Contabili con esperienza sono i nuovi introvabili. “For matching” svela trend e sfide del mercato del lavoro in provincia di Varese
Presentato il report realizzato da Provincia di Varese e Camera di Commercio sull’analisi dei bisogni formativi e professionali del territorio
Fino a qualche anno era la figura del tornitore quella più ricercata nel mercato del lavoro. Una richiesta che non sorprendeva, considerato che quello metalmeccanico è il distretto produttivo più importante della provincia di Varese. Sorprende invece scoprire che quel primato è stato spazzato via dalla figura del contabile, la più richiesta dalle aziende del Varesotto. (foto sopra: lavoratori della Media srl di Varese)
Il report “For matching”, l’analisi dei bisogni formativi e professionali in provincia di Varese, di sorprese ne ha riservate tante, a cominciare dal fatto che il territorio ha deciso di occuparsi, e non solo di preoccuparsi, di quanto sta accadendo nel mercato del lavoro, dove la domanda e offerta di lavoro sono completamente disallineate: il cosiddetto mismatching.
Alla presentazione del report, progetto che fa capo alla Camera di Commercio e alla Provincia di Varese, è intervenuto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha ribadito l’importanza dell’ascolto del territorio e ricordato le misure messe in campo (Assumere per formare”, “Formazione continua” e “Misura gol”) che fanno della Lombardia «la regione che forma di più in Italia».
A sua volta il presidente della Provincia di Varese, Marco Magrini, ha sottolineato che «la direzione è quella giusta» e la necessità di fare un cambio di passo come richiesto dalle stesse imprese. Mentre Mauro Vitiello, presidente della Camera di Commercio, ha rivalutato la figura dell’insegnante, «frutto di una vocazione, al pari del medico», e sostenuto l’importanza di contaminarsi con le nuove generazioni soprattutto nel settore pubblico, oggi profondamente cambiato.
In effetti, un tassello fondamentale per recuperare una certa linearità nel mismatch tra domanda e offerta di lavoro sono proprio gli insegnanti e i formatori, molti erano tra il pubblico nella Sala Campiotti, a cominciare da Giuseppe Carcano, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale. In videoconferenza dal palazzo della Regione si è collegato anche Paolo Mora, direttore generale della Formazione e lavoro di Regione Lombardia, che ha ricordato la crescita della capacità di programmazione dei territori, l’importanza dei centri per l’impiego e gli investimenti fatti da Regione Lombardia sulla formazione professionale, 110 milioni di euro, di cui 7,6 milioni di euro destinati alla Provincia di Varese.
nella foto gli autori del reportASCOLTO E GIOCO DI SQUADRA
“For Matching” è il risultato di un intenso lavoro, basato su interviste ai portatori di interesse e analisi dei dati. I cinque curatori, Francesco Maresca (responsabile del settore lavoro della Provincia), Brizio Castrignanò (referente osservatorio del mercato del lavoro della Provincia), Veronica Consonni (referente politiche attive del lavoro della Provincia), Elena Provenzano (responsabile Ufficio studi della Camera di Commercio) ed Eloana Cardella (responsabile ufficio statistica orientamento al lavoro e professioni della Camera di Commercio), hanno ascoltato i portatori di interesse e analizzato i contesti demografico, economico e occupazionale.
«Questo report è uno strumento molto pragmatico che può essere utilizzato da tutti ma sopratutto da chi è chiamato a progettare politiche del lavoro. Sarà un supporto per gli insegnanti e per chi fa formazione, ma anche per le imprese e alle stesse persone in cerca di lavoro.Noi abbiamo una bella responsabilità perché dobbiamo far sì che le risorse stanziate abbiano una resa efficace» ha detto Francesco Maresca.
VARESE IN ANTICIPO
A Varese nel 2019, in netto anticipo rispetto all’avviso di Regione Lombardia relativo alla “Misura Gol” (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), è stato costituito il Tavolo unico provinciale del lavoro, che non è un obbligo di legge, dove convergono tutti i portatori di interesse. Un’iniziativa che conferma il modello virtuoso di relazioni sindacali di questo territorio. «La volontà di realizzare questo report è nata proprio all’interno di quel tavolo e alla sua realizzazione hanno contribuito tutte le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro che siedono a quel tavolo» ha sottolineato Brizio Castrignanò. Il report tiene insieme tutti i dati statistici e amministrativi e i risultati della ricerca sul campo. Sono stati proposti questionari alle imprese, agli operatori dei servizi per l’impiego e ai beneficiari del programma Gol.
