento del proprietario della dimora d’epoca oggi riadattata a «boutique hotel», e per la quale il proprietario ha ricevuto l’offerta di acquisto per sei milioni di euro da parte di un componente del gruppo di tedeschi, proposta che sa di scherno e rifiutata dall’imprenditore: «Figuriamoci. Non sono stati neppure in grado di fare una colletta simbolica per pagare parte dei danni causati, fra le 17 persone che componevano il gruppo», ha commentato. Nel frattempo il mondo della politica torna sul fatto Dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale Francesca Caruso sul punto interviene anche la collega Barbara Mazzali, assessore a Turismo, Marketing territoriale, Design, Moda e Grandi Eventi di Regione Lombardia: «Fare il turista non è solo piacere ma è anche responsabilità e rispetto del luogo che ci accoglie».
L’assessore parla di gesto vergognoso. «Assistiamo sempre più spesso a video dove il nostro patrimonio artistico-culturale è vittima di stupidità e maleducazione di persone che senza l’adeguata cultura, si arrogano il diritto di deturpare con ferite non rimarginabili i nostri beni monumentali. Purtroppo non è il primo episodio e vedere quella statua, attribuita allo scultore Enrico Butti, raffigurante una splendida figura femminile ridotta in frantumi, è vergognoso».
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