Viggiù

Con la mostra di Mario Raciti riapre a Viggiù il Museo Butti

Dopo un importante intervento di  ristrutturazione degli spazi della storica residenza dello scultore viggiutese, al secondo piano di Casa Butti torna l’arte con la mostra monografica dedicata al pittore

16 Settembre 2023 - 28 Ottobre 2023

Riapre il Museo Butti di Viggiù con una nuova sede, risultato di un importante intervento di  ristrutturazione degli spazi della storica residenza dello scultore viggiutese, al secondo piano di Casa Butti. A  inaugurarlo, sabato 16 settembre, dalle ore 17.30, sarà la mostra monografica dedicata al pittore Mario Raciti,  curata dalla conservatrice di recente nomina Veronica Zanardi con Sandro Parmiggiani, autore del testo critico del primo catalogo de “I quaderni del Butti”, che da quarant’anni ormai frequenta l’artista, presentandolo in  esposizioni personali a carattere antologico e che, qualche mese fa, ha curato la pubblicazione del Catalogo  ragionato dell’opera pittorica.

In mostra tredici opere, sapientemente selezionate, dipinti su tela e su carta, che coprono un periodo di  sessant’anni, dal 1962 al 2022, in cui enigmi e misteri continuano ad intrigare, ad affacciarsi. […] La ricchezza di  quest’opera non cessa di essere sorgente di spunti e considerazioni, di collegamenti con la tradizione della pittura  e con le stesse condizioni del vivere nei tempi difficili che essa ha attraversato e nei quali ha preso vita […] Mario  Raciti è, da settant’anni ormai, un viaggiatore solitario nelle terre della pittura, un esploratore di orizzonti lontani di  cui mai s’intravedono i confini, di visioni riaffiorate nella memoria e di anfratti, soprattutto dell’interiorità, nei quali  lui si è inoltrato senza paura, con la levità di un fanciullo. D’altro canto, ci sono, nelle sue opere, echi, larve,  affioramenti che ci fanno intuire che “qualcosa d’antico” sia andato ad annidarvisi, linfa segreta che non cessa di  alimentarle, giacché lui conosce e frequenta, come già si è detto, la pittura, la letteratura, la filosofia e, last but not  least, l’amatissima musica: tutte hanno contribuito, assieme alle vicende della vita, al farsi della sua “educazione  sentimentale”. Per di più, i titoli dei cicli che ha sviluppato – Presenze-Assenze, Mitologia, Mistero, Why, I fiori del  profondo, Una o due figure, Fonte – sono in un qualche modo criptici, se non addirittura aperti all’ossimoro di una  sempre possibile opposta duplicità di interpretazione. La vecchia talpa simbolista – così intimamente amata da  Raciti, che ha spesso rivendicato questa affiliazione spirituale – ha scavato nel corso dei lunghi anni in cui Mario  ha praticato la pittura.

Mario Raciti è uno degli artisti più importanti dell’”astrazione significativa italiana.” E’ nato a Milano nel 1934; le  sue prime esposizioni risalgono agli inizi degli anni ’50. Dai primi anni ’60, dopo una laurea in giurisprudenza e  l’inizio dell’attività legale, si è dedicato professionalmente alla pittura. Da allora, le sue opere hanno superato il  mezzo secolo “nella continuità di un’ossessione, propria dell’artista di ogni tempo, che lo porta, attraverso vari  giochi della fantasia e dei momenti, a percorrere un mondo sempre aperto all’altrove, all’”oltre”. Espone dagli anni  ’60 in moltissime gallerie private in Italia e all’Estero. Dalle figurazioni emblematiche degli anni ’60, alle “Presenze

assenze degli anni ’70, alle “Mitologie” degli anni ’80, ai “Mistero” degli anni ’90, esponendo in questi periodi in  Istituzioni quali le Quadriennali di Roma, con le personali alla Biennale di Venezia, al P.A.C. di Milano, a Palazzo  Magnani di Reggio Emilia, al Museo Diocesano di Milano, al MART di Rovereto, nonché sempre in personali, alla  Casa del Mantegna di Mantova, a “Dècouvertes 92” a Parigi, a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, al Chiostro si S.  Domenico di Imola, alla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano, al Morat Institut di Freiburg im B., al MAG di Riva del  Garda, alla Permanente di Milano (con R. Casiraghi), al Palazzo del Broletto di Pavia (con M. De Maria) ecc. Raciti  approda dagli anni 2000 ad una pittura, che ponendo il problema di soluzioni controverse, ne forza le  contraddizioni portando l’immagine a una forza drammatica quanto trasognata. Sono recenti le indagini sulle  crocefissioni: “Why”, dei “Fiori del Profondo” (Proserpina dall’Ade fa nascere i fiori sulla terra per comunicare colla  madre Demetra) e ultimamente: “Una o due figure”, con i fiori divenuti dardi e la “non” descrizione di irraggiungibili  amplessi. Nelle opere più recenti, le “Fonti”, flussi luminosi e oscuri prorompono tra i fondi bianchi, investendo  figure e frammenti simbolici in un portentoso, definitivo turbinio.

8 Settembre 2023
Francesco Mazzoleni
francesco.mazzoleni@varesenews.it
Sport e Malnate, passione e territorio per comunicare e raccontare emozioni

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.