Busto Arsizio mette la prima pietra del nuovo ospedale unico. Sì all’accordo di programma

Seduta tesa ma senza sorprese per l’approvazione della firma dell’accordo di programma che porterà al nuovo ospedale unico. Cartelli e proteste di una cinquantina di oppositori mentre il Pd si astiene tra i dubbi

Consiglio Comunale Busto Arsizio

Due visioni di sanità opposte si sono scontrate in consiglio comunale questa sera, giovedì, nel momento cruciale del voto per l’accordo di programma che porterà alla realizzazione del nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate.

Da una parte la fiducia assoluta della maggioranza e del sindaco Antonelli nell’operato di Regione Lombardia che mette sul piatto (ora o mai più?) 440 milioni per una struttura all’avanguardia e altri soldi per la nuova viabilità, dall’altra una minoranza di comitati e associazioni, frastagliata, che si ritrova spaventata dal crollo verticale della qualità delle prestazioni sanitarie degli attuali due ospedali e la paura di una nuova struttura che curerà i casi gravi, lasciando il resto dei cittadini nel limbo delle liste di attesa, e che mangerà suolo e verde, unendo definitivamente Busto e Gallarate in un’unica grande conurbazione .

In mezzo il Partito Democratico, indeciso e timoroso per una scelta che da un lato condividono e dall’altro vorrebbero modificare ma senza aver trovato forze nella società civile pronte a presentare un’alternativa valida. Il capogruppo Maurizio Maggioni non ha scaldato i cuori dei circa 50 cittadini che hanno mostrato il loro dissenso con cartelli vari, cosa che è riuscita al civico Santo Cascio che ha concluso il suo intervento contrario al progetto tra gli applausi contenuti a fatica dalla presidente del Consiglio Comunale Laura Rogora. Dubbi sono stati espressi anche da Sabba e Lanza della lista civica Antonelli ma poi sono rientrati nei ranghi.

Alla fine il consiglio ha votato dopo la mezzanotte dicendo sì all’accordo di programma con i voti favorevoli della maggioranza e dei due consiglieri di Popolo Riforme e Libertà dell’ex-sindaco Gigi Farioli (tra i più convinti sostenitori) e di Emanuele Fiore. Astenuti i consiglieri del Pd, contrario il solo Santo Cascio.

Davanti a questa occasione epocale, come l’ha definita il sindaco, rimane il grande punto di domanda di cosa succederà alla sanità locale fino al 2029, anno in cui dovrebbe entrare in funzione l’ospedale dei sogni di qualcuno e degli incubi di qualcun’altro. Stessi dubbi si addensano sul destino del grande quartiere ospedaliero nel cuore della città, quando sarà dismesso. Il patto stretto dai due sindaci, Antonelli e Cassani, con il governatore Fontana prevede un accordo di programma ad hoc che arriverà in un secondo momento.

Quel che è certo è la sensazione di tutti di essere davanti ad un momento di cambiamento importante per un intero territorio. Attorno al nuovo ospedale sorgeranno nuove strade, una nuova economia e un sistema diverso di sanità, con quali conseguenze è tutto da vedere.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Settembre 2023
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