PIÙ MERCATI DEL LAVORO
Il report evidenzia come il mercato del lavoro, anzi, i mercati del lavoro, come direbbe Elena Provenzano, subiscano gli effetti, nel breve, medio e lungo periodo, dei megatrend, in particolare il calo demografico e l’innovazione tecnologica. C’è poi una domanda che con molta franchezza la responsabile dell’Ufficio studi della Camera di Commercio ha posto a se stessa e alla platea: «Esistono dati recenti?».
Una domanda tutt’altro che retorica. «A livello locale – ha detto Provenzano – non è lo studio di Istat che ci può aiutare, bensì le comunicazioni obbligatorie abbinato ad Excelsior (Sistema informativo per l’occupazione e la formazione, ndr)». C’è un problema di quantità e un problema di qualità. «I principali settori che cercano giovani fino a 29 anni sono i servizi turistici, di alloggio e ristorazione, commercio e riparazione veicoli e motocicli – ha sottolineato Eloana Cardella -. La questione demografica influisce sulla quantità, ci sono sempre meno giovani, a cui si aggiunge un problema di qualità sia del lavoro che dell’abitare. È importante ascoltare i giovani».
A proposito di ascolto, il 4 ottobre prossimo si terrà un primo seminario dove i giovani interrogano gli adulti e si proseguirà con un percorso pluriennale di partecipazione attiva con interventi mirati.
LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE NEI SERVIZI
Nel 2022 è stato il macrosettore dei servizi a realizzare il maggior numero di avviamenti al lavoro (65,1%): 80840 su 124090. A seguire: industria, commercio, costruzioni e agricoltura.
Secondo i curatori del report, non deve sorprendere che la figura del contabile sia la più richiesta dalle imprese ai centri per l’impiego, perché questa definizione ricomprende un’insieme di capacità acquisite con lo studio e l’esperienza, caratteristica richiesta anche per gli attrezzisti di macchine utensili, la terza figura più ricercata dopo gli addetti alle funzioni di segreteria.
Dalle interviste fatte alle 235 aziende del territorio si evince che ben il 74% ha difficoltà nel reperire figure professionali in entrata per mancanza di candidati (43,6%), mancanza di preparazione (23,6%) e per l’assenza di esperienza (18,2%). Con un calo demografico contro cui poco si può fare se non nel lunghissimo periodo, ci si affida a programmi che siano in grado di recuperare e riqualificare sul piano delle competenze i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro.
LE CONTROMISURE
La misura Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), varata da Andrea Orlando ministro del Lavoro del Governo Draghi e finanziata dal Pnrr, inizia a produrre effetti. In provincia di Varese sono state attivate 1328 doti del programma che prevedono percorsi formativi nei diversi settori: dalla contabilità all’informatica, dalla logistica al turismo, dalla ristorazione alla gestione del personale. «Al 30 aprile scorso – ha spiegato Veronica Consonni – abbiamo preso in carico 7.476 persone all’interno del programma. Prevalgono le donne (61%) e c’è una significativa presenza di over 55 , il 24%, e di giovani 15%. Oltre la metà dei beneficiari, 3966 persone, è inserita nel programma di reinserimento occupazionale». In sala Campiotti era presente di deputato Andrea Orlando, già ministro del Lavoro del Governo Draghi, nonché “padre” del programma Gol. «L’Italia è molto lunga – ha commentato ironicamente Orlando -. Il tempo di avvio delle strutture per avviare i corsi per supportare Gol erano già in partenza molto differenziati e temo che lo siano ancora. In alcune Regioni non ci sono nè le agenzie e nè le strutture pubbliche. E poi c’è un dato relativo al privato cioè le aziende che non sempre hanno la consapevolezza di quello che gli serve. Quelle piccole che vivono di subfornitura fanno più fatica a sapere e quindi hanno difficoltà a chiedere. E poi c’è il peso dell’economia informale: nei contesti dove c’è molto nero, c’è anche tanto grigio, e si sviluppa la tendenza a non esplicitare i propri fabbisogni».
